Maggio 2024 è stato ufficialmente il più caldo mai registrato. Burgess:"Il clima continua ad allarmarci, gli ultimi 12 mesi hanno battuto record mai visti prima"
Il mese di maggio 2024 è stato, ufficialmente e a livello globale, il più caldo mai registrato, con una temperatura superficiale media superiore di di 0,65°C rispetto alla media 1991-2020 e di 1,52°C rispetto al periodo pre-industriale. I risultati delle analisi mensili del Copernicus Climate Change Service
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Come da consuetudine, l'inizio del mese viene accompagnato dalle statistiche realizzate dal Copernicus Climate Change Service sulle variabili climatologiche del mese precedente, e come da consuetudine, il risultato di tali analisi è il medesimo che abbiamo letto e raccontato negli scorsi mesi: il mese di maggio 2024 è stato il più caldo, a livello globale, di qualsiasi maggio mai registrato.
Il Copernicus Climate Change Service, realizzato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio per conto della Commissione europea con il finanziamento dell'UE, pubblica regolarmente bollettini climatici mensili che riportano i cambiamenti osservati nelle temperature superficiali globali dell'aria e del mare, nella copertura del ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche. Il bollettino emesso oggi include anche informazioni sulla primavera boreale (marzo-aprile-maggio), e i risultati in esso riportati si basano su miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo.
Il mese di maggio 2024, cone una temperatura media dell'aria in superficie superiore di 0,65°C rispetto alla media 1991-2020 e di 1,52°C rispetto al periodo pre-industriale, è stato più caldo a livello globale rispetto a qualsiasi altro maggio precedente nei dati registrati, "battendo" di 0,19°C il precedente massimo stabilito nel maggio 2020.
Si tratta del dodicesimo mese di fila a risultare il più caldo nel record dei dati per il rispettivo mese dell'anno. E, come sottolinea Copernicus, sebbene insolita, una serie simile di record mensili di temperatura globale si è verificata in precedenza nel 2015/2016.
Come forse avremo ormai imparato, un dato che è importante tenere d'occhio oltre alla temperatura dell'aria è quello della temperatura superficiale del mare, che per maggio 2024 su 60°S-60°N è stata di 20,93°C, il valore più alto mai registrato per il mese. Anche in questo caso, continua la serie di record: si tratta del il quattordicesimo mese consecutivo in cui la temperatura superficiale del mare è stata la più calda nel record dei dati per il rispettivo mese dell'anno.
Samantha Burgess, direttrice del centro di analisi, ha dichiarato: "Il clima continua ad allarmarci - gli ultimi 12 mesi hanno battuto record mai visti prima - causato principalmente dalle nostre emissioni di gas serra e da un'ulteriore spinta dell'evento El Niño nel Pacifico tropicale. Finché non raggiungeremo l'azzeramento delle emissioni globali, il clima continuerà a riscaldarsi, a battere record e a produrre eventi meteorologici ancora più estremi. Se decidiamo di continuare ad aggiungere gas serra all'atmosfera, il 2023/4 apparirà presto come un anno freddo, in modo simile a come appare ora il 2015/6".
Le condizioni della primavera boreale 2024 rispecchiano in gran parte quelle osservate a maggio: è stata prevalentemente più umida della media, come dimostrano le precipitazioni, l'umidità del suolo e l'umidità relativa, in gran parte dell'Europa occidentale, nella Russia più occidentale e in parte del Caucaso meridionale. Mentre le regioni più secche della media comprendono la Scandinavia settentrionale, la maggior parte dell'Europa orientale e la Spagna orientale, dove le forti precipitazioni su parte della Spagna nord-orientale verso la fine di aprile hanno contribuito solo localmente ad alleviare i bacini idrici colpiti dalla siccità.
Come si può osservare dal grafico in cui sono riportate le anomalie (ovvero le differenze rispetto al valore medio di riferimento calcolato sul periodo 1991-2020) le Alpi, e in particolare gli estremi occidentali e orientali, sono state notevolmente più umide della media, mentre gli Appennini, soprattutto quelli Centrali e Meridionali, sono stati decisamente più secchi.