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Ambiente

Il primo libro targato L'AltraMontagna arriva terzo al prestigioso premio "LeggiMontagna"

Sottocorteccia - un viaggio tra i boschi che cambiano, il libro targato L’AltraMontagna, si è aggiudicato il terzo posto alla 22esima edizione del premio letterario “Leggimontagna” tra i libri di narrativa, saggistica e guide che raccontano la montagna da diversi punti di vista

di
Redazione
07 novembre | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Si è svolta a Malborghetto, in provincia di Udine, la cerimonia di conclusione del concorso letterario Leggimontagna organizzato da Asca - Associazione delle sezioni Cai di Carnia, Canal del Ferro e Val Canale, il quale essendo nato nel 2002 è uno dei premi più longevi del panorama italiano (vedi il sito). Tra le tre categorie dedicate alla montagna, vediamo il primo posto della saggistica aggiudicato a "Terra italiana. Possedere il suolo per assicurare i confini 1915-1954" di Andrea Di Michele (Laterza). Per il secondo premio della categoria c’è "Bioavversità" di Giannandrea Mencini (Kellermann Editore), terzo a "Sottocorteccia" di Pietro Lacasella e Luigi Torreggiani (People).

Luigi Torreggiani, co-autore del libro insieme a Pietro Lacasella, ci riporta così le impressioni di quella giornata: "Mi sentivo emozionato più come Dottore Forestale che come giornalista o scrittore, perché sono consapevole che non è facile portare temi come boschi e foreste all’interno di un premio letterario. Questi argomenti spesso vengono trattati in modo secondario oppure sotto un’ottica romantica ed idilliaca, mentre noi abbiamo inserito un problema, concreto e molto serio. Attirare l’attenzione dei lettori con un libro che tratta foreste, della loro gestione e di un possibile loro futuro non è scontato; mi è piaciuta infatti in modo particolare la motivazione che ha accompagnato la premiazione: hanno usato il termine complessità, particolarmente azzeccato in quanto è il fil rouge che unisce le pagine di questo viaggio fatto attraverso le foreste colpite dal bostrico. In effetti, purtroppo o per fortuna si intrecciano materie profonde e per l’appunto complesse come l’antropologia, l’ecologia e la gestione forestale. Noi abbiamo provato a raccontare una problematica in modo semplice ma mai semplificato, riportando storie ed aneddoti, cercando di coinvolgere il lettore trasformando quello che poteva essere un saggio nel racconto di un viaggio più fruibile pur mantenendo quella complessità che torna molto anche come parola nel libro".

 

Il libro è stato premiato in terra friulana, ed in terra friulana è dove si conclude il viaggio nell’ultimo capitolo, a Givigliana, paese della Carnia il cui colorato campanile che raffigura gli antichi mestieri ormai non più praticati è simbolo dello spopolamento di molte terre disabitate dagli umani ma abitate dal bostrico.

 

Riportiamo qui per esteso la motivazione della premiazione: “Quando la tempesta Vaia ha portato distruzione sulle nostre montagne tutti ci siamo soffermati a guardare con dolore le immagini di distruzione di molti delle nostre foreste senza minimamente pensare che quella maledizione si sarebbe prolungata nel tempo, quasi come una piaga biblica di cui ancora vediamo a occhi nudi le conseguenze sulla specie più diffusa e importante dei boschi alpini: l’abete rosso. Grazie al tremendo stress di quella notte, ma anche al progredire del cambiamento climatico, un coleottero, il bostrico tipografo, ha trovato le condizioni migliori per poter prosperare e continuare a distruggere migliaia e migliaia di alberi. Questo libro affronta un argomento complesso e, con analisi scientifiche e antropologiche, lo sviscera per farci capire quanto sia determinante il comportamento degli esseri umani nel causare disastri immani di cui si sconteranno le conseguenze per lunghi periodi”.

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