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Cultura

(IL VIDEO) In Carnia riappare la cascata Radime, detta "Farina del diavolo". È tra le più alte d'Italia, con i suoi 230 metri di salto che nascono da una leggenda

Dopo le abbondanti piogge di questi giorni a Villa Santina, in Carnia, è riapparsa in tutta la sua bellezza l'effimera cascata Radime, una delle più alte d'Italia. Il salto d'acqua è chiamato anche "Farina del diavolo", a causa di un'interessante leggenda alpina che lo vede protagonista

di
Luigi Torreggiani
01 aprile | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Sono passate da poco le 17.30 a Villa Santina (UD), quando un timido raggio di sole sbucato da chissà dove irrompe nella grigia monotonia di una domenica di Pasqua all’insegna del maltempo.

 

Slavìne! si dice da queste parti: piove, piove forte, ormai da stamattina presto. Le famiglie, chiuse in casa davanti alle tavole imbandite, oggi non hanno di certo badato al paesaggio che si schiude al di là delle finestre, con le belle e sconosciute montagne della Carnia offuscate da tristi nuvole basse.

 

Eppure, un nutrito gruppo di persone è ora assiepato nel parcheggio di un supermercato lungo la statale della Val Degano. Tutti hanno gli smartphone in mano e il naso all’insù: osservano, fotografano, filmano con stupore un fenomeno naturale decisamente curioso e appariscente, che il raggio di sole inaspettato rende ancora più spettacolare.

 

 

Si tratta del “ritorno” della cascata Radime, un salto d’acqua tra i più alti e spettacolari d’Italia e d’Europa, ma caratterizzato dal suo essere effimero. Per settimane, per mesi, si mostra infatti come un sottilissimo rivolo che spesso è addirittura del tutto assente. Ma con lo scioglimento delle nevi, o a seguito di piogge molto consistenti come quelle di questi giorni, ecco la magia: il salto d’acqua si gonfia nel giro di poche ore, fino a diventare una cascata vera e propria, maestosa per la portata e straordinaria nella sua verticalità: 230 metri di salto nel vuoto, ben 70 in più delle famose cascate delle Marmore.

 

Ma a rendere la cascata Radime ancor più interessante è un’antica leggenda alpina, che le ha donato un secondo nome, quello con cui la chiamano gli abitanti. Un nome affascinante e sinistro, avvolto dal mistero: Farine dal Gjaul, “Farina del diavolo”.

 

La leggenda narra che in un mulino posto sul ciglio del rio Radime, sull’altipiano di Lauco, viveva una mugnaia che macinava il grano: una donna conosciuta per essere molto tirchia. Un giorno, un povero viandante affamato entrò nel mulino e chiese alla donna un pugno di farina. La donna, indispettita dalla richiesta del mendicante, gli disse che la farina non era sua, per questo non poteva donargliela. L’uomo affamato insistette, così la mugnaia recitò una frase emblematica: Se cheste farine a è mee, che il gjaul me la puarti vie, “Se questa farina è mia, che il diavolo me la porti via”. Mai avrebbe pensato di risvegliare gli spiriti degli inferi: un diavolo in carne ed ossa entrò nel mulino, afferrò i sacchi di farina e li gettò dal vicino strapiombo, facendo nascere la bianchissima e spumeggiante cascata.

 

Anche nei periodi di secca, sulle rocce, rimangono ben visibili delle caratteristiche macchie biancastre: sono date ovviamente da fenomeni erosivi, ma ricordano decisamente una diffusa infarinatura. 

 

 

Il ritorno dell'effimera “Farina del diavolo” non è soltanto uno spettacolare evento naturale da salutare con gioia, in anni segnati sempre più spesso da lunghi periodi siccitosi. La sua leggenda ci ricorda anche il valore dell'altruismo, altra merce assai rara di questi tempi.

 

Se vi troverete a passare dalla Val Degano, magari in piena estate, potreste non vedere affatto la cascata Radime, ma osservando le alte pareti macchiate di bianco che sovrastano Villa Santina pensate al viandante, alla mugnaia, al diavolo, al salto d'acqua che ogni tanto solca con forza maestosa e dirompente questa montagna: così simile al fiume impetuoso d'indifferenza che spesso invade la vita di tutti noi

 

 

Nei pressi della "Farina del diavolo" da alcuni anni è stata creata una ferrata molto atletica e verticale, chiamata proprio con il nome leggendario della cascata. Se vi interessa percorrerla potete trovare informazioni sull'interessante Blog "Ai piedi delle Carniche", che vi consigliamo anche per altre escursioni in queste zone. In questa immagine, tratta dal Blog, si può osservare il percorso della ferrata ma anche l'aspetto estivo della cascata: senza acqua, ma con la caratteristica infarinatura biancastra. 

 

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