Contenuto sponsorizzato
Ambiente

L'ultimo, grande, sacrificio ambientale? Il Vallone delle Cime Bianche verrà immolato a favore di un Dio molto potente: lo sci

(L'editoriale) Il sacrificio prevede la realizzazione, in un'area di grande rilevanza naturalistica - fa parte di Rete Natura 2000 -, di una funivia capace di collegare il comprensorio del Cervino a quello del Monte Rosa, per dare così vita al più grande distretto sciistico d'Europa nonché terzo al mondo. Si parla infatti di 580 chilometri di piste distribuiti in ben cinque vallate. Perché non convertire il progetto, facendo del Vallone Cime Bianche un territorio-avanguardia del turismo dolce? Perché non fare leva sulla poesia e sul fascino degli elementi in esso già esistenti?

di
Pietro Lacasella
15 luglio | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La vittima sacrificale questa volta è una valle laterale della splendida Val d'Ayas, conosciuta dai più con il nome di Vallone delle Cime Bianche

Verrà immolata a favore di un Dio molto potente, che solo sulle Alpi italiane può vantare quasi 5000 chilometri di piste e 198 comprensori. Questa divinità, come avrete capito, si chiama Sci.

 

Il sacrificio prevede la realizzazione, in un'area di grande rilevanza naturalistica (fa parte di Rete Natura 2000), di una funivia capace di collegare il comprensorio del Cervino a quello del Monte Rosa, per dare così vita al più grande distretto sciistico d'Europa nonché terzo al mondo. Si parla infatti di 580 chilometri di piste distribuiti in ben cinque vallate. 

 

Non poche testate giornalistiche hanno accolto la notizia con entusiasmo. Qualcuno è perfino arrivato ad affermare che, "questo collegamento permetterebbe a chiunque di ammirare comodamente seduti sugli impianti di risalita un panorama unico, con vista su 38 delle 82 vette alpine sopra i 4000 metri".

 

Si giustifica l'intervento promettendo quindi una montagna più "democratica", aperta a tutti, anche ai più pigri

Una democrazia a ben guardare un po' truccata, perché include solo chi ha la possibilità di acquistare i sempre più onerosi skipass.

Un modo di ragionare incapace di provare empatia per chi, quel vallone, oggi ama salirlo a piedi, avvolto da panorami e silenzi che sfumeranno per sempre con la realizzazione dell'impianto. A queste persone l'infrastruttura verrà "democraticamente" imposta.

 

Considerato che, come abbiamo visto, il Dio dello Sci in Italia può già fare sfoggio di migliaia di chilometri di piste; considerato il carattere energivoro di questa attività economica; considerato anche che i cambiamenti climatici suggeriscono un ripensamento dell'offerta turistica montana, perché non convertire il progetto, facendo del Vallone Cime Bianche un territorio-avanguardia del turismo dolce, imperniato proprio su quelle peculiarità che oggi lo rendono unico? Perché non fare leva sulla poesia e sul fascino degli elementi in esso già esistenti?

 

Così facendo la Valle d'Aosta, che di piste da sci non può certo dirsi sprovvista, potrebbe ulteriormente attrarre quelle frange di appassionati (in costante aumento) consapevoli che a volte un po' di fatica può rendere l'esperienza più ricca, appagante e rispettosa del contesto.

Sarebbe un messaggio bellissimo.

 

Sabato 3 agosto 2024, ore 8.30, è in programma la quarta salita per il vallone. Di seguito il programma della giornata:

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Cultura
| 23 gennaio | 18:00
È possibile esplorare il processo socio-culturale che ha portato alla formazione del paesaggio? Al Castello di Novara 70 opere d'arte ci accompagnano lungo un percorso durato quasi cento anni
Attualità
| 23 gennaio | 12:00
Il Cammino Retico, 191 chilometri attraverso i territori del Feltrino e del Tesino in 10 tappe, è nato a maggio del 2024 ed è uno dei “luoghi da visitare” per il 2025 secondo il New York Times. Prendendo spunto dal riconoscimento della testata statunitense si può ragionare sugli impatti del turismo lento e dell'over tourism su un territorio stretto tra il Trentino e le Dolomiti più lussuose  
Attualità
| 23 gennaio | 10:48
Un'iniziativa di associazione Val.Te.Mo., Unimont e Università Milano-Bicocca: "Le decisioni possono risultare poco comprensibili se visione, investimenti e progetti non vengono spiegati dettagliatamente e se la popolazione non viene coinvolta in modo strutturato". Il progetto "Prato Valentino 2050" è stato selezionato da Fondazione Cariplo
Contenuto sponsorizzato