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Ambiente

Manuale d'istruzioni per evitare una catastrofe: in Himalaya si sperimenta un nuovo sistema di allerta precoce per le inondazioni

Se per noi le inondazioni che portano via strade, case e vite umane nelle Alpi e sugli Appennini sono una novità alla quale abbiamo capito di doverci abituare, per gli abitanti delle terre alte dell'Asia, periodicamente colpite da intensi monsoni, si tratta della normalità. Per questo motivo, si tratta di regioni in cui da tempo si studiano e sperimentano nuove modalità per affrontare e fronteggiare la potenza dell'acqua

di
Sofia Farina
01 luglio | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Se per noi le inondazioni che portano via strade, case e vite umane nelle Alpi e sugli Appennini sono una novità alla quale abbiamo capito di doverci abituare, per gli abitanti delle terre alte dell'Asia, periodicamente colpite da intensi monsoni, si tratta della normalità. Per questo motivo, si tratta di regioni in cui da tempo si studiano e sperimentano nuove modalità per affrontare e fronteggiare la potenza dell'acqua.

 

Proprio questa settimana, ben 74.000 persone sono state evacuate in sicurezza prima che un'alluvione colpisse i villaggi lungo il fiume Khando, in Nepal, grazie a un sistema di allerta comunitaria.

 

A comunicarlo è l'Icimod, l'organo intergovernativo che si occupa l'Hindu Kush Himalaya, e di cui sono membri Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cina, India, Nepal, Myanmar e Pakistan. L'organo è infatti stato pioniere nella ricerca e nell'implementazione di questi strumenti, che si dimostrano efficaci dal punto di vista dei costi e che vengono gestiti dalle comunità, in collaborazione con i governi locali e la società civile.

 

 

 

 

 

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I sistemi di "early warning" sono una componente importante delle strategie di gestione del rischio che, essenzialmente, definiscono il rischio di inondazione con precisione e lanciano degli allarmi quando questa sta per verificarsi. Per farlo, il sistema in questione, che ha salvato migliaia di persone, monitora il livello dell'acqua nel fiume sotto osservazione, e lo comunica direttamente alla comunità che abitano lungo il suo corso.

 

Le informazioni di preallarme provengono da individui o organizzazioni che generano un messaggio di rischio e lo inviano alle autorità interessate e alle comunità vulnerabili.

 

La principale fonte di informazioni e colui che prende le decisioni è il custode. Infatti le informazioni generate dagli strumenti di monitoraggio devono essere lette e verificate dal custode per generare informazioni corrette di allerta precoce. Ogni informazione fornita dalla fonte deve essere affidabile, tempestiva e coerente. Inoltre, il custode deve formulare un messaggio di allarme chiaro e standardizzato, in modo che i destinatari possano comprenderlo appieno e agire di conseguenza.

 

 

I destinatari dell'avviso sono persone nodali a valle che fanno parte della rete di comunicazione. Queste persone ricevono il messaggio di allerta da diversi canali (ad esempio direttamente dalla fonte, come un custode o altre autorità interessate) e lo comunicano immediatamente alle famiglie a rischio. Ci possono essere vari livelli di destinatari, a seconda della distanza dell'insediamento vulnerabile lungo il fiume e dell'urgenza di trasmettere le informazioni.

 

Il messaggio di avvertimento dalla fonte ai destinatari può essere testuale, verbale/audio (sirena, telefono, megafono) o visivo (bandiera, cartello). I messaggi di allerta devono essere concisi, comprensibili, coerenti e adattati alle esigenze specifiche dei destinatari.

 

I principali attori della rete di comunicazione sono il custode o il lettore del misuratore, le autorità locali per la gestione dei disastri, i capi villaggio e i leader influenti, le organizzazioni scientifiche o di soccorso, i media e le comunità vulnerabili: ogni attore deve avere ruoli e responsabilità predefiniti da svolgere prima, durante e dopo il disastro.

 

 

I rappresentanti dell'Icimod sottolineano l'importanza di investire in questi sistemi ora che quasi due milioni di persone, solo in Nepal, si trovano a rischio di inondazioni durante il monsone in corso e soprattutto ora che i rischi idrici destinati ad aumentare in frequenza e gravità. L'obiettivo, per l'organo intergovernativo, è quello di aumentare la scala di azione di questi strumenti e rendere l'Allerta precoce per tutti una realtà nell'Hindu Kush Himalaya.

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