"Zero termico vicino ai 5000 metri". La nuova ondata di calore aumenta l'instabilità delle pareti e il rischio distacchi: "Prestare attenzione"
"Una nuova, intensa, ondata di calore intesserà l'Italia e gran parte dell'Europa centrale tra domani (venerdì 9) e metà della prossima settimana. Sul nostro paese dovrebbe durare 6-7 giorni e risultare, almeno inizialmente, più intensa al centro-nord", così Giulio Betti, climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
"Una nuova, intensa, ondata di calore intesserà l'Italia e gran parte dell'Europa centrale tra domani (venerdì 9) e metà della prossima settimana. Sul nostro paese dovrebbe durare 6-7 giorni e risultare, almeno inizialmente, più intensa al centro-nord", spiega con un post su Instagram Giulio Betti, climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
"All'apice dell'ondata di calore - prosegue - tra domenica e martedì, attese massime tra i 35 e i 38 °C in Val Padana e tra i 37 e i 40 °C nelle zone interne peninsulari e nell'entroterra sardo. Valori leggermente più contenti sulle estreme regioni meridionali.
Le minime difficilmente scenderanno al di sotto dei 20 °C in pianura, sulle coste e in collina. Afoso in Val Padana, anche per via delle piogge pregresse, e sulle aree costiere.
Pianure del Nord, Toscana, Umbria e Lazio le zone che inizialmente registrando il maggior disagio termico.
Tra mercoledì e giovedì la rotazione dei venti dai quadranti meridionali dovrebbe spostare i massimi al Sud e sulle regioni adriatiche con valori anche superiori ai 40 °C. Temperature in lieve calo, ma sempre elevate, al Nord e sul medio alto versante tirrenico, ad eccezione della Romagna raggiunta da venti di caduta.
A parte una modesta flessione del campo barico attesa tra il 14 e il 15, le temperature si manterranno superiori alle medie almeno fino al 18-19 agosto".
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"Nei prossimi giorni - continua in un secondo post - lo zero termico si manterrà quasi costantemente al di sopra dei 4000 metri, anche sulle Alpi con apice domenica quando potrà sfiorare i 5000 metri. Non una buona notizia per i ghiacciai e per il permafrost di alta quota. Queste situazioni rendono più instabili e meno coese le pareti rocciose, specie quelle incoerenti, aumentando la probabilità di distacchi, inoltre indeboliscono le parti periferiche e scoperte dei ghiacciai. Prestare attenzione".
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