Un po' di bosco in città: a Udine nasce una vetrina del legno locale, con l'obiettivo di ricreare una cultura forestale che si sta perdendo
“La foresta in città” è il nome del nuovo progetto espositivo permanente promosso dal Cluster forestale e dal Cluster Legno-Arredo-Casa del Friuli Venezia Giulia per creare un luogo di incontro, confronto e dibattito attorno ai temi della gestione sostenibile del bosco e della promozione del legno locale
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
La foresta è entrata tra le vie di Udine. Non lo ha fatto seme dopo seme, come avviene nei villaggi abbandonati di Alpi e Appennini, ma attraverso un progetto di valorizzazione del legno locale chiamato “La foresta in città”, realizzato dal Cluster Arredo Casa FVG in collaborazione con il Cluster Forestale Legno Servizi e il supporto dell’assessorato regionale alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Si tratta di uno spazio espositivo, inaugurato lo scorso 4 novembre in via del cotonificio a Udine, dove il bosco e il legno sono assoluti protagonisti. Lungo le pareti svettano tavole di abete bianco e rosso, faggio, larice, pino silvestre e tante altre specie arboree caratteristiche della collina e della montagna friulana. Nelle sale sono poi presenti immagini e cartelli esplicativi dedicati non solo ai singoli alberi, alle loro caratteristiche ecologiche e tecnologiche, ma anche alla gestione delle foreste locali. Concetti come “selvicoltura naturalistica” e “pianificazione” introducono i visitatori al complesso e affascinante rapporto millenario tra esseri umani e risorse forestali in una regione, il Friuli Venezia Giulia, dove il legno ha da sempre rappresentato una materia prima fondamentale per i territori, a cui sono legate filiere ancora oggi importanti per l’economia di montagna e la cultura locale.
Cultura, non a caso, è un termine che è ritornato più volte durante l’inaugurazione dello spazio espositivo. “Si è voluto creare uno spazio unico nel suo genere, per portare la cultura forestale in città, nel cuore della pianura”, ha commentato Carlo Piemonte, direttore generale del Cluster Legno Arredo Casa FVG, “queste sale saranno infatti il fulcro di numerosi eventi come incontri, conferenze e seminari che organizzeremo con l’obiettivo di far scoprire al grande pubblico, ad esempio, che cos’è la biodiversità, quali danni cagiona il bostrico, cosa prevede una gestione sostenibile delle foreste. Le parole chiave del progetto sono sostenibilità, comunicazione e partecipazione. Vogliamo raccontare la complessità della gestione forestale in modo aperto e trasparente, per far avvicinare i cittadini alla conoscenza di una materia prima rinnovabile, il legno, che è e sarà centrale nella transizione ecologica”.
“È un orgoglio rendere disponibile questo spazio alla cittadinanza”, ha sottolineato Mirco Ciliani, Presidente del Cluster forestale, “con questo nuovo spazio di collegamento tra città e montagna amplificheremo il racconto del valore delle foreste e del legno regionale, sempre più essenziale per un futuro sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico”.
Attualmente l’area espositiva copre 150 metri quadri, ma già dal prossimo anno è previsto un ampliamento che la porterà a 400 metri quadri, per ospitare una biblioteca e una nuova sezione dedicata ai legni nazionali e del mondo.
Questa “vetrina del legno”, posta nel bel mezzo della città, può rappresentare un punto di partenza strategico per ricostruire una cultura che rischia di perdersi a causa di uno scollamento sempre più drammatico tra pianura e montagna. Il legno è la materia prima storicamente più importante dei territori montani e il suo utilizzo oggi, nell’ottica della transizione ecologica, è fondamentale per sostituire materie prime di fonte fossile e molto energivore come la plastica, l’acciaio e il cemento, ma anche per immagazzinare CO2 all’interno di manufatti durevoli. Tuttavia, la dimensione produttiva non deve sopraffare quella ecologica, cioè la conservazione del patrimonio forestale e, in particolare, di habitat e specie a rischio.
Per quanto riguarda il contesto friulano alcuni numeri raccolti nel nuovo portale www.legnofvg.it parlano chiaro. Il Friuli Venezia Giulia ha una superficie boscata di circa 320.000 ettari, concentrati per il 93% in montagna e il 7% in pianura. Negli ultimi decenni, il territorio boschivo ha registrato un’espansione significativa: dai 165.000 ettari degli anni ’60 (pari al 21% del territorio regionale) ai 323.362 ettari del 2015 (41% della superficie regionale), coinvolgendo soprattutto aree di montagna private, precedentemente agricole. L’incremento annuo della massa legnosa - cioè quanti metri cubi di nuovo legno crescono naturalmente nei boschi della regione - è di oltre 1,6 milioni di metri cubi, a fronte di utilizzazioni forestali annue (la raccolta del legno) che si attestano in media attorno ai 300-400.000 metri cubi. Questo evidenzia chiaramente come il bosco, nel complesso, cresce ogni anno molto più di quanto viene utilizzato. In questa Regione, inoltre, oltre 90.000 ettari di foreste sono certificati per la gestione forestale sostenibile.
Nonostante tutto questo la gestione del bosco e il ruolo del legno non entrano ancora abbastanza nel dibattito pubblico ed è facile, al contrario, che le operazioni di taglio, seppur pianificate, siano viste di cattivo occhio, in particolare da una prospettiva urbana e da chi è più sensibile al tema della protezione ambientale. Un concetto, questo, evidenziato anche dall'Assessore regionale Stefano Zannier, presente all'inaugurazione dello spazio.
Questo insegna che cambiamenti epocali come quelli che ci impone la transizione ecologica non possono essere realizzati senza una profonda presa di coscienza da parte della società. Proprio per questo l’iniziativa friulana di portare “un po’ di bosco in città” rappresenta un’azione educativa lungimirante, che speriamo possa crescere nel tempo insieme a un dibattito serio e costruttivo su cosa significa oggi gestire le foreste, nel contesto della crisi climatica e di una nuova sensibilità ecologica. Un cammino che, come ha ben spiegato Carlo Piemonte, passa anche dalla comunicazione e dalla partecipazione, creando ponti e non muri tra città e montagna.