La "italienne de Paris" torna a Trieste, aperta la rassegna “Leonor Fini, memorie triestine”. Una mostra per assaporare il sapore di un tempo e la libertà dell'arte
Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore
La luce di Trieste è unica. Come Leonor Fini, artista formatasi in questa vorace città. Si tiene proprio in questi giorni la prima rassegna che indaga la personalità e l’arte della grande pittrice attraverso la sua fondamentale formazione giovanile a Trieste.
Al Polo museale del Magazzino 26, Porto Vecchio di Trieste, dal 26 giugno al 22 agosto, apre al pubblico “Leonor Fini, memorie triestine”.
Ospitata al Porto Vecchio - Magazzino 26, un edificio costruito nel 1880, rigoroso ed essenziale sotto la tutela del FAI, la mostra multimediale permetterà ai visitatori di esplorare il lavoro della pittrice di origine triestina, attraverso pittura, luce, musica e percezione olfattiva. Il tutto sotto l’occhio attento ed esperto dell’architetto Marianna Accerboni, che ha allestito e curato l’esibizione.
La mostra è promossa da Associazione Foemina APS Trieste in collaborazione con Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, con la Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Laveno- Monbello (Varese) e il MIDeC- Museo Internazionale del Design Ceramico di Laveno - Mombello e la Media partnership del quotidiano il Piccolo e GEDI Gruppo Editoriale.
Tutti i sensi sono coinvolti, fino al respirare profumi che inneggiano alla personalità poliedrica dell’artista.
A venticinque anni dalla sua morte, Leonor Fini, surrealista ma difficile da catalogare, ha mostrato il suo lato ironico. Sia nelle incisioni, nei disegni e nel video, dove racconta quando a diciotto anni viene richiesta a Milano come ritrattista ed alla stazione Centrale non è riconosciuta perché si aspettavano un uomo. Duecentocinquanta pezzi circa, tra costumi, scenografie, ritratti, scritti, illustrazioni, dipinti, incisioni e ceramiche.
Leonor nasce a Buenos Aires nel 1907 e muore a Parigi nel 1996. Il rapporto con Trieste è intenso poiché la madre triestina, Malvine Braun, si allontana dal marito, pare violento, e torna nel suo luogo natio con la sua unica figlia, Leonor di solo un anno.
Una sequenza di testimonianze, mostrano la personalità dell’artista ed il clima culturale della Trieste del Novecento. Una città mitteleuropea per eccellenza, grande centro di contatti internazionali e di avanguardia.
La frequentazione di Leonor con personaggi diventati poi di gran prestigio nel mondo dell’arte come il gallerista Leo Castelli, l’artista e critico Gillo Dorfles, Bobi Bazien, letterato europeo, il pittore Arturo Nathan e gli scrittori di fama mondiale Italo Svevo e Umberto Saba, la temprano.
La formazione sul piano tecnico, artistico, umano e culturale avvenne in questa città dove la Fini rimase fino a vent’anni circa. Lei fu sempre molto legata alla città ed alla madre in particolare, si scrivevano quasi ogni giorno.
Il suo amore per i gatti, ne aveva una ventina, è confermato dai lavori ad essi dedicati. Disegni, dipinti, incisioni in cui il gatto si umanizza e diviene un dolce e divertente protagonista.
Una mostra da visitare per assaporare l’aria di un tempo, la libertà dell’Arte che Leonor ha rivendicato anche nella sua vita privata e nei suoi grandi amori.
Di rilievo il video con le interviste inedite della curatrice sulla Fini a Gillo Dorfles e a Daisy, la sorella di Nathan, la sezione dedicata alle porcellane con i disegni della Fini e la ricerca grafologica che mette a confronto i tre artisti: Fini, Dorfles, Nathan.
Dopo Trieste la rassegna, già esposta all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, sarà allestita dal 7 ottobre al 12 novembre all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, città in cui Leonor si trasferisce 23enne, la chiamano infatti l’italienne de Paris.
Apprezzata e libera, l’affascinante artista, amica di Salvador Dalì e Max Ernst, vivrà per decenni con lo scrittore Costantin Jelenski e con il pittore Stanislao Lepri che interruppe la carriera diplomatica per dedicarsi al Surrealismo.
Si muove in limousine, lei ed i suoi amati gatti che diverranno gli unici eredi.
Tante le manifestazioni collaterali: il 14 luglio, “La penna visionaria di Leonor Fini, Gillo Dorfles e Arturo Nathan”. Il 23 luglio, invece, si terrà “Leonor segreta”. Il 30 luglio l’incontro con Cristina Battocletti, giornalista del Sole 24 Ore.
Infine altri laboratori, visite guidate ed incontri in luglio e fino al 20 agosto con una Premiazione per la migliore illustrazione ispirata all’opera di Leonor Fini.