La strategia del dragone: lo spopolamento montano si combatte con investimenti
Le pompe di calore e il trasporto elettrico saranno un tassello fondamentale delle nostre economie e delle nostre vite in un’ottica di decarbonizzazione tramite tre azioni combinate: la riduzione della domanda primaria, il miglioramento dell'efficienza tecnologica e l’elettrificazione dei consumi. A fronte di alti investimenti, pubblici e privati, la transizione energetica di questi settori può essere il volano per nuovi settori lavorativi e per le attuali filiere produttive delle terre alte: l'Alto Adige, con il "KlimaPlan 2040", sta tracciando la strada. Mentre in Cina nel 2024 il 10% del PIL è arrivato dalle tecnologie pulite, in Europa si cerca di smantellare le politiche energetiche e climatiche
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di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Le pompe di calore e il trasporto elettrico saranno un tassello fondamentale delle nostre economie e delle nostre vite in un’ottica di decarbonizzazione. A fronte di alti investimenti, pubblici e privati, la transizione energetica di questi settori può essere il volano per nuovi settori lavorativi anche nelle terre alte, dove l’efficienza energetica, lo sviluppo di nuove filiere locali e l’integrazione di fonti rinnovabili potrebbero giocare un ruolo decisivo per le economie di valle.
Secondo un nuovo studio di Nature Energy, l’obiettivo di abbattere le emissioni al 2050 a livello globale nei settori dell’edilizia e dei trasporti è possibile, con le tecnologie attuali, tramite tre principali azioni: la riduzione della domanda primaria, il miglioramento dell'efficienza tecnologica e l’elettrificazione dei consumi. Queste tre azioni potrebbero ridurre le emissioni del 51-85% negli edifici e del 37-91% nei trasporti rispetto a uno scenario di politiche climatiche attuali. L’elettrificazione dei sistemi di riscaldamento e di trasporto rimane l’azione a potenziale maggiore per la riduzione diretta delle emissioni: anche in questo caso la parola d’ordine è elettrificare i consumi (tramite l’installazione di pompe di calore o l’utilizzo di veicoli elettrici) per poi abbattere le emissioni legate alla generazione di energia (tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili e la dismissione delle centrali a combustibili fossili). Percorrere solo una delle strategie sopra riportate può portare dei vantaggi a livello politico ma non aiuta a mitigare le emissioni: combinare le tre soluzioni risulta fortemente vantaggioso dal punto di vista del sistema energetico perché permetterebbe di contenere i costi degli investimenti sull’infrastruttura elettrica.
SU COSA CONCENTRARSI, DA SUBITO
Il settore immobiliare e il settore dei trasporti sono, per definizione, dei settori “easy to abate”, cioè sono settori dove la riduzione delle emissioni è relativamente semplice se attuata con le tecnologie attuali presenti sul mercato. Gli altri settori dove è difficile ridurre le emissioni, come l’industria del cemento, quella chimica, quella dell’acciaio e del trasporto aereo e sono appunto definiti come settori “hard to abate”.
Suddivise nelle tre macro-categorie sopra riportate (ridurre, efficientare ed elettrificare), alcune azioni sono già previste dalle direttive europee mentre altre si potrebbero implementare nel corso dei decenni. Efficientamento energetico degli edifici, elettrificazione della generazione di energia termica e integrazione di rinnovabili, investimenti sul trasporto pubblico ed elettrificazione dei trasporti sono solo alcuni spunti per la riduzione delle emissioni e la conseguente riduzione della dipendenza geopolitica dai paesi produttori di petrolio. La provincia autonoma di Bolzano, con il "KlimaPlan 2040", sta già implementando molte di queste azioni anche tramite l'ausilio di incentivi pubblici in modo da rendere resiliente l'economia locale e supportare artigiani e imprese nella transizione ecologica.
Le aree montane potrebbero beneficiare in modo particolare dalla transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio. La promozione di pratiche sostenibili nell'edilizia e nei trasporti potrebbe rendere le valli e le comunità montane destinazioni più attraenti per il turismo sostenibile, creando nuove opportunità economiche attraverso lo sviluppo di energie rinnovabili, nuove filiere produttive di materiali locali e la produzione di biocarburanti. La transizione potrebbe incentivare la valorizzazione delle risorse locali, come il legno per la bioedilizia e i prodotti agricoli per i biocarburanti, migliorando la qualità della vita nelle aree montane attraverso la riduzione dell'inquinamento atmosferico e acustico. L'adozione di pratiche sostenibili potrebbe aumentare la resilienza delle comunità montane all'aumentare degli eventi estremi indotti dal cambiamento climatico, che hanno un impatto significativo su queste aree fragili.
Qui sotto una tabella riepilogativa con i principali passaggi riportati nello studio.
Scenario | Descrizione e presupposti | |
Riduzione dell'attività e cambiamenti | Edifici:
Trasporti:
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Miglioramenti tecnologici |
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Elettrificazione e carburanti | Edifici:
Trasporti:
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LA STRATEGIA DEL DRAGONE
Quando si parla di massicci investimenti nelle rinnovabili e nell’elettrificazione, bisogna guardare al lontano Est, alla Cina. Nel 2024 le tecnologie “pulite” (veicoli elettrici, batterie, energia solare ed eolica e trasporti su rotaia) hanno contribuito a più del 10% del PIL nazionale, superando altri settori cruciali come quello immobiliare. Il valore di questo settore dell’economia cinese vale circa 1500 miliardi di Euro.
La strategia energetica cinese è chiara: nonostante la nuova presidenza statunitense voglia ritornare a puntare sui combustibili fossili, il gigante asiatico continuerà nel suo percorso verso le emissioni zero al 2060, come confermato durante COP29. L’Europa, che fissa al 2050 il proprio target per l’azzeramento delle emissioni, negli ultimi mesi, sta rivalutando l’addio al motore a combustione interna, alle caldaie e, in generale, sta rivalutando gli obiettivi climatici per supportare dei settori industriali sempre più in difficoltà, come l’automotive, incapaci di cogliere le sfide future ma molto presenti quando si tratta di smantellare le politiche climatiche dell’Unione Europea. In questo modo la produzione dei pannelli fotovoltaici, delle macchine elettriche e delle tecnologie a basso impatto ambientale resta nelle mani cinesi.