(IL VIDEO) Valle d'Aosta: "Non è stata una semplice alluvione ma ben di più". Il sopralluogo aereo della colata di fango e pietre
La pagina "Meteo Valle d'Aosta", che da giorni racconta l'alluvione che alla fine del mese scorso ha colpito l'omonima regione, condividendo il video di una veduta aerea delle zone più colpite nei dintorni di Cervinia, spiega la complessità dell'ambiente montano e le cause delle inondazioni che lo hanno colpito
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
La pagina "Meteo Valle d'Aosta", che da giorni racconta tramite immagini e condivisioni toccanti quanto è successo nell'omonima regione in seguito all'alluvione del 29-30 giugno, e soprattutto quello che sta seguendo all'evento estremo, ha pubblicato un video per spiegare la complessità dell’ambiente montano e le cause delle inondazioni della scorsa settimana.
Grazie al lavoro instancabile degli operatori e dei volontari, a Cervinia la situazione sta tornando alla normalità ed il centro paese è stato completamente ripulito. Al di fuori delle strade del paese, però, permangono le evidenti ferite del paesaggio, come quelle che testimoniano i video e le fotografie condivise sul canale.
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Nel video, recentemente condiviso, del sopralluogo aereo effettuato nei dintorni di Cervinia, dell’area colpita dalla colata di fango e pietre, il 1 luglio, si osservano "la pista 5 e la zona del Pancheron con la ex 9bis, sotto la morena del Cervino". Come spiegano gli esperti di Meteo Valle d'Aosta: "non è stata una semplice alluvione causata dalle piogge copiose, ma ben di più. Siamo in una zona morenica, sotto il Cervino, che già per sua natura è costituita di materiale instabile. A questo dobbiamo aggiungere il fatto che il terreno fosse saturo per la fusione della neve (notare in alto i blocchi di neve di diversi metri che si sono staccati a causa della piena), a cui dobbiamo aggiungere la grande quantità di acqua arrivata dal cielo".
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Aggiungono, inoltre: "Il fatto che gli ultimi anni di grande caldo abbiano reso più instabili le zone in quota, a causa della fusione del permafrost, lo strato di ghiaccio nel terreno che agisce da puro collante. Ecco dunque che ritroviamo ancora una volta il cambiamento climatico come fattore fondamentale per spiegare questi eventi, cambiamento climatico che agisce sia con un aumento l’intensità dei singoli fenomeni, sia sulla fusione del permafrost in quota".