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Ambiente

Il numero di climber iscritti alla Fasi sta per raggiungere i 100.000: ma se la palestra riesce a sostenere questi grandi numeri, si può dire lo stesso delle falesie?

Qualche giorno fa la Federazione Arrampicata Sportiva Italiana ha ringraziato tramite un post i suoi 90 mila tesserati, segnando così un nuovo traguardo

di
Cecilia Molinari
06 novembre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Ad oggi sono 90816 gli arrampicatori che aderiscono alla Fasi. L’iniziale popolarità dell’arrampicata esplose quasi in tutto il mondo negli anni ‘80 e l’Italia non fece eccezione, ospitando a Bardonecchia la prima edizione del Rock Master nel 1985. Già dal secondo anno si decise di far svolgere le gare solo su parete artificiale, scelta probabilmente dettata da una combinazione di motivi pratici, di sicurezza e di visibilità dell'evento. La scelta rispondeva al desiderio di rendere la competizione più accessibile, sicura e spettacolare, favorendo anche lo sviluppo e la promozione dell'arrampicata sportiva come disciplina autonoma.

La Federazione Arrampicata Sportiva Italiana (Fasi) è nata nello stesso anno della seconda edizione del Rock Master, il 1987, e include le seguenti discipline: lead, specialità che consiste nell'effettuare una scalata su vie che aumentano di difficoltà progressivamente fino a raggiungere gradi al limite delle capacità umane, si ispira alle scalate su falesia in ambiente naturale; boulder, si arrampica su vie basse, massimo 5 metri, di diversa difficoltà senza l'uso dell'imbragatura, l'incolumità è assicurata da materassi para cadute; e speed: specialità di velocità, consiste nel completare una via, normalmente di grado medio/basso, nel minor tempo possibile.

La Fasi ha visto schizzare alle stelle i suoi iscritti negli anni immediatamente successivi alla pandemia quando dai 40.000 tesserati del 2019 si è passati ai 85.000 del 2023 per continuare la sua progressione nel 2024 con 15000 tesserati in un anno, segno forse che l’arrampicata è sempre più vista come sport a portata di tutti soprattutto per la possibilità di praticarla comodamente dalla città in una palestra senza dover macinare scomodi chilometri in auto per raggiungere posti a volte difficilmente accessibili.

 

Oltre alla pandemia, un altro fattore che potrebbe aver contribuito ad aumentare l’interesse per questo sport potrebbe essere il fatto che l'arrampicata sportiva è diventata ufficialmente uno sport olimpico con i Giochi Olimpici di Tokyo 2020 (disputati in realtà nel 2021 a causa della pandemia), con le tre discipline di velocità, bouldering e lead. L'inclusione dell'arrampicata è stata una decisione storica per il mondo dell'arrampicata, che aveva già fatto il suo debutto come sport dimostrativo nelle edizioni precedenti, ma senza essere inserita ufficialmente nel programma olimpico.

 

Guardando le statistiche dei tesserati per ogni regione, si scopre che sia in Lombardia che in Piemonte ci sono più di 19000 praticanti. Anche se la maggior parte di questi continua a praticare all’interno di palestre, è facile chiedersi cosa potrebbe accadere alle falesie naturali se i numeri continuassero a crescere con questa velocità; sappiamo per esempio, per citare Francesca Roseo, che “non tutte le pareti hanno lo stesso valore” e varrebbe la pena impararlo prima di trovarsi con un sovraccarico di climber non sostenibile da parte di questi luoghi.

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