"Pedalando sulle biciclette si genera l’energia necessaria per dare corrente agli spettacoli". Torna il festival Teatro a Pedali
Il teatro arriva in bicicletta nelle comunità delle aree interne, per raccontare e raccogliere storie e favorire l’incontro tra le persone. Nell’ambito del Teatro a Pedali Festival, il tour parte il 21 luglio in Valle Grana con la prima nazionale dello spettacolo “Margherito, c’è tempo per tornare a casa”, storia di una donna depositaria di memorie collettive, figura carismatica e archetipica di legame con stelle e animo umano
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Da quattro anni, il Teatro a Pedali Festival, progetto di Mulino ad Arte, porta gli spettacoli nei piccoli borghi, fa incontrare le persone, parla di sostenibilità e attiva le comunità attraverso la bicicletta. A partire da Piossasco, nella provincia di Torino, il Teatro a Pedali fa pedalare il pubblico per alimentare l’impianto audio e luci del palco e proprio attraverso la bicicletta, il Festival allarga i suoi orizzonti e punta a coinvolgere un numero sempre maggiore di comunità.
Durante questa nuova edizione del Festival che durerà per tutta l’estate fino ad ottobre, Mulino ad Arte presenta due debutti importanti.
Il primo è il debutto nazionale, il 21 luglio a Monterosso Grana in provincia di Cuneo, della nuova produzione di Mulino ad Arte, “Margherito, c’è tempo per tornare a casa”, uno spettacolo dedicato a Margherita Molinengo , donna carismatica e figura mitica della Valle Grana, profonda conoscitrice del cielo stellato e dell’animo umano. Attraverso racconti e canzoni, Margherita ha condiviso la bellezza delle cose semplici e l'importanza delle presenze "apparentemente inutili"; in particolare era molto attenta al cielo buio della valle Grana e alla sostenibilità ambientale, che ha testimoniato attraverso la propria vita.
Dalla Valle Grana partirà anche il secondo nuovo progetto: “Pedalando fra le storie”, con il quale Daniele Ronco, attore e direttore artistico di Mulino ad Arte viaggerà in bicicletta di borgata in borgata per portare il teatro nei piccoli paesi, riscoprire la socialità di una volta e alimentare quella relazione tra attore, pubblico e contesto che sono linfa per lo spettacolo e la narrazione stessa.
Teatro a Pedali Festival
Il Teatro a Pedali è il format ideato da Mulino ad Arte, un service audio-luci composto da 10 bike e 12 fari a led: pedalando sulle biciclette, collegate a un impianto di accumulo, si genera l’energia necessaria per dare corrente al sistema. Attraverso un approccio di tipo esperienziale le persone vengono così sensibilizzate sul tema della sostenibilità ambientale.
Ideato nel 2019, il Teatro a Pedali è diventato un festival che da quattro anni illumina, grazie alla pedalata del pubblico, una rassegna di spettacoli estivi, talk, incontri e mostre a tema sostenibilità. Il Teatro a Pedali Festival continua fino a ottobre, date disponibili su: /www.teatroapedali.it/
Margherito, c'è tempo per tornare a casa
“Margherito”, nome in occitano per Margherita, è un nuovo progetto di drammaturgia che raccoglie e restituisce al pubblico le memorie di Margherita Molinengo (1906-2000) una donna vissuta in una piccola borgata della Val Grana, in provincia di Cuneo, che, ha lasciato un’impronta molto forte in chi l’ha incontrata, sostenuta e ascoltata. Margherita era una donna eco-sostenibile senza saperlo. In casa aveva poco: una stufa, una pentola, un ceppo di legno e qualche capra. Margherita è una figura archetipica, un modello che molti potranno, grazie al proprio bagaglio di esperienze, riconoscere come familiare e vicina a sé. Era sola senza esserlo: aveva una cerchia di persone che andavano a trovarla, anche solo per il gusto di sedersi accanto a lei e respirare la sua saggezza popolare, le sue poesie, le canzoni, i racconti di una vita che a detta sua non le ha dato molto ma che forse le ha donato cose preziose come la serenità a prescindere dal possesso e dai futili problemi del mondo.
Margherita aveva un legame intimo e ancestrale con il cielo e con le stelle. Depositaria di quei racconti che si tramandavano oralmente di generazione in generazione è stata l’ultima a conoscere le costellazioni con i loro nomi antichi, che riportano a un mondo montano e agreste che non esiste più, legati al tempo e ai ritmi del lavoro nei campi (la chiocciata, il portafusi, i tre falciatori, la portatrice del pane…) e che a loro volta dettavano il tempo del lavoro.
Margherita scriveva tantissimo. Nei suoi quaderni si trovano pensieri profondi nella loro semplicità. Sapeva usare l’immaginazione e rendeva vive e reali le storie che l’hanno accompagnata per tutta la vita.
Margherita amava cantare. I boschi e le montagne risuonavano della sua voce che riempiva ogni spazio. Una vita semplice, arcana, impossibile da immaginare oggi, ma piena di poesia, saggezza e di un ritmo dell’esistenza di cui forse, in un mondo che corre sempre più veloce senza lasciare spazio al silenzio o alla noia, abbiamo sempre più bisogno.
Tanto è il materiale che aiuterà il racconto a prendere forma: le registrazioni dei canti, i quaderni di Margherita, le cartoline e le lettere che le scrivevano le persone che l’avevano conosciuta, alcuni oggetti della sua casa, come la lampadina che illuminava le sue notti e il ceppo su cui sedeva, i ricordi di chi l’ha incontrata e interviste e materiale video che potranno accompagnare il racconto. Il racconto che scaturirà dalla ricerca teatrale vuole quindi rendere indelebile la memoria di Margherita e attraverso la sua storia e il suo legame con il cielo e le stelle raccontare lo spaccato di un’Italia diversa, antica e piena di poesia. E aiutare forse a ritrovare la bellezza dei cieli stellati in un mondo in cui stanno scomparendo.
Pedalando tra le storie
È un tour teatrale in bicicletta, con cui Daniele Ronco, attore e direttore artistico di Mulino ad Arte, raggiungerà le tappe del tour. Tre tour in cui per tre giorni Ronco pedalerà e incontrerà gli abitanti di altrettante borgate delle province di Cuneo, Bologna e Torino. L’obiettivo è portare la magia del teatro nei piccoli borghi periferici per riscoprire la meraviglia del racconto di comunità.
Daniele Ronco sarà accompagnato ogni giorno da una persona appartenente alla comunità ospitante, in una sorta di staffetta. Si sposterà in sella alla sua bicicletta nei piccoli centri, nelle valli alpine, sugli appennini. Chiederà alle comunità ospitanti un letto in cui dormire e un piatto caldo con cui rifocillarsi. E poi, via, verso la tappa successiva, in compagnia di un altro generoso ciclista.
Agli abitanti dei luoghi verrà chiesto di portare con sé storie del loro borgo, storie di saggezza popolare, miti e leggende di quei luoghi. Chi vorrà potrà raccontarle personalmente, oppure consegnare il testo nelle mani di Daniele, che lo interpreterà a primo ascolto, contribuendo di fatto a rinsaldare la memoria collettiva delle comunità ospitanti. Daniele avrà con sé un bagaglio di storie popolari, di brani tratti da grandi classici che potranno essere scelti dalle persone e raccontati in cerchio dall’attore, o seduti davanti a un falò, su una terrazza, in mezzo ad un cortile.
“Ricordo da bambino quando nella mia borgata c’era la vià. Era un modo per incontrarsi la sera dopo cena senza whatsapp. Chi voleva, adulti, bambini e anziani, ci si ritrovava nella piazzetta del borgo e si parlava. Si raccontavano storie, si giocava, si chiacchierava. Insomma si faceva comunità ed era una cosa normale. Adesso la vià non si fa più, almeno non nel borgo dove sono cresciuto. Voglio tornare a raccontare storie e a favorire l’incontro tra le persone in questi piccoli centri”, commenta Ronco.