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Ambiente

"Il ritorno del mulo da trasporto", un mestiere antico che oggi rinasce grazie a una scuola e a una nuova sensibilità verso l'ambiente

Dall'incontro tra due giornalisti, un rifugista e un mastro mulattiere nasce "Il ritorno del mulo da trasporto", un documentario che testimonia l'importanza di un mestiere dalla forte una valenza storica. Oggi ritorna attuale nell'esigenza di trovare soluzioni di trasporto non inquinanti e in una scuola di formazione 

di
Daria Capitani
23 luglio | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Ci sono incontri che lasciano un segno in chi li vive. Quello tra il documentarista e reporter Davide Demichelis (nella foto in apertura), il giornalista Philipp Landauer, il rifugista e artigiano Paolo Giraudo e il mastro mulattiere Luciano Ellena ha generato un documentario che testimonia un mestiere antico che oggi rinasce grazie a una scuola e a una sensibilità nuova verso il pianeta. Si chiama “Il ritorno del mulo da trasporto” ed è visibile sul sito del canale franco-tedesco di Arte tv (qui il link).

 

«Nel 2018 stavo girando un documentario su Paolo Giraudo, il gestore del Rifugio Morelli Buzzi in Valle Gesso. È un personaggio di grande talento, che costruisce organetti diatonici - racconta Demichelis -. Durante le riprese, mi raccontò che quell’estate avrebbero fatto un esperimento: rifornire il rifugio, 2351 metri di altitudine, principalmente grazie ai muli da trasporto, una soluzione per pensare al futuro e rispettare l’ambiente. Decisi di seguirli nella giornata del primo trasporto: è così che ho conosciuto Luciano ed è sbocciato l’innamoramento».

Luciano Ellena insieme a uno dei suoi animali.

 

L’incontro con Ellena è illuminante. Demichelis, appassionato camminatore, inizia ad accompagnarlo nei trasporti in montagna: «Un giorno gli dissi quanto fosse importante il mestiere di cui era rimasto uno dei pochi depositari. Riflettevo su quanto tenerlo in vita avesse una valenza storica importante, anche a tutela della specie. Buttai lì, scherzando: dovresti fondare una scuola». Quell’idea resta una suggestione fino a quando in inverno Ellena telefona a Demichelis e annuncia l’intenzione di accogliere il suggerimento e dare vita a una scuola di someggiatura. Nasce un crowdfunding, una piccola campagna di raccolta fondi con una presentazione appassionata: «Abbiamo un’idea un po’ folle. Vogliamo finanziare una scuola per Guide someggiate alpine Mastro mulattiere. L’ambizione è offrire dieci borse di studio a dieci giovani. Partecipare al corso permette di avvicinarsi a un’attività che offre ottime possibilità di impiego, scoprire un mestiere e una specie animale che rischiano di scomparire e approcciarsi a una modalità di trasporto che non inquina».

 

Dalla scuola, partita nel 2023 grazie anche a un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, sono già uscite cinque guide someggiate alpine e altrettante si stanno formando. Demichelis è lì a riprendere le lezioni in cui s’instaura un rapporto di fiducia tra il mulo e la sua guida. È insieme a Philipp Landauer, un giornalista austriaco, con cui ha deciso di realizzare un documentario dedicato a questa esperienza. Nasce così “Il ritorno del mulo da trasporto”, un delizioso racconto fatto di cura, ascolto e riprese lungo i sentieri. La storia di un mastro mulattiere innamorato dei suoi animali e della montagna, che definisce gli asini e i muli «i miei compagni di vita e lavoro. Con loro convivo ormai da più di cinquant’anni, da quando ero bambino. Li conosco uno a uno, per nome, ho imparato a interpretare il loro linguaggio, a valutare il peso che possono portare quando metto loro il basto sul dorso prima di partire, a seguire il loro passo. Mi piace pensare che questo triangolo uomo animale ambiente possa essere una svolta per il futuro».

 

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