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Ambiente

Mentre le Alpi si sollevano (circa 1-2 millimetri l’anno), la Pianura Padana sprofonda: i motivi sono anche legati alle attività antropiche

Grazie a European Ground Motion Service, una delle piattaforme fornite dal programma europeo Copernicus, possiamo visualizzare i movimenti del suolo (e quindi delle aree montuose italiane) con incredibile precisione e su una mappa interattiva

di
Sofia Farina
03 dicembre | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Il nostro territorio è un mosaico di cambiamenti geologici, climatici e antropici, e grazie al remote sensing (che è l'osservazione del pianeta da satellite) e una fitta rete di strumenti a terra, è possibile osservarne l’evoluzione con una precisione senza precedenti. Tra gli strumenti più utili, in questo senso, secondo l’ingegnere ambientale Giacomo Poletti, c'è il programma europeo di osservazione satellitare Copernicus per monitorare i movimenti del suolo. "Grazie a Copernicus, possiamo osservare con precisione millimetrica gli spostamenti del terreno, verso l’alto o verso il basso, e capire come questi fenomeni interagiscono con il clima e il meteo" spiega Poletti.

 

Tra le piattaforme offerte da Copernicus, infatti, c'è l’European Ground Motion Service, che consente di visualizzare i movimenti del suolo su una mappa interattiva. "La mappa è uno strumento straordinario," aggiunge Poletti: "In blu o azzurro si individuano le aree in cui il suolo si solleva, mentre in arancione o rosso si osservano le zone in calo".


L’analisi di questi dati (che sono disponibili a tutti, liberamente) rivela dinamiche di grande rilievo: "Le Alpi, soprattutto nella parte centrale della catena, sono in sollevamento, con velocità fino a 1-2 millimetri l’anno. Questo è il risultato diretto della spinta della placca africana contro quella euroasiatica," afferma. Un fenomeno analogo, anche se meno marcato e più disomogeneo, interessa gli Appennini. Questi movimenti ascendenti contrastano con la situazione della bassa Pianura Padana e delle coste dell’Alto Adriatico, dove si assiste a una significativa subsidenza. "In queste zone il terreno si abbassa anche di 5 millimetri l’anno, principalmente a causa dell’assestamento del materasso alluvionale, ormai privo del costante apporto di sedimenti fluviali, e degli emungimenti d’acqua per usi agricoli e industriali," spiega.

 

Poletti cita Bologna come un esempio emblematico di subsidenza: "A nord-est della città il suolo scende fino a due centimetri l’anno, a causa dello sfruttamento intensivo della falda acquifera. Questo fenomeno sta aggravando criticità già esistenti, come il rischio di crollo della torre della Garisenda". Fenomeni simili si riscontrano anche nel Foggiano, dove l’eccessivo prelievo dalle falde acquifere sta provocando un abbassamento significativo del suolo.


Al contrario, le aree vulcaniche mostrano sollevamenti localizzati ma di grande intensità: "Nei Campi Flegrei, ad esempio, il suolo è salito di ben 120 centimetri dal 2005 a oggi, con variazioni particolarmente evidenti nel Rione Terra di Pozzuoli" evidenzia. Anche sull’Etna si osservano dinamiche di sollevamento: "Dal 10 agosto 2021, il lato sud-est del vulcano ha raggiunto una nuova vetta, mentre il versante opposto si sta abbassando." Infine, Poletti cita il Vesuvio, il cui comportamento, pur in quiescenza, può essere analizzato attraverso questi dati di alta precisione.

 

"La possibilità di accedere a queste informazioni in tempo reale è una risorsa fondamentale," conclude Poletti. "Non solo ci permette di comprendere meglio il nostro territorio, ma ci dà anche gli strumenti per anticipare rischi e pianificare interventi sostenibili, sia per proteggere l’ambiente che per salvaguardare il patrimonio culturale".

 

Grazie alla tecnologia avanzata di Copernicus e alla capacità di leggere i dati che essa offre, possiamo guardare il nostro pianeta con occhi nuovi e più consapevoli.

 

 

 

Fonte delle immagini: Copernicus EU.

 

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