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Una missione glaciologica sul K2 per comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici sulla regione: l'iniziativa del Club alpino italiano

Il progetto del Cai studierà ghiaccio e neve del Karakorum, per capire così gli impatti dei cambiamenti climatici sulla regione e preparare una futura missione Ice Memory sul ghiacciaio Godwin-Austen, ai piedi del K2: si tratta di una delle ambizione iniziative che fanno parte del progetto K2-70 del Club, dedicato alla celebrazione del 70esimo anniversario della prima salita del 1954

di
F. S.
18 aprile | 08:05
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Studiare i ghiacciai per avere informazioni cruciali sull'evoluzione del clima globale: è questo l'obiettivo del Club alpino italiano nel promuovere una missione glaciologica sul K2, nel corso della quale un team italo-pakistano studierà neve e ghiaccio del Karakorum proprio per comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici e preparare una futura missione Ice Memory sul ghiacciaio Godwin-Austen, ai piedi della seconda cima più alta al mondo. Si tratta di una delle ambiziose iniziative che fanno parte del progetto K2-70 del Club, dedicato alla celebrazione del 70esimo anniversario della prima salita del 1954.

 

“Ice Memory – informa il Cai – è un progetto di ricerca internazionale riconosciuto dall'Unesco con un duplice obiettivo: raccogliere e conservare campioni di ghiaccio prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo che potrebbero scomparire o ridursi moltissimo a causa del riscaldamento globale. L'Italia è tra i capofila del progetto, sotto la guida dell'Istituto scienze polari del Cnr e l'Università Ca' Foscari di Venezia, assieme alla Fondation Université Grenoble Alpes francese”.

 

Alpiniste italiane e pakistane (Federica Mingolla, Silvia Loreggian, Anna Torretta, Cristina Piolini, Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar, Samana Rahim assieme alla dottoressa Lorenza Pratali, alpinista e ricercatrice dell’Istituto di Fisiologia del Cnr esperta in medicina di montagna) partiranno assieme, continua il Cai: “Per una spedizione destinata a lasciare un'impronta importante nella storia dell'alpinismo italiano, non solo per l'impresa sportiva ma soprattutto per l'esperienza umana, il valore e il lascito che rappresentano il cuore di questo progetto. E in occasione di questo giubileo di platino il progetto del Cai desidera lasciare un’eredità importante perché celebrare la conquista del K2 significa anche ricordarne il valore scientifico: nel 1954 Ardito Desio guidò, oltre agli alpinisti, un gruppo di ricerca sulla geografia, geologia e topografia dell’area. Oggi, a 70 anni di distanza e in occasione della Giornata Mondiale della Terra – la più grande manifestazione ambientale del pianeta, in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia – la spedizione K2-70 ribadisce l’importanza dell’esplorazione scientifica e supporta un team composto da scienziati e scienziate italiani e pakistani che lavoreranno sul ghiacciaio Godwin-Austen. L'intento è studiare per la prima volta la neve e il ghiaccio di quella regione così cruciale per gli equilibri del subcontinente indiano”.

 

La missione, che partirà dall’Italia a metà giugno e durerà circa 40 giorni, con 10 giorni di attività di ricerca in campo, è organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, entrambi enti co-fondatori della Ice Memory Foundation, assieme a EvK2CNR, con il supporto della Environmental Protection Agency del Gilgit-Baltistan, Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia, con il contributo del Cai e del Ministero dell’Università e della Ricerca.

 

L'obiettivo principale della spedizione scientifica è quello di valutare la fattibilità di una perforazione profonda nel Karakorum pakistano: “In quest’area – continua il Cai – solo il ghiacciaio di Guliya, ubicato nel Tibet settentrionale, è stato perforato in passato. Il team estrarrà alcune carote di ghiaccio superficiali arrivando fino a 12-15 metri di profondità nella porzione più elevata del ghiacciaio Godwin-Austen, ad una quota compresa tra i 5500 e 6000 metri. Inoltre, sarà misurata la temperatura nel ghiacciaio, saranno raccolti campioni di neve per verificare la presenza di contaminanti e saranno svolte delle indagini geofisiche per comprendere la conformazione del terreno e del ghiacciaio. Grazie al progetto internazionale Ice Memory, questo eccezionale campione di ghiaccio contenente informazioni sul clima e sull’ambiente himalayano del passato potrebbe essere conservato in Antartide in una ‘bibliotecadei ghiacci pensata per le future generazioni di scienziati, che non avranno più a disposizione i ghiacciai così come li vediamo oggi, a causa del cambiamento climatico”.

 

Capospedizione del progetto sarà Agostino Da Polenza, presidente di EvK2Cnr (associazione che si occupa di ricerca scientifica e tecnologica in alta e altissima quota che organizza anche la missione) che partirà con le atlete per il Pakistan per la scalata il 15 giugno, con arrivo al campo base il 29 giugno dove cominceranno le attività alpinistiche e l'acclimatamento, per poi tentare la vetta nella seconda metà di luglio: “Il gruppo – conclude il Club Alpino – sarà guidato da Jacopo Gabrieli, ricercatore del Cnr, e dalla guida alpina Paolo Conz, assieme a due tecnici della Gilgit-Baltistan-Environmental Protection Agency, che da anni collaborano sul ghiacciaio del Pakistan con il supporto di EvK2Cnr, e Maurizio Gallo, ingegnere e guida alpina di EvK2Cnr. Opererà per una decina di giorni a monte del campo base avanzato del K2, in un campo remoto allestito appositamente per gli scienziati a una quota di circa 5.600 metri. La ricerca si svolgerà in un’area di circa 20 chilometri tra i 5.500 e i 6.000 metri di quota”.

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