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Cultura

Prima D'oc: il risveglio a primavera delle genti occitane al suono di violini, ghironde e organetti

Dal 3 al 5 maggio, a Demonte in Valle Stura la musica ha risuonato tra piazze e strade nella grande festa che apre la stagione delle danze occitane. Si chiama Prima D’oc e prende la forma di un raduno transfrontaliero, ha il sapore di un risveglio a primavera, il gusto di una festa che è condivisione di palco e spartiti, tecniche di liuteria e prodotti tipici. Un rendez vous che si rinnova da quasi vent’anni in Piemonte: gruppi di musica tradizionale e danzatori di balli occitani occupano lo spazio di un paese in ensemble creati ad hoc di organetti, violini, flauti, fisarmoniche cromatiche, cornamuse e voci. Un centinaio di musicisti e un numero incalcolabile di ballerini

di
Daria Capitani
07 maggio | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Uno spazio culturale e linguistico che da oltre un millennio ha il suo punto d’incontro in una lingua romanza chiamata occitano. Dal sud della Francia alle Valli italiane di Piemonte e Liguria fino ai Pirenei di Spagna, l’Occitania è un dialogo mai interrotto tra terre e persone, confini da valicare con lo sguardo curioso del viandante. È artigianato e scambio, parole e soprattutto musica. L’identità occitana è strettamente connessa al suono di violini, ghironde e organetto, ai passi di balli che muovono moltitudini danzanti e a riti collettivi che nella festa trovano la declinazione più autentica dell’avvicendarsi delle stagioni.

 

Nel fine settimana dal 3 al 5 maggio, a Demonte in Valle Stura la musica ha risuonato tra piazze e strade nella grande festa che apre la stagione delle danze. Si chiama Prima D’oc (qui il programma) ed è un raduno transfrontaliero, ha il sapore di un risveglio a primavera, il gusto di una festa che è condivisione di palco e spartiti, tecniche di liuteria e prodotti tipici. È un rendez vous che si rinnova da quasi vent’anni, frutto di una nuova consapevolezza dell’identità occitana sbocciata a partire dagli Anni Sessanta nelle Valli piemontesi, che ha cambiato il corso di un genere musicale che sembrava destinato alla mera esecuzione di brani tradizionali. Tra i fautori di questa rinascita c’è Sergio Berardo, leader dei Lou Dalfin, gruppo tra i più noti nel panorama folk rock nato nel 1982 nelle valli occitane del Piemonte al fine di reinventare la musica tradizionale occitana. "Prima D’oc è nata dal desiderio di offrire un’occasione di risonanza delle molteplici esperienze didattiche che si consumano nel corso dell’anno e che coinvolgono moltissimi studenti, di ogni età, che scelgono di imparare a suonare uno strumento tradizionale - racconta -. Gruppi di musica tradizionale e danzatori di balli occitani occupano lo spazio di un paese in ensemble creati ad hoc di organetti, violini, flauti, fisarmoniche cromatiche, cornamuse e voci. Un centinaio di musicisti e un numero incalcolabile di ballerini".

Liutai e strumenti in mostra, seminari di note e danze occitane, spettacoli teatrali e un Gran Ballo Finale: Prima D’oc è tutto questo. L’appuntamento di Demonte fa parte del cartellone di Occit’Amo Festival, una rassegna itinerante nelle Valli che si affacciano sul Monviso, un percorso che, scandito dalle stagioni, da giugno a novembre racconterà i tempi della vita e della musica. Prima D'oc è soltanto l’inizio di un percorso che intercetterà l’estate di San Giovanni, diventerà Festival in agosto e si chiuderà in autunno con l’Uvernada, un ultimo ballo condiviso prima dell’inverno. Quattro tempi per narrare una storia che custodisce la memoria e il futuro delle terre occitane.

 

Foto Occit'Amo Festival

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