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Mostra del Cinema di Venezia, con ''The last duel'' si esplora la psiche umana e le tante verità

DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 11 settembre 2021

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

Non esiste una sola verità. La 78 Mostra del cinema di Venezia con le sue svariate proiezioni, ci fa riflettere sul punto di vista dei protagonisti dei film.

 

Nella splendida opera in concorso “The power of the dog” ogni personaggio ha verità nascoste. La regista Jane Campion, nata in Nuova Zelanda e diventata famosa per il pluripremiato “Lezione di piano”, è rimasta folgorata dal romanzo di Thomas Savage.

 

All’inizio non aveva pensato di farne un film, perché i personaggi maschili erano tanti, tanti i temi da affrontare. Dice la regista pensando a come Savage commenterebbe la sua scelta: “Una pazza che è arrivata ad amare questa storia? Sì, è perfetta”.

 

La Campion cura anche la sceneggiatura, mettendo in evidenza la forza di ogni singolo personaggio. "I temi della mascolinità, della nostalgia e del tradimento sono un mix inebriante. E’ stata la prima volta che ho lavorato con protagonisti maschili, una cosa emozionante". La storia è ambientata in un ranch dei due fratelli Burbank, George e Phil, ricchi allevatori nel Montana durante gli anni venti.

 

Phil (Benedict Cumberbach) un uomo complesso, dalla personalità oscura è arrogante e omofobo, pur essendo colto e spiritoso. George (Jesse Plemons) è un uomo accomodante e metodico, si innamora di una vedova, Rose (Kirsten Dunst) con un figlio Peter (Kodi Smit-McPhee) dalla personalità apparentemente fragile e la sposa.

 

I due vengono a vivere nel ranch e la moglie Rose si porta il figlio. Lui viene giudicato da Phil come una femminuccia. La convivenza sarà piena di conflitti irrisolti e di colpi di scena. Nel film riappare il pianoforte, strumento caro alla regista, che sarà un ulteriore oggetto di scontro tra Rose ed il fratello di George.

 

Phil dormiva da quarant’anni con George, con scarpe e vestiti, era normale. Un film girato nelle immense praterie, la natura selvaggia come gli uomini che impongono il loro potere con la mascolinità osteggiata. Uomini spigolosi davanti alle forme arcaiche della catena montuosa ricca di segreti. Ognuno la interpreta come vuole, la sagoma della montagna. Il figlio di Rose ci vede un cane.

 

Ritorna in mente “I segreti di Brokeback Mountain” di Ang Lee, premiato a Venezia nel 2005. Speriamo sia di buon auspicio per questo meditato e profondo film in concorso. La Campion commenta “Sono onorata di condividere questo film con veri spettatori, in un cinema reale”. Le verità possono essere tante e sono influenzate dal momento storico. Indaga su questo lo splendido film Fuori concorso “The last duel”.

 

Il mitico regista sir Ridley Scott è entrato nella storia del cinema. Il debutto alla regia fu proprio con “ I duellanti”, 1977 . Come non citare “Blade Runner”, con le sue immortali citazioni. Con “ The last duel” il cineasta britannico si è ispirato al romanzo di Eric Jager ed alla sceneggiatura scritta a più mani: Ben Affleck, l’amico di sempre Matt Damon e Nicole Holofcener.

 

Ben Affleck, Matt Damon, Adam Driver e Jodie Comer gli attori protagonisti. Il film è ispirato a fatti realmente accaduti.

 

Da un’idea di Ben Affleck e Matt Damon, di nuovo assieme dopo “Genio ribelle” la denuncia di Marguerite, rende il suo personaggio femminista e fa pensare al movimento “me too”.

 

Da “Thelma e Louise” a “Il Gladiatore” per citarne alcuni, Ridley Scott è uno dei più grandi registi e produttori del mondo ed un ottantenne con energia da vendere, attento ai temi che il pubblico ama: il coraggio, l’inganno, il tradimento, la difesa di una causa.

 

Nella Francia del XIV secolo, durante la guerra dei cent’anni, questo film epico ci mostra estenuanti guerre sanguinari e cavalieri temerari sotto il regno di Carlo VI.

 

Una donna, Marguerite de Carrouges sposa del grande combattente Jean viene violentata dal rivale, una volta amico, lo spregiudicato Jacques Le Gris. Lei denuncia con eccezionale coraggio, la violenza al marito. Lui sostiene che non c’è stato stupro.

 

Questo atto di coraggio e di sfida, mette a repentaglio la vita di Marguerite. Ci sarà un duello, l’ultimo duello legalmente riconosciuto nella storia. Se vincerà Le Gris, sostenuto dal conte Pierre d’Alencon, la donna sarà bruciata viva per falsa testimonianza in nome di Dio.

 

Jacques nega, lei era consenziente. Lei non rinuncia alla sua verità. Il destino della donna è crudele, lei è vittima e carnefice al tempo stesso. Il regista ci vuole coinvolgere con notevoli effetti speciali, un montaggio travolgente e con scene girate più volte per mettere in luce i punti di vista differenti dei protagonisti. "Jodie Comer ha capito perfettamente il personaggio di Marguerite, lo rappresenta completamente". Dice Ben Affleck in conferenza stampa.

 

"Un’opera che fa riflettere e ne sono particolarmente orgoglioso”, dice il regista. La verità non è unica, attenzione ai dettagli delle scene ripetute, attenzione ai punti di vista.

 

Grandi film nel grande schermo: difendiamo le sale cinematografiche. Ridley Scott ha ricevuto al Lido il Premio Cartier Glory to the Filmmaker Award. Il film uscirà nelle sale il 14 ottobre.

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