La natura è ostile? Oppure noi dobbiamo avere un nuovo punto di vista? I documentari ''Paolo Cognetti. Sogni di grande Nord'' e ''Pushed up the mountain'' protagonisti al Trento Film Festival
Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
La natura è ostile? Oppure noi dobbiamo avere un nuovo punto di vista sul mondo vegetale? "Le piante sentono meglio degli animali. Una pianta non può scappare, deve risolvere il problema". Parole preveggenti di Stefano Mancuso, botanico, accademico e saggista.
In concorso al Trento Film Festival due documentari che rendono la natura protagonista della scena. “Paolo Cognetti. Sogni di grande Nord” regia del napoletano Dario Acocella e “Pushed up the mountain” di Julia Haslett.
Paolo Cognetti, quarantenne milanese, vincitore del Premio Strega con il romanzo “Le otto montagne”, vuole realizzare un sogno ispiratore: viaggiare dalle Alpi all’Alaska per avvicinarsi al suo mito, Christopher Mc Candless immortalato da Sean Penn in “Into the Wild”.
Il film prende spunto dal best seller di Jon Krakauer “Nelle terre estreme”. Un percorso fisico e mentale, che Paolo affronta con il suo amico artista Nicola Magrin. Ernest Hemingway e Raymond Carver affiorano alla mente. Tutti e due di Milano, hanno tanto in comune, lo scrittore ce lo svela già in “Senza mai arrivare in cima. Viaggio in Himalaya”, intrapreso proprio con Nicola.
I due fanno un viaggio carico di energia dalle Alpi dove vivono, al Canada fino a giungere in Alaska. Gli incontri con una coppia, Gianni e Magì, amici dei genitori di Nicola, milanesi che hanno scelto di vivere a due ore dal centro abitato, dove passano spesso gli orsi, ci proiettano verso territori invisibili.
E poi la scrittrice Kate che vive sola, immersa nella natura, senza un fucile, solo uno spray al peperoncino, ma è attorniata da libri. Lei ama Italo Calvino. Nello Yukon per giungere finalmente in Alaska dove il giovane viaggiatore Chris muore nel suo “Magic bus”, per motivi ancora poco chiari.
Proprio il bus che diventerà la meta finale del documentario, ora è stato rimosso. Paolo e Nicola sono probabilmente gli ultimi ad esserci entrati, la scena è molto empatica, sono rimasti i suoi scritti, le tende, il materasso. Una targa che ricorda la morte di Chris, 6 settembre 1992, davanti al vecchio bus arrugginito. Un road movie, immersi nel verde e nell’acqua dei torrenti che nascondono segreti invisibili.
La natura sembra dirci: “Se non cambi direzione potresti ritrovarti dove stavi andando”. La frase cinese, compare nel documentario “Pushed up the mountain” della regista Julia Haslett.
La regista, insegnante angloamericana, è apprezzata e premiata nel mondo. Prendiamoci cura delle piante. E’ l’appello lanciato in questo scrupoloso lavoro di ricerca in numerosi musei e luoghi distanti nel mondo.
Il soggetto è il rododendro e la storia della sua migrazione. Profumi incontaminati sembrano inebriare le scene di questo documentario unico e naturale. Dalla Cina, dove è nato, il rododendro si trasferisce in Europa, in particolare nel giardino del padrino di Julia nelle Highlanders scozzesi. David, il padrino, dedica la sua vita, sembra impossibile, alla sopravvivenza del rododendro.
Trentamila specie vegetali sono originari della Cina. Il rododendro è una specie in estinzione, diminuiscono gli spazi verdi, per l’urbanizzazione, le centrali idroelettriche, il progresso. Geng, una biologa, ci mostra in un road movie le origini del rododendro, sul monte Emei ci sono tremila specie. I semi vengono raccolti dai cinesi in una Banca, per tutelarli. I conservazionisti in Scozia ed in Cina sono pazienti protettori della natura. David però muore. Chi lo sostituirà? La natura è cultura, come la letteratura. Prendiamocene cura.