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Cultura

Cari politici, dobbiamo investire di più sulla bicicletta: la borraccia regalata da Tadej Pogačar si fa esortazione per incrementare cultura, sicurezza e infrastrutture

(L'editoriale) Il regalo Tadej Pogačar non l'ha fatto solo al bambino, ma a chiunque si sia emozionato guardando le immagini e a chi prova, da anni, a divulgare la cultura della bicicletta: tecnologia eccezionale non solo dal punto di vista sportivo, ma anche mezzo di trasporto potenzialmente vantaggioso nella vita di tutti i giorni

di
Pietro Lacasella
27 maggio | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Partiamo da un'immagine che, rimbalzando di social in social, è già diventata un'icona internazionale: sulla salita che porta al sacrario del Monte Grappa un bambino ricorre per qualche metro il dominatore del Giro d'Italia, Tadej Pogačar, per farsi regalare una borraccia. Lui ne prende una dal rifornimento a bordo strada e, senza pensarci due volte, senza nemmeno bere un goccio o staccare il gel energetico ad essa applicato, gliela porge immediatamente.

 

Un gesto semplice, se ci pensate: mancavano 21 chilometri al traguardo, poteva comunque fare affidamento su un'altra borraccia (ben visibile sul telaio, ma chissà se e quanto piena) e, probabilmente, aveva anche la possibilità di rifornirsi un'altra volta lungo la salita.

 

Ma è proprio nella semplicità che il messaggio prende forza, perché nel momento di massimo sforzo il ciclista sloveno ha trovato il modo di regalare a un bambino un ricordo indelebile che, in qualche modo, potrebbe influenzare le sue passioni future. 

 

E il regalo non l'ha fatto solo al bambino, ma a chiunque si sia emozionato guardando le immagini e a chi prova, da anni, a divulgare la cultura della bicicletta: tecnologia eccezionale non solo dal punto di vista sportivo, ma anche mezzo di trasporto potenzialmente vantaggioso nella vita di tutti i giorni.

 

Il problema è che un mezzo, per funzionare bene, dev'essere accompagnata da una solida rete strutturale, e in Italia (e lo scrivo per esperienza spostandomi principalmente a pedali) a parte qualche eccezione questa rete è quasi del tutto assente. Un vuoto che si fa ancora più marcato se gettiamo lo sguardo oltre i confini, verso nord, dove la cultura della bicicletta è socialmente radicata.

 

Nuovi e positivi approdi culturali devono essere sollecitati da azioni concrete. Un appello alla politica quindi, attraverso le quanto mai puntuali parole di Luigi Torreggiani: "Forse, a partire da questo piccolo-grande gesto, qualcuno ai piani alti della politica italiana dovrebbe avere una folgorazione e pensare: sì, è questo il momento. In un paese come l'Italia dobbiamo investire tantissimo di più sulla bicicletta, sia come sport che come mezzo di mobilità ed ecoturismo: sulla sicurezza, sulle infrastrutture, sulla cultura".

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