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Ambiente

L’Indonesia si prepara a dire addio ai suoi unici ghiacciai: potrebbero svanire in soli due anni

Un fenomeno millenario nelle maestose Montagne Jayawijaya nella regione di Papua rischia di scomparire a causa della rapida fusione provocata dai cambiamenti climatici, con conseguenze devastanti non solo per l’ecosistema, ma anche per il valore culturale e spirituale di questi luoghi 

di
Sofia Farina
22 dicembre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

L’Indonesia si prepara a dire addio alle sue uniche glaciazioni tropicali, che avvengono nelle maestose Montagne Jayawijaya nella regione di Papua. Un fenomeno millenario, queste “nevi eterne” rischiano di svanire entro due anni a causa della rapida fusione provocata dai cambiamenti climatici, con conseguenze devastanti non solo per l’ecosistema unico, ma anche per il valore culturale e spirituale di questi luoghi sacri.

 

Le glaciazioni di Puncak Jaya, conosciuta anche come Carstensz Pyramid, e del vicino Sumantri Peak si trovano a quasi 4.900 metri di altitudine, il punto più alto di tutta l’Oceania. Tuttavia, il loro spessore è passato dai 32 metri registrati nel 2010 a soli 4 metri secondo le ultime misurazioni del 2023. Donaldi Sukma Permana, coordinatore per la standardizzazione degli strumenti climatologici presso l’Agenzia Meteorologica, Climatologica e Geofisica dell’Indonesia, intervistato dal South China Morning Post, ha avvertito che il fenomeno potrebbe accelerare ulteriormente con la presenza di El Niño, prevedendo la completa scomparsa dei ghiacciai entro il 2026.

 

El Niño, un fenomeno climatico che comporta il riscaldamento delle acque superficiali nell’Oceano Pacifico tropicale, intensifica eventi meteorologici estremi come ondate di calore e siccità. “La perdita di questi ghiacciai sarà un danno significativo per l’Indonesia, non solo dal punto di vista climatico ma anche culturale. Dovremo raccontare ai nostri figli che un tempo c’era il ghiaccio qui” ha detto Donaldi, sottolineando l’importanza della documentazione scientifica per preservare la memoria di questo fenomeno.

I ghiacciai delle Montagne Jayawijaya hanno un’origine antichissima, che risale a circa 19.000-22.000 anni fa, quando il loro esteso manto copriva ben 900 chilometri quadrati. Circa 7.000 anni fa si sciolsero quasi completamente, ma successivamente si riformarono, mantenendosi stabili per almeno 5.000 anni. Tuttavia, il ritmo della fusione attuale è senza precedenti: la superficie glaciale si riduce di circa 7 ettari all’anno, passando dai 0,23 del 2022 agli attuali 0,11-0,16 chilometri quadrati.

 

Questa drammatica riduzione è attribuibile all’innalzamento della quota necessaria affinché la pioggia si trasformi in neve. Oggi, a 4.800 metri di altitudine, non nevica più, e la pioggia che cade accelera ulteriormente il processo di fusione.

 

Le conseguenze della fusione non riguardano solo l’ambiente locale, ma anche le comunità indigene che vivono nei pressi delle Montagne Jayawijaya. Tribù come i Dani, gli Amungme e i Moni considerano queste cime luoghi sacri. Per gli Amungme, Puncak Jaya – o Nemangkawi – ospita gli spiriti degli antenati, un legame spirituale che rischia di essere spezzato con la scomparsa del ghiaccio.

 

L’ecosistema montano subirà danni irreparabili: oltre alla flora e fauna che dipendono da questo habitat, verranno perse specie microbiche estreme conosciute come estremofili. Questi microrganismi, adattati a condizioni estreme, sono preziosi per la ricerca scientifica, inclusa la produzione di farmaci. Come spiega Rizaldi Boer, esperto di gestione del rischio climatico presso l’Università Agraria di Bogor, tali microrganismi producono enzimi speciali, chiamati estremoenzimi, con applicazioni potenziali nei settori farmaceutico e biotecnologico.

La rapida fusione dei ghiacciai di Papua è un chiaro segnale dell’urgenza di agire contro i cambiamenti climatici. Donaldi Permana ha esortato il governo indonesiano a imparare da questa perdita accelerando la transizione verso energie rinnovabili e promuovendo la riforestazione.

 

L’importanza di preservare documenti, fotografie e dati scientifici legati a questi ghiacciai non è solo una questione di memoria storica, ma anche di educazione per le generazioni future. È fondamentale che le comunità globali agiscano insieme per limitare l’impatto del riscaldamento globale e proteggere gli ultimi luoghi di ghiaccio tropicale al mondo.

 

L’Indonesia si unisce così al grido d’allarme globale per la salvaguardia dei ghiacciai tropicali, un fenomeno naturale che accomuna le Ande del Sud America e il Monte Kilimangiaro in Africa. La loro scomparsa non è solo una perdita per i rispettivi paesi, ma per l’intera umanità.

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