Rifiuti, Bio Energia: "Lattine e ferro nell'umido, più dell'8% è materiale non riciclabile. Termovalorizzatore? Ci interessa per il conferimento degli scarti"
L'impianto tratta circa 45 mila tonnellate di rifiuto organico all'anno e scarta 3.500 tonnellate di materiale non compostabile. L'intervista a Ventura: "E' peggiorata la raccolta differenziata, persone meno attente. Bioplastiche? Un nuovo rifiuto usa e getta invece che promuovere la politica del riutilizzo"

FAEDO. Tratta circa 45 mila tonnellate di rifiuto organico all'anno e scarta 3.500 tonnellate, più dell'8%, di materiale non compostabile tra lattine, ferro e plastica. Sono questi alcuni numeri dell'impianto di compostaggio di Bio Energia Trentino a Cadino, nel comune di Faedo che raccoglie e trasforma l'80% di rifiuto organico su tutto il territorio della provincia di Trento.
"Il trend della raccolta differenziata per la frazione organica sta peggiorando negli ultimi anni, soprattutto dal Covid - dichiara Andrea Ventura, amministratore delegato della società, intervistato da Il Dolomiti -. Dalle lattine al ferro troviamo di tutto nel bio. C'è minore attenzione. Termovalorizzatore in Trentino? Stiamo attendendo la decisione, che anche se non ci riguarda direttamente avrà degli impatti su di noi in termini di conferimento degli scarti che ora mandiamo fuori regione a Brescia".

L'impianto nasce nel 2012 per rendere il Trentino sempre più autosufficiente per quanto riguarda la frazione organica dei rifiuti, con il ritiro e il recupero anche di circa 15 mila tonnellate all'anno di verde urbano e ramaglie. "Lo scopo aziendale è quello di avviare a recupero questi materiali trasformandoli in sottoprodotti, che possano essere risorse utili ed ecologicamente compatibili".
Il processo biologico operato in questo impianto è un esempio di "economia circolare": "In una prima fase di digestione anaerobica produciamo biogas per la cogenerazione, che si traduce in energia elettrica e termica. Poi con un processo di purificazione trasformiamo il gas in biometano: un ulteriore step che abbiamo introdotto solo nel 2021. Finita l'estrazione la massa organica, detta digestato, viene trasformata in ammendante, terriccio usato come fertilizzante. Il rifiuto prodotto dalla popolazione nelle proprie abitazioni viene restituito, dopo essere stato nobilitato, all’agricoltura per dare vita a una nuova catena alimentare".
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A Dolomiti Energia è stata affidata invece l'attività di trading, per vendere il biometano prodotto. "Ne produciamo circa 7 milioni kilowattora e 2 milioni e mezzo standard metro cubo di gas metano".
Sul fronte raccolta differenziata, se da una parte in Trentino vengono denunciate discariche piene, come dichiara il direttore di Dolomiti Ambiente a Il Dolomiti, con volumi disponibili al loro interno sempre più in esaurimento, dall'altra Bio Energia denuncia una crescita del materiale di scarto, quindi non organico nell'umido raccolto, per la maggior parte scarto della cucina. "La qualità della raccolta è peggiorata per quanto ci riguarda, ma i più virtuosi rimangono i territori porta a porta essendoci un contatto diretto. Le persone prestano meno attenzione. Consideriamo che quella dell'organico è la frazione più rilevante al pari del secco, nel contesto della raccolta differenziata".

Tra i diversi scarti di materiale non compostabile, che corrispondono all'8% su circa 45 mila tonnellate totali, si trovano anche le bioplastiche: "Ne esistono di tanti tipi, ma la loro introduzione ha creato confusione nei consumatori, cosa che si materializza poi nell'organico. Noi possiamo trattare solo quelle compostabili. Queste però non hanno risolto il problema perché abbiamo creato così un nuovo rifiuto 'usa e getta' invece che cercare di promuovere una politica del riutilizzo".
Da qui il problema dello smaltimento di ciò che non è umido o verde urbano. "Prima il conferimento andava alla discarica Ischia Podetti - spiega Ventura - ora invece (a seguito dell'incendio ndr), mandiamo gli scarti a Brescia. Stiamo seguendo con attenzione il dibattito su un possibile termovalorizzatore in Trentino che rimane tra le nostre possibilità per il conferimento rifiuti. A noi non importa entrare nel vivo della discussione sul tipo di impianto, per noi il tema è la chiusura del ciclo rifiuti. Quando la Provincia presenterà una proposta completa valuteremo".
E sul caro energia? "Anche noi sentiamo il peso dell'aumento delle bollette che sono triplicate - conclude Ventura -. Come impianto abbiamo bisogno di moltissima energia elettrica perché l'impianto sia tenuto in depressione, così che l'aria entri soltanto senza però uscire, evitando e cercando di attutire i cattivi odori. Almeno riusciamo ad avere il vantaggio di produrne altrettanta energia da vendere".