Contenuto sponsorizzato
Ambiente

L'obiettivo è estrarre la carota di ghiaccio più antica mai recuperata, lunga 2.750 metri, per scoprire il clima di 1.5 milioni di anni fa. Una missione "Epica"

Un team di 16 persone è impegnato in una missione che potrebbe riscrivere la comprensione del clima terrestre. "Lavoriamo su due turni, dalle 8 di mattina fino a mezzanotte, con un ritmo di perforazione di circa 30 metri al giorno"

di
Sofia Farina
06 dicembre | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Little Dome C è un’area di una decina di chilometri quadrati a più di 3000 metri di altitudine sull’altopiano antartico, a 34 chilometri da Concordia, la stazione di ricerca italo-francese che periodicamente ospita scienziati di diverse discipline e tecnici provenienti da ogni angolo della terra. 

 

In questo momento, a Little Dome C, un team di 16 persone è impegnato in una missione che potrebbe riscrivere la comprensione del clima terrestre: la quarta campagna di misura di Beyond Epica – Oldest Ice. Si tratta di un progetto epico di nome e di fatto, guidato dall’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isp), che (tra le varie) mira a estrarre la carota di ghiaccio più antica mai recuperata, lunga 2.750 metri e composta da ghiaccio risalente fino a 1,5 milioni di anni fa.


Crediti: Scoto©PNRA/IPEV 

“Quest’anno speriamo di arrivare al bedrock, il punto dove la calotta glaciale si poggia sulla roccia. È qui che si trova il ghiaccio più antico, quello che ci permetterà di ricostruire un periodo cruciale per il clima terrestre - spiega Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia e coordinatore del progetto -. Siamo già arrivati a circa 2.150 metri di profondità e puntiamo a completare la perforazione entro il 20 gennaio”.

 

Il progetto Beyond Epica, dopo 4 campagne al Polo e una pandemia, si trova alla conclusione dei suoi sei anni di lavori: è partito nel 2019 grazie agli 11 milioni di finanziamenti da parte della Commissione Europea e al contributo di partner internazionali. “La prima campagna è stata dedicata alla costruzione del campo e ai primi cento metri di perforazione - racconta Barbante -. Nella seconda campagna, nel 2022-23, siamo arrivati a circa 800 metri di profondità, e lo scorso anno abbiamo raggiunto i 1.836 metri. Questa quarta campagna è decisiva per toccare il substrato roccioso”.

 

Tra le fortissime raffiche di vento e le temperature che oscillano tra i -40 e i -50 gradi, come si può facilmente immaginare, le condizioni estreme rappresentano una sfida costante sia per chi agisce sul campo, che per chi coordina la logistica delle operazioni. “Il campo si trova a un’altitudine che può causare problemi di alta quota - sottolinea Barbante - e anche gli scienziati più preparati possono soffrire gli effetti dell’altitudine, che spesso si manifestano nei primi giorni. È per questo che il team è selezionato con grande attenzione e sottoposto a rigorosi controlli medici”.


Crediti: Beyond EPICA©PNRA/IPEV 

La scelta di perforare a Little Dome C è frutto di rigorose valutazioni: dopo anni di ricerche geofisiche su vasta scala, questo sito si è rivelato il luogo ideale per trovare ghiaccio antico. “Ci troviamo in un’area dove l’accumulo di neve è lento e il ghiaccio si è compattato nel tempo senza mescolarsi troppo - spiega Barbante -. Questa configurazione ci permette di ottenere un record continuo del clima passato”.

 

L’obiettivo principale di questo progetto è studiare la Transizione Medio-Pleistocenica, un periodo compreso tra 900.000 e 1,2 milioni di anni fa, quando i cicli glaciali della Terra cambiarono da una periodicità di 41.000 anni a una di 100.000 anni. “È un periodo enigmatico dal punto di vista del clima – commenta Barbante – e questi dati ci aiuteranno a comprendere meglio le dinamiche delle glaciazioni e il ruolo dei gas serra nel sistema climatico”.

 

Il team è composto da scienziati e tecnici provenienti da vari Paesi europei, tra cui Italia, Francia, Germania, Danimarca e Regno Unito. “Abbiamo 16 persone sul campo, di cui tre dedicati alla logistica – un manager del campo, un meccanico e un paramedico – e 13 tra perforatori e ricercatori scientifici - spiega Barbante -. Lavoriamo su due turni, dalle 8 di mattina fino a mezzanotte, con un ritmo di perforazione di circa 30 metri al giorno”.


Crediti: Beyond EPICA©PNRA/IPEV 

Il sabato pomeriggio e la domenica mattina sono dedicati al riposo, ma per il resto il lavoro è incessante: “Questo approccio ci consente di ottimizzare il tempo disponibile, che è limitato dalla breve stagione estiva antartica” spiega Barbante.

 

Le sfide logistiche non si fermano alla fase di carotaggio, anzi. Una volta estratte, infatti, le carote di ghiaccio devono essere conservate e trasportate in condizioni rigorose. “Per Beyond Epica manteniamo le carote a -50°C durante tutto il processo, dalla perforazione fino ai laboratori in Europa dove saranno analizzate - sottolinea Barbante -. È una procedura estremamente complessa: le carote vengono trasportate prima con mezzi cingolati fino alla stazione Concordia, poi con aerei alla base Mario Zucchelli e infine con navi cargo dotate di container refrigerati”. Ognuno di questi container è progettato con sistemi di raffreddamento ridondanti per evitare rischi di danneggiamento del ghiaccio durante i 45 giorni di viaggio verso l’Europa.

 

“Questa temperatura così bassa è fondamentale - spiega Barbante - perché evita la diffusione di alcune specie chimiche e dei gas intrappolati nel ghiaccio, che sono preziosi per le nostre analisi”.

 

Beyond Epica non è solo una missione scientifica, ma anche un’occasione per formare nuove generazioni di scienziati. “Nel team abbiamo un mix di ricercatori esperti e giovani scienziati, per favorire il trasferimento di conoscenze - racconta Barbante -. È fondamentale che le competenze accumulate in progetti come questo vengano trasmesse alle future generazioni.”


Crediti: Beyond EPICA©PNRA/IPEV 

I dati che emergeranno da Beyond Epica potrebbero rivoluzionare la comprensione delle dinamiche climatiche. “Questo progetto ci fornirà informazioni cruciali per migliorare i modelli climatici, che sono essenziali per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico contemporaneo - conclude Barbante -. Ogni metro di ghiaccio recuperato rappresenta una finestra sul passato e un passo avanti verso una scienza del clima più precisa”.

 

Mentre la perforazione prosegue, metro dopo metro, l’entusiasmo dei ricercatori è palpabile. Questa è un’impresa epica (come racconta anche il suo nome) non solo per i numeri e la complessità tecnica, ma per la speranza che porta con sé: quella di conoscere meglio il passato per proteggere il nostro futuro.

 

Tutte le foto scattate per il progetto Beyond Epica sono coperte da copyright del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra) e dell'Istituto Polare Francese (Ipev). Il progetto è sostenuto dall'Ipev e dal Pnra presso la Stazione italo-francese Concordia.

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Sport
| 22 gennaio | 13:00
Donato al Museo etnografico Dolomiti, è stato esposto dopo un’accurata ripulitura e manutenzione che lo ha portato all'originario splendore
Ambiente
| 22 gennaio | 12:00
Beatrice Citterio, ricercatrice in trasformazioni territoriali alla libera università di Bolzano, è ospite della nuova puntata di Un quarto d'ora per acclimatarsi, il podcast de L'AltraMontagna che approfondisce i problemi ambientali e sociali sperimentati dalle terre alte tramite la voce di chi le vive, le affronta e le studia
Sport
| 22 gennaio | 11:00
Ad imporsi è stata la Svizzera, che annoverava tra le proprie fila anche ex calciatori di assoluto livello come Benaglio, Mehmedi, Chapuisat e Frei, che in finale ha piegato per 8 a 6 la Germana. L'evento si disputa dal 2010, è giunto alla 13esima edizione e richiama un gran pubblico nella città del Canton Grigioni
Contenuto sponsorizzato