Stop definitivo alle motoslitte nel comprensorio di Chamrousse: la Corte di Cassazione francese pone fine a oltre due decenni di controversie legali
La sentenza, pronunciata il 19 novembre 2024, dichiara definitivamente illegali le escursioni in motoslitta organizzate a Chamrousse, nell'Isère. Questa vittoria rappresenta il coronamento di una mobilitazione trentennale da parte delle associazioni
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Tra le attività umane che minacciano l’ambiente alpino, c'è anche lo snowmobiling, l’uso ricreativo delle motoslitte, che rappresenta una sfida cruciale per la tutela degli ecosistemi naturali e di chi li frequenta. Una recente decisione della Corte di Cassazione francese ha riaffermato l'illegalità di queste pratiche, offrendo un segnale forte per la protezione delle montagne.
Le motoslitte impattano gli ecosistemi montani in inverno, quando le specie animali sono più vulnerabili. Un esempio emblematico è il gallo forcello (Lyre Tetra), che si affida alla neve per sopravvivere: il passaggio delle motoslitte distrugge i loro rifugi, causando stress e mettendo a rischio la loro sopravvivenza.
Ma non sono solo gli animali a patire il loro passaggio. Infatti, il rumore, l'inquinamento atmosferico e le luci delle motoslitte disturbano anche gli escursionisti e gli abitanti delle montagne, compromettendo la pace e la sicurezza di chi cerca un’esperienza immersiva nella natura. La pratica dello snowmobiling, inoltre, provoca danni diretti al suolo e alle foreste, aggravando l’erosione e alterando il delicato equilibrio degli ecosistemi alpini.
Per contrastare questi rischi, la Francia ha introdotto nel 1991 la legge n. 91-2, che regola l'uso di veicoli a motore nelle aree naturali, vietando esplicitamente le attività motorizzate fuori dai percorsi autorizzati. In montagna, la normativa è ancora più restrittiva: l’uso ricreativo delle motoslitte sulla neve è proibito, salvo per scopi specifici e regolati.
Questa legge si fonda su tre principi fondamentali: la protezione delle aree naturali e la mitigazione dei disturbi agli altri utenti della montagna; l’obiettivo di moralizzare l’uso della natura, promuovendo pratiche rispettose; e infine la tutela degli habitat, riconosciuta come interesse generale dalla legislazione sulla protezione della natura del 1976.
Nonostante il quadro normativo, alcune società e amministrazioni hanno continuato a ignorare i divieti, comela società Espace Gliss, attiva nel comprensorio sciistico di Chamrousse, dove offriva escursioni in motoslitta. Dopo anni di denunce da parte di associazioni ambientaliste come Mountain Wilderness e France Nature Environment Isère, il tribunale ha giudicato illegale l’attività, confermando nel 2024 la confisca delle motoslitte e le pesanti sanzioni a carico dell’azienda.
Questo caso ha stabilito un precedente importante: anche in presenza di autorizzazioni comunali, l’uso ricreativo delle motoslitte in ambienti naturali è vietato. Le decisioni dei giudici sottolineano che le concessioni irregolari non possono prevalere sul rispetto della legge ambientale.
La sentenza della Corte di Cassazione ha conseguenze di portata nazionale: molte località montane, che in passato hanno rilasciato permessi analoghi, saranno ora costrette a rivedere le loro pratiche. La decisione non solo rafforza la posizione delle associazioni ambientaliste, ma rappresenta un passo avanti verso un'applicazione uniforme delle norme.
Nel frattempo, la resistenza non manca. Lo scorso settembre, i sostenitori dello snowmobiling hanno manifestato nella città di Gap contro le restrizioni, dimostrando come il dibattito su ambiente e sviluppo economico resti acceso.
E anche se a 33 anni dall'introduzione della legge, la sua piena applicazione è ancora una sfida, questa sentenza storica offre speranza.