Gli itinerari de L’AltraMontagna: i silenzi dei Sibillini, affacciati sul Pian Grande di Castelluccio di Norcia
Un facile anello da fare con le ciaspole, sopra la grande piana di Castelluccio, tra vasti panorami sulla Cima del Redentore e l’appartata Val Canatra
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di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Nel cuore dell’Appennino Centrale, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si estende tra Umbria e Marche, abbracciando un territorio di straordinaria bellezza e ricco di leggende, tra vette imponenti e placide vallate, borghi antichi, boschi e grandi altopiani. Qui, la natura si manifesta con una forza autentica, quasi primordiale, soprattutto d’inverno, quando il paesaggio si trasforma in un regno di neve e silenzio. A dominare il versante umbro del Parco è Castelluccio di Norcia, un piccolo borgo arroccato a 1452 metri di quota, noto per la sua posizione spettacolare sopra il Pian Grande di Castelluccio. Questo altopiano vastissimo, che in estate si accende dei colori della famosa fioritura, d’inverno si veste di bianco, diventando un deserto di neve dove il vento modella le superfici creando onde e dune ghiacciate. L’atmosfera, nelle giornate limpide, è quasi surreale: il bianco della neve si fonde con l’azzurro intenso del cielo, mentre le cime circostanti, tra cui spiccano il Monte Vettore (2476 m), massima elevazione dei Sibillini, la Cima del Redentore (2448 m) con la dorsale che conduce alla Cima del Lago (2422 m), che incorniciano il paesaggio con le loro creste. Nei mesi più freddi, Castelluccio appare come un avamposto ai confini di un mondo selvaggio, isolato ma incredibilmente suggestivo. Le escursioni invernali, tra cui l’anello che porta al Monte Veletta e rientra attraverso la Val Canatra, offrono la possibilità di esplorare questi ambienti in una veste quasi primordiale, con i boschi di faggio carichi di neve che contrastano con gli spazi aperti del Pian Grande, mentre le tracce degli animali – lupi, caprioli, volpi – rivelano la vita segreta che continua anche in inverno. Il silenzio è assoluto, interrotto solo dal rumore della neve sotto i passi e dal vento che accarezza i pendii. Un’esperienza che regala una profonda connessione con la montagna e con il suo lato più autentico, lontano dal turismo estivo e immerso in un’intimità quasi sacra.
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Sopra il Pian Grande
L’escursione inizia proprio da Castelluccio di Norcia, da dove si segue una stradina innevata che si dirige verso sudovest, iniziando con una dolce salita che permette di guadagnare quota gradualmente. Si traversa il fianco sudorientale del Monte Veletta, offrendo fin da subito viste panoramiche sul Pian Grande e sulla Cima del Redentore che lo sovrasta. Giunti presso un’insellatura, si devia a destra (nord-nordest) e, rimontando la facile dorsale, si raggiunge in breve la sommità del Monte Veletta, a 1614 metri di altitudine proprio sopra Castelluccio. Il percorso non presenta difficoltà di alcun tipo, e si può scegliere la traccia a piacere, seguendo il dolce crinale che sembra salire verso il cielo. Dalla sommità lo sguardo può spaziare a 360 gradi, abbracciando le vette dei Sibillini e le vallate sottostanti. La dorsale che si allunga dalla Cima di Forca Viola alla Cima del Lago, passando dal Quarto San Lorenzo, dalla Cima dell’Osservatorio e dal Redentore, si staglia proprio di fronte, imponente, nascondendo alla vista il Vettore e la valle dove aleggiano le leggende di questi monti, con il piccolo Lago di Pilato. Ma si può vedere anche la Valnerina, in secondo piano i Monti della Laga e il Terminillo, e in lontananza il gruppo Velino-Sirente e i contrafforti del massiccio del Gran Sasso. La sensazione di trovarsi al centro di un grandioso anfiteatro naturale è impagabile e rende la fatica della salita, peraltro modesta, ampiamente ricompensata.
Prospettive che cambiano
Tornati alla sella, l’escursione procede seguendo la facile cresta, con una salita costante che consente infine di raggiungere il Poggio di Croce, a 1833 metri. Si è quasi sospesi tra due mondi: a est il Pian Grande, il deserto bianco, oltre il quale si alza la dorsale dei Sibillini, mentre sul lato opposto una valle solitaria, dove si distendono boschi di faggio. È proprio su quest’ultimo versante che inizia il tragitto di rientro, dopo essere scesi dal Poggio di Croce lungo la sua cresta occidentale, prima senza percorso obbligato verso nord, tra ampi pendii, poi intercettando una stradina che si inoltra nel bosco. Siamo nella silenziosa Val Canatra, e basta seguire il tracciato che, in costante discesa, volge a est, tra boschi di faggio e belle radure, in un’atmosfera intima e raccolta. Il contrasto con i grandi panorami che si avevano sulla dorsale Veletta-Poggio di Croce rendono ancora più affascinante l’escursione, quasi a voler completare la gamma di sensazioni che si possono provare tra i Sibillini. La tranquillità della valle, interrotta solo dai suoni della natura, accompagna fino a ricongiungersi con la strada che conduce nuovamente a Castelluccio. Per ammirare ancora, imponente, il Redentore e il Pian Grande.
IL PERCORSO
Regione: Umbria
Partenza e arrivo: Castelluccio di Norcia (1452 m)
Accesso: Castelluccio di Norcia è raggiungibile da Castelsantangelo sul Nera, provenendo da nord, da Norcia, per chi arriva da ovest, o da Arquata del Tronto, per chi proviene dalle Marche
Dislivello: 500 m
Durata: 4/5 h
Difficoltà: EAI (escursionismo in ambiente innevato); WT2 (media difficoltà)
Immagine di apertura: il borgo di Castelluccio di Norcia in veste invernale; sullo sfondo, la dorsale della Cima del Redentore (2448 m). © Enrico Pighetti