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Cultura

Il racconto delle terre alte. Il sociologo e regista Michele Trentini ospite del podcast "Un quarto d'ora per acclimatarsi"

Michele Trentini, sociologo e documentarista specializzato nel campo dell'antropologia visuale, racconta il progetto Alpinestate nell'ultima puntata di Un quarto d'ora per acclimatarsi, il podcast de L'AltraMontagna che approfondisce i problemi ambientali e sociali sperimentati dalle terre alte tramite la voce di chi le vive, le affronta e le studia

di
Sofia Farina
04 marzo | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Scattando fotografie o registrando filmati, un occhio attento documenta non solo una pratica e il suo risultato, un luogo con le sue caratteristiche, ma anche l'insieme delle relazioni che questi sottendono e il loro evolversi nel tempo. Per la nuova puntata di “Un quarto d’ora per acclimatarsi” abbiamo approfondito il tema della narrazione delle terre alte con Michele Trentini, sociologo e documentarista pluripremiato che si è dedicato per molti anni al racconto della montagna e di chi in essa vive.

 

Trentini utilizza i metodi dell'antropologia visuale, la branca dell’antropologia che si occupa dello studio e della produzione delle immagini fotografiche e filmiche, per compiere il proprio lavoro di ricerca. 

 


Fotografia del progetto Alpinestate (crediti Michele Trentini)

 

L’ultimo progetto realizzato da Trentini è Alpinestate, con cui il regista ha voluto indagare come la pandemia ci ha fatto riconsiderare il nostro rapporto con il paesaggio e poi sfruttare questo tema per riflettere sul rapporto tra uomo turismo e natura. 

 

Attraverso una serie di quelle che Trentini stesso definisce delle inquadrature-visioni il film si pone come “un invito a cogliere la meraviglia e la complessità in alcuni paesaggi alpini della contemporaneità".

 

Le domande di ricerca alla base del progetto sono diverse: “Io ero interessato a capire quali sono i paesaggi alpini legati al turismo contemporaneo - spiega Trentini - a quello che si è sviluppato soprattutto negli ultimi anni, per cercare di capire anche che rapporto c'è tra gli elementi naturali e quelli umani”.

 

Per cercare le proprie risposte Trentini ha deciso di “lasciare il campo molto aperto: non c'è un soggetto vero e proprio, una sceneggiatura”. Quanto alla scelta dei luoghi da rappresentare e studiare, il regista spiega come si sia focalizzato su “dei luoghi non troppo lontani da casa, spesso familiari, ma fortemente legati al turismo”.

 


Fotografia del progetto Alpinestate (crediti Michele Trentini)

 

“Per ogni situazione sono rimasto anche alcune ore ad osservare senza camera, facendo delle lunghe riprese e io stesso poi sono rimasto sorpreso sia dai paesaggi che incontravo, che dalla presenza umana”.

 

Il progetto include anche una componente scritta, per la realizzazione della quale sono state incluse diverse voci: “A un certo punto mi è venuta voglia di coinvolgere altre persone e a partire dalla visione di questo documentario, chiedere loro le proprie impressioni, sensazioni, i propri punti di vista legati alle tematiche affrontate dal documentario”.  Tra le penne che corredano la componente visiva ci sono Paolo Costa, Marco Albino Ferrari, Pietro Lacasella, Giulia Mirandola, Marco Romano e Mauro Varotto. “Ovviamente si tratta di sguardi molto differenti perché tra essi ci sono un sociologo, un antropologo, uno storico, un geografo, uno scrittore, un critico cinematografico… - ha spiegato Trentini - la cosa che mi interessava era proprio far emergere proprio la complessità non solo dello sguardo filmico, ma della realtà che che il film racconta”.

 

Alpinestate si trova sulla piattaforma on-demand del Trento Film Festival, InQuota. 

 

Qui è possibile ascoltare la puntata, disponibile anche su tutte le principali piattaforme podcast (Spotify, Apple e Google Podcast, Audible):

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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