“Gli orsi stanno per uscire dal semiletargo (e alcuni l'hanno già fatto): ecco cosa fare se si incontra un esemplare”
L'aggiornamento arriva dal Parco naturale Adamello Brenta Geopark, che con l'imminente arrivo della primavera ribadisce (nuovamente) l'importanza di conoscere i vari comportamenti da tenere in caso di incontro con un orso

TRENTO. “La primavera è ormai vicina e, come molte altre specie, anche l'orso bruno sta per uscire (alcuni l'hanno già fatto) dal semiletargo o 'ibernazione' che segna il suo riposo invernale”. L'aggiornamento, mentre le condizioni di tempo stabile e soleggiato negli ultimi giorni sembrano già un anticipo di bella stagione, arriva dal Parco naturale Adamello Brenta Geopark, che nell'occasione ribadisce (nuovamente) l'importanza di conoscere i vari comportamenti da tenere in caso di incontro con un orso.
“Cosa fare se si incontra un orso? Questi animali – si legge in un post condiviso sui social dal Parco naturale – tendono ad evitare l'uomo, ma in zone molto frequentate un contatto è possibile. Cosa fare se questo avviene durante una passeggiata nei boschi? E se abbiamo con noi un cane? E quando è possibile che il plantigrado ci attacchi?”.
Il Parco naturale Adamello Brenta ha pubblicato lo scorso anno un manuale (“Uomo-orso: gestire gli incontri”) nel quale sono riportati tutti i suggerimenti del caso alle persone che a vario titolo si trovano a condividere gli spazi naturali con il plantigrado. QUI avevamo riportato in un lungo approfondimento i punti principali del manuale, compresi i segnali di aggressione che è importante riconoscere:
1. esibizione dei denti, con apertura delle fauci e messa a nudo dei canini;
2. abbassamento del corpo verso terra (rimanendo “a quattro zampe”) ed erezione del pelo come per apparire di maggiori dimensioni;
3. realizzazione di vocalizzazioni quali forti rugli e/o soffi, spesso accompagnati da movimenti evidenti del capo;
4. rincorse e finti attacchi.
Un capitolo è dedicato a “come abbassare le possibilità di incontrare gli orsi”: segnalare la propria presenza (di fatto facendo rumore); parlare ad alta voce è normalmente sufficiente; l’utilizzo dei campanelli da orso attaccati allo zaino può allertare l’orso; non dare cibo agli orsi per attirarli in zone utili all’osservazione e alla fotografia; non lasciare agli orsi disponibilità di cibo nei parchi urbani; non devono quindi essere lasciati residui alimentari (spazzatura e/o avanzi) a disposizione dell’orso all’esterno delle case e nei parchi urbani.
Da tenere a mente poi, come anticipato, anche i comportamenti da tenere in caso di incontro: “Nel momento dell'incontro – si legge nella pubblicazione del Parco – il comportamento degli orsi non è sempre prevedibile (e in fin dei conti non lo è nemmeno quello degli esseri umani ndr) per questo motivo ogni incontro può essere diverso e non esistono strategie univoche capaci di garantire la sicurezza dell’uomo in tutte le situazioni possibili. Non si possono quindi dare regole di comportamento “assolute” e capaci di garantire la nostra incolumità, ma più semplicemente linee guida utili ad abbassare il rischio di un’aggressione, criteri orientativi che non contemplano tutta la gamma delle possibilità di incontri uomo/orso''.
Si analizza una serie di casi e si cerca di divulgare il comportamento più corretto a seconda delle situazioni che si verificano.
Incontro in auto: non scendere dall’automobile. Non inseguire l’orso.
Incontro a grande distanza con l’orso che non si accorge della nostra presenza: va attentamente evitato ogni tipo di interazione e si deve cercare di allontanarsi senza essere visti. Questa opzione deve essere quella privilegiata in tutti i casi in cui sia possibile. (…) Come seconda scelta di comportamento, solo dopo aver aumentato la distanza con l’orso ed esserci sottratti alla possibilità di essere visti, possiamo fare un forte rumore (fischio, grido) per segnalare la nostra presenza.
A grande distanza con l’orso che si accorge della nostra presenza: rimango fermo per pochi secondi cercando di interpretare il comportamento (l’attitudine) dell’orso. Se l’orso continua ad osservarmi senza muoversi chino lentamente il capo, chiudo le spalle come per rendere più esile la mia figura, mi giro lentamente abbassandomi come per farmi più piccolo e mi allontano lentamente nella direzione dalla quale sono arrivato. Mentre mi allontano, con il capo chino provo ad osservare l’orso per interpretarne le intenzioni. Nel raro caso in cui l’orso mi segua lentamente continuo ad allontanarmi senza accelerare il passo parlando ad alta voce e cercando di osservare l’orso per comprenderne il comportamento. Se l’orso mi segue accelerando il suo passo e riducendo la distanza che mi separa da lui, mi fermo devo mostrare un atteggiamento fortemente passivo, senza reagire alle eventuali “provocazioni” dell’orso.
A media distanza con l’orso che non si accorge della nostra presenza: nel caso in cui io mi trovi a media distanza (indicativamente sopra i 30 metri e sotto i 100 metri) e l’orso non si sia accorto di me, evito ogni tipo di interazione e mi allontano senza essere visto.
A media distanza con l’orso che si accorge della nostra presenza: devo evitare ogni tipo di interazione e adottare un comportamento passivo. Se l’orso si allontana subito rimango fermo, aspetto un minuto e poi parlo ad alta voce senza mostrare aggressività nel tono. Poi mi muovo in una direzione diversa. Se l’orso non si allontana e rimane fermo guardandomi, distolgo lo sguardo, chino lentamente il capo, chiudo le spalle come per rendere più esile la mia figura, mi giro lentamente abbassandomi come per farmi più piccolo e mi allontano lentamente nella direzione dalla quale sono arrivato. Se l’orso si alza sulle zampe posteriori non è un atteggiamento aggressivo ma più semplicemente il tentativo di vedere meglio e interpretare la situazione. In questo caso, rimango fermo e osservo il comportamento dell’orso. L’orso mostra atteggiamenti di aggressività: raspa il terreno violentemente con le zampe anteriori, sbuffa, mostra le fauci o si abbassa leggermente apparendo più largo e con il pelo più folto e arruffato rimango passivo, chino lentamente il capo, chiudo le spalle come per rendere più esile la mia figura.
A distanza ravvicinata: nel caso in cui mi trovi a distanza ravvicinata da un orso perché né io né l’orso ci siamo precedentemente accorti della reciproca presenza devo mostrare un atteggiamento fortemente passivo, senza reagire alle eventuali “provocazioni” dell’orso. La situazione è certamente molto difficile da affrontare e necessita di un forte autocontrollo. Se l’orso si allontana ma non scompare alla mia vista e si ferma ad osservarmi. Distolgo lo sguardo, chino lentamente il capo, chiudo le spalle come per rendere più esile la mia figura, mi giro lentamente abbassandomi come per farmi più piccolo e mi allontano lentamente nella direzione dalla quale sono arrivato. Mentre mi allontano con il capo chino provo ad osservare l’orso per interpretarne le intenzioni. Nel caso in cui non si muova mi allontano fino a scomparire alla sua vista. Se l’orso non si allontana, rimango fermo senza guardare l’orso negli occhi, osservo la situazione facendomi piccolo e cercando una postura che rassicuri l’orso: se l’orso non si allontana, rimango fermo senza guardare l’orso negli occhi, osservo la situazione facendomi piccolo e cercando una postura che rassicuri l’orso. Se l’orso mi aggredisce con contatto fisico “leggero” ma penso che non sia a rischio la mia vita, mi butto a terra proteggendomi il torace e il capo. Se l’orso mi aggredisce e temo la mia stessa vita, reagisco nel modo più violento possibile, urlando e cercando di colpire l’orso sul muso, con preferenza agli occhi e al tartufo (parte terminale del naso). Tale nostro comportamento deve essere considerato solo nei casi estremi mentre va sempre privilegiato il più volte richiamato atteggiamento passivo, da ritenersi utile anche come difesa dalla possibilità che l’aggressione diventi ancor più cruenta''.