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Cultura

"Adesso diamo importanza anche ai sentimenti dei turisti?" Le alluvioni che hanno colpito diverse località montane invitano a riflettere sul rapporto visitatori-territorio

Da ogni incontro fioriscono commistioni culturali: nuove prospettive, che naturalmente possono essere positive o negative, e che sarebbe scorretto ignorare. Eppure la dilagante tendenza a generalizzare spinge a farlo. Quella del turista è infatti diventata un’etichetta che evoca preconcetti contaminanti

di
Pietro Lacasella
25 giugno | 12:16
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

"Adesso diamo importanza anche ai sentimenti dei turisti?"

 

Così mi è stato domandato sotto un recente articolo dove riportavo le parole di malinconia di una turista per l'esondazione del torrente Ghelpach, che ha allagato parte del centro di Asiago. Il tono visibilmente polemico del quesito in realtà invita a riflettere.

 

Sarebbe dunque corretto trascurare il pensiero dei turisti? Dal mio punto di vista no, perché in alcune località, che piaccia o meno, sono diventati parte integrante del tessuto sociale: almeno per qualche mese all'anno lo influenzano, così come modificano le traiettorie percettive di chi abita.

 

È una dinamica quasi ovvia, perché da ogni incontro fioriscono commistioni culturali: nuove prospettive, che naturalmente possono essere positive o negative, e che sarebbe scorretto ignorare. Eppure la dilagante tendenza a generalizzare spinge a farlo. Quella del turista è infatti diventata un’etichetta che evoca preconcetti contaminanti.

 

Tuttavia quello della purezza è un concetto che prova a materializzarsi solo nell’ideologia bieca di certi movimenti politico-culturali. Così scriveva Primo Levi:

 

“Perché la ruota giri, perché la vita viva, ci vogliono le impurezze, e le impurezze delle impurezze: anche nel terreno, come è noto, se ha da essere fertile. Ci vuole il dissenso, il diverso, il grano di sale e di senape”.

 

Quindi, per rispondere alla domanda, sì: bisogna dare importanza anche ai sentimenti dei turisti, perché con la loro presenza, con le loro emozioni, modellano il territorio e la visione del mondo delle persone che lo abitano. È una presa di consapevolezza importante, da cui partire per calibrare un rapporto di convivenza più equilibrato tra turisti e residenti.

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