Le presenze nei rifugi Sat sono aumentate del 13% rispetto al periodo pre-covid, ma persiste l'emergenza idrica. Ferrari: "Passiamo dal non avere acqua all'averne troppa"
La stagione estiva 2024 dei rifugi Sat si è conclusa con una valutazione complessivamente positiva, nonostante le difficoltà iniziali dovute a condizioni meteorologiche avverse. Durante la conferenza stampa di presentazione dei dati di fine stagione, sono emersi alcuni punti chiave relativi all'affluenza, alle criticità e alle prospettive future per queste importanti strutture alpine, che rappresentano un punto di riferimento per gli escursionisti nelle Dolomiti
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
La stagione estiva 2024 dei rifugi Sat (la Società degli Alpinisti Tridentini) si è conclusa con una valutazione complessivamente positiva, nonostante le difficoltà iniziali dovute a condizioni meteorologiche avverse. Durante la conferenza stampa di presentazione dei dati di fine stagione, sono emersi alcuni punti chiave relativi all'affluenza, alle criticità e alle prospettive future per queste importanti strutture alpine, che rappresentano un punto di riferimento per gli escursionisti nelle Dolomiti.
Nonostante un inizio stagione complicato, caratterizzato da piogge e maltempo nei mesi di giugno e luglio, i rifugi SAT hanno registrato un aumento di pernottamenti, soprattutto nelle strutture situate in alta quota. Il presidente di Sat, Cristian Ferrari, ha evidenziato come la frequentazione complessiva abbia superato i livelli pre-pandemia, con un incremento medio del 13% rispetto al 2019. In particolare, il periodo di agosto e settembre ha visto un forte recupero, con una maggiore affluenza (in crescita nel corso dei mesi) nei rifugi più elevati. Per gli amanti dei dati, il numero delle presenze si attesta a 22.000 per luglio, 25.000 per agosto e circa 13.000 a settembre, per un totale di 35 rifugi.
Le condizioni meteo-climatiche osservate hanno permesso ad alcuni rifugi di allungare la stagione oltre alla canonica chiusura del 15 settembre, un trend che - come commenta Ferrari - si prospetta interessante anche per le prossime stagioni. Ferrari ha infatti sottolineato l'importanza di valorizzare l'autunno come periodo ideale per ridurre il fenomeno dell’overtourism e distribuire meglio l'afflusso turistico durante l'anno. Tuttavia, ha anche evidenziato la necessità di garantire che le condizioni ambientali e le risorse, come l'approvvigionamento idrico, siano adeguate per consentire una prolungata apertura dei rifugi.
Tra le criticità emerse nel bilancio di fine stagione, Ferrari ha richiamato l'attenzione sull'importanza della prudenza in montagna, soprattutto nei periodi in cui i sentieri sono ancora innevati o ghiacciati. L'accesso ai rifugi più alti richiede preparazione, attrezzature adeguate e la consapevolezza dei propri limiti. Anche se la frequentazione estiva ha visto una ripresa, è fondamentale che gli escursionisti adottino comportamenti responsabili per evitare incidenti.
Uno dei temi centrali emersi dal bilancio è la crescente difficoltà di approvvigionamento idrico nei rifugi, nonostante le abbondanti nevicate invernali e le piogge di inizio estate. “Nonostante la grande presenza di neve di inizio stagione e la pioggia che c’è stata praticamente tutta la parte iniziale dell’estate - ha spiegato Ferrari – i rifugi continuano ad avere problemi idrici. Le sorgenti di approvvigionamento spesso non sono sufficienti all’aumentato fabbisogno. Sempre più frequentemente passiamo dal non avere acqua all’averne troppa quando non serve. Gli sforzi che la Sat sta compiendo si muovono sempre più nella direzione del consapevole risparmio d’acqua. Andando a monte del problema della ricerca di fonti alternative si sono installati anche sistemi di recupero delle acque grigie e delle piovane, da riutilizzare negli scarichi dei servizi igienici, è stato adottato il rubinetto “a risparmio d’acqua” e la limitazione sull’impiego delle docce, e sono stati previsti i cosiddetti “servizi a secco” nei rifugi più densamente frequentati”. Il cambiamento climatico ha drasticamente ridotto la disponibilità di acqua, una risorsa essenziale per la vita dei rifugi e la permanenza degli escursionisti.
Per fronteggiare questa emergenza, la Sat ha avviato una serie di iniziative volte a ridurre i consumi e a gestire in modo più sostenibile l'acqua disponibile. Tra le misure adottate vi sono l'installazione di sistemi di recupero delle acque grigie e piovane, l'adozione di rubinetti a risparmio idrico e la limitazione dell'uso delle docce. Inoltre, nei rifugi più frequentati sono stati introdotti i cosiddetti "servizi a secco", una soluzione ecologica che permette di ridurre l'uso di acqua potabile.
A margine della conferenza stampa è stata inaugurata la mostra "Le nostre assetate case sui Monti", dedicata proprio alla storia e all'attualità dell'approvvigionamento idrico nei rifugi dolomitici della Sat. Realizzata dalla Biblioteca della Montagna-Sat con il sostegno della Fondazione Dolomiti Unesco, la mostra esplora la storia di dieci rifugi Sat, tra cui il Rifugio Tosa Pedrotti, l’Antermoia e il Dodici Apostoli, mettendo in luce le sfide che queste strutture affrontano nel reperire e gestire l'acqua in un contesto sempre più complesso a causa dei cambiamenti climatici.
I curatori Andrea Petizzi e Riccardo Decarli hanno illustrato come la disponibilità di acqua nei rifugi sia drasticamente cambiata negli ultimi decenni. "Il fabbisogno giornaliero di acqua per un rifugio può variare dai 2.000 ai 15.000 litri", hanno spiegato, evidenziando la crescente difficoltà nel reperire risorse idriche in un contesto di riduzione delle portate delle sorgenti naturali. La mostra, che rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2025 presso la Casa della SAT a Trento, offre un’ampia documentazione storica e fotografica sul tema, proponendo riflessioni concrete su come affrontare questa emergenza.
"La mostra che viene inaugurata oggi, dedicata all'approvvigionamento idrico nei rifugi dolomitici - ha evidenziato l'assessora all'ambiente del Comune di Trento, Giulia Casonato - ci permette di comprendere la storia di questa sfida e la sua rilevanza attuale. La scarsità d'acqua in montagna non è più un evento eccezionale e di fronte a questa realtà, non ci si può più limitare a soluzioni temporanee. Auspico che questa mostra e le riflessioni di oggi rappresentino un passo importante verso soluzioni concrete e innovative".
La stagione 2024 ha confermato la centralità dei rifugi Sat come punto di riferimento per gli amanti della montagna, ma ha anche messo in evidenza le sfide che queste strutture devono affrontare per garantire un servizio sostenibile e sicuro. L'aumento dei pernottamenti, se da un lato rappresenta un segnale positivo, dall'altro impone una riflessione sul futuro della gestione delle risorse naturali, in particolare l'acqua.
La Sat, con le sue iniziative di sensibilizzazione e le soluzioni tecniche adottate nei rifugi, dimostra di essere consapevole delle problematiche legate al cambiamento climatico e alla sostenibilità. Tuttavia, sarà necessario un impegno continuo per affrontare le sfide future e garantire che i rifugi possano continuare a offrire ospitalità agli escursionisti in modo rispettoso dell'ambiente.