In Lombardia la superficie forestale colpita dal bostrico ha superato quella della tempesta Vaia: nel 2023 l’infestazione del coleottero è cresciuta del 62,4%
Coma riporta la rivista specializzata Sherwood, nel 2023 in Lombardia la superficie forestale colpita dal bostrico ha superato quella della tempesta Vaia. A certificarlo è un report, uscito da pochi giorni a cura del Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia, che mostra come l’infestazione del coleottero scolitide sia cresciuta del 62,4%, arrivando a 3.439 ettari colpiti
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Anche se in misura minore rispetto a Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, la tempesta Vaia, prima, e l’infestazione di bostrico poi, hanno colpito anche la Lombardia.
L’estensione dei disseccamenti di peccete a carico del bostrico tipografo, a fine 2022, aveva quasi raggiunto quella colpita dalla tempesta di vento (si parla in Lombardia di 2.400 ettari di bosco schiantato o gravemente danneggiato, per un volume complessivo stimato di 350.000 metri cubi di legname a terra).
Com’era prevedibile, nel 2023 è avvenuto il sorpasso, un forte sorpasso. A certificarlo è un report, uscito da pochi giorni a cura del Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia, che mostra come l’infestazione del coleottero scolitide sia cresciuta del 62,4%, arrivando a 3.439 ettari colpiti. Il dato è derivante da un’analisi svolta con tecniche di telerilevamento, dettagliatamente descritte all’interno del documento.
Secondo l’indagine, l’area decisamente più interessata dall’infestazione è quella della Comunità Montana della Val Camonica, con oltre 1.100 ettari colpiti, quasi un terzo del totale, con un incremento tra 2022 e 2023 dell’80% circa. Si tratta comunque, occorre sottolinearlo, dell’1,7% circa della superficie forestale di questa zona.
Tra il 2022 e il 2023, spiega il report, il numero complessivo di focolai è passato da 18.377 a 22.299 segnando un +21%. Lo studio certifica un calo dei focolai caratterizzati dalle estensioni più piccole (i nuovi nuclei), mentre appaiono aumentati in modo significativo quelli appartenenti alle dimensioni medie e grandi. Ciò potrebbe indicare, da un lato, che la diffusione dell’epidemia nell’ultimo anno è avvenuta soprattutto a causa dell’ampiamento di vecchi nuclei; ma anche, dall’altro, che la risoluzione delle immagini Sentinel-2, utilizzate per l’analisi, non è sempre adeguata all’individuazione dei nuovi attacchi.
La primavera è iniziata con molte piogge, un bene per l’abete rosso, ma anche con temperature ben al di sopra della media e dopo un inverno non certo freddissimo. Aspettiamo i dati delle catture a carico della prima generazione del 2024 per comprendere il trend, che speriamo sia in calo in tutte le aree colpite.
Articolo scritto per la rubrica Pillole forestali dall'Italia della rivista Sherwood. Per saperne di più sul bostrico è di recente uscito Sottocorteccia. Un viaggio tra i boschi che cambiano, il primo libro targato L'AltraMontagna