Monte Rosa: in appena due secoli l'estensione del ghiacciaio del Lys si è ridotta del 30%, con un arretramento della fronte di oltre 3,4 chilometri
Il ghiacciaio del Lys ha affascinato per secoli studiosi, alpinisti e abitanti delle Alpi, ma oggi la sua maestosità è messa in serio pericolo da un fenomeno che, anno dopo anno, ne ridisegna i contorni: il cambiamento climatico. Il report congiunto realizzato dal Comitato Glaciologico Italiano e Greenpeace sull’estate 2024 fornisce un quadro aggiornato e preoccupante dello stato di salute del Lys, confermando un declino che sembra ormai inarrestabile
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Situato sul Monte Rosa, il ghiacciaio del Lys ha affascinato per secoli studiosi, alpinisti e abitanti delle terre alte. Tuttavia, oggi la sua maestosità è messa in serio pericolo da un fenomeno che, anno dopo anno, ne ridisegna i contorni: il cambiamento climatico. Il report congiunto realizzato dal Comitato Glaciologico Italiano e Greenpeace sull’estate 2024 fornisce un quadro aggiornato e preoccupante dello stato di salute del Lys, confermando un declino che sembra ormai inarrestabile.
Il ghiacciaio si sviluppa a partire da un vasto bacino di accumulo, alimentato dalle cime dei Lyskamm, e scende con una lingua glaciale che raggiungeva in passato la quota di circa 2.400 metri. Nel corso del XIX secolo, il Lys si estendeva per 12,75 chilometri quadrati e rappresentava una delle masse glaciali più estese del versante italiano delle Alpi. Oggi, dopo oltre due secoli di progressivo ritiro, la sua superficie si è ridotta a 8,82 chilometri quadrati, che equivale a una riduzione del 30% della sua estensione.
Le misurazioni effettuate nell’ultimo secolo ci permettono di tracciare una cronaca dettagliata di questa lenta agonia. La sua massima espansione, registrata durante la Piccola Età Glaciale nel 1820, lasciò tracce visibili nella morena frontale più esterna, che ancora oggi si erge come un monumento naturale al passato. Da quel momento, il ghiacciaio ha subito una serie di arretramenti intervallati da brevi fasi di avanzata, come quella osservata tra il 1913 e il 1921. Tuttavia, il bilancio complessivo è stato nettamente negativo, con un arretramento della fronte glaciale di oltre 3,4 chilometri e una perdita volumetrica stimata in 145 milioni di metri cubi di ghiaccio tra il 1925 e il 2008.
Il declino del Lys non è solo una questione di numeri. I cambiamenti morfologici che lo hanno interessato negli ultimi decenni sono impressionanti. Le due colate principali, un tempo unite a formare un’unica lingua valliva, si sono separate nel 2008, lasciando una porzione di “ghiaccio morto” che si è rapidamente dissolta. Questo evento ha segnato un punto di svolta per la dinamica del ghiacciaio: il plateau che un tempo alimentava la lingua valliva non è più collegato direttamente alla fronte attiva, riducendo drasticamente la capacità del ghiacciaio di rigenerarsi.
Le conseguenze di questo ritiro sono visibili anche nella piana proglaciale sottostante, un’area che un tempo era caratterizzata dalla presenza di imponenti morene laterali e frontali. Oggi queste strutture mostrano segni evidenti di dissesto, con frane e collassi che testimoniano l’instabilità di un territorio in rapido mutamento. Alla base della fronte glaciale si sono formati laghi proglaciali che, pur conferendo una bellezza suggestiva al paesaggio, rappresentano un rischio crescente per le comunità locali a causa del potenziale di esondazioni e colate detritiche.
Il Ghiacciaio del Lys non è solo un simbolo del paesaggio alpino, ma anche una risorsa vitale per l’intera Valle di Gressoney. Il torrente Lys, che trae origine dal ghiacciaio, è fondamentale per il rifornimento idrico della valle, per l’irrigazione e per la produzione di energia idroelettrica. Tuttavia, con il progressivo ritiro della massa glaciale, il flusso d’acqua durante i mesi estivi si è ridotto, mettendo in difficoltà gli ecosistemi locali e le attività umane che dipendono da questa risorsa.
Il report del Comitato Glaciologico e di Greenpeace mette in evidenza anche come il Lys sia uno dei ghiacciai meglio documentati delle Alpi italiane. Per oltre un secolo, le sue variazioni sono state monitorate con costanza, a partire dalle prime campagne di rilevamento condotte dal professor Umberto Monterin nel 1913. La continuità di queste osservazioni ha permesso di costruire un archivio unico nel suo genere, che combina dati storici, analisi fotografiche, rilievi topografici e, più recentemente, immagini satellitari multispettrali. Questo patrimonio di conoscenze non solo ci aiuta a comprendere meglio l’evoluzione del Lys, ma ci offre anche uno strumento prezioso per studiare gli effetti del cambiamento climatico su scala globale.
Le immagini satellitari raccolte tra il 1975 e il 2024 mostrano chiaramente l’assottigliamento progressivo del ghiacciaio e la riduzione della copertura nevosa durante le estati. La tecnologia moderna, inclusi i rilievi laser scanner e i modelli tridimensionali dell’area, ci consente di osservare nel dettaglio i cambiamenti nella struttura e nella morfologia del Lys. Tuttavia, nonostante la precisione di questi strumenti, il messaggio che emerge è inequivocabile: il ghiacciaio è destinato a scomparire se non si interviene con decisione per contrastare il riscaldamento globale.
La situazione del Lys è emblematica di quanto sta accadendo a tutti i ghiacciai alpini. Queste masse glaciali, che per millenni hanno modellato il paesaggio montano e fornito risorse essenziali alle comunità locali, sono ora tra le vittime più evidenti della crisi climatica. Il loro declino ci ricorda che le montagne non sono solo luoghi che regalano meraviglia e avventura, ma anche ecosistemi delicati e interconnessi, la cui salute riflette la stabilità dell’intero pianeta. Di fronte a questa realtà, il nostro ruolo diventa cruciale: la protezione dei ghiacciai e l’adattamento ai cambiamenti in atto richiedono non solo iniziative scientifiche e politiche, ma anche una maggiore consapevolezza si da parte di chi vive e lavora in questi territori, sia da chi ne dipende a valle.