"Il mondo ricco si rifiuta di onorare i propri obblighi": con l'abbandono della discussione da parte dei paesi in via di sviluppo la tensione sale nelle stanze di Baku
Lo smantellamento della sede di Cop29, a Baku, procede rapidamente ma nel frattempo il negoziato continua, un colpo di scena dopo l'altro, e informazioni contrastanti continuano ad arrivare dalla presidenza circa l'ora di inizio di una plenaria. La notizia delle ultime ore è che due importanti gruppi negoziali, l'Alleanza dei piccoli Stati insulari e i Paesi meno sviluppati, hanno deciso di uscire dalla stanza dei negoziati sfidando gli altri partecipanti alla discussione
Lo smantellamento della sede di Cop29, a Baku, procede rapidamente: hanno già iniziato a rimuovere i distributori di acqua per riempire le borracce e tutti i punti di ristoro sono chiusi da ore, tranne uno, ma nel frattempo il negoziato continua, un colpo di scena dopo l'altro, e informazioni contrastanti continuano ad arrivare dalla presidenza circa l'ora di inizio di una plenaria.
La notizia delle ultime ore è che due importanti gruppi negoziali, l'Alleanza dei piccoli Stati insulari e i Paesi meno sviluppati, hanno deciso di uscire dalla stanza dei negoziati sfidando gli altri membri della discussione: hanno dichiarato di volere una quota garantita del 30% dei finanziamenti per il clima e sono usciti dalla sala.
Parlando con i giornalisti dopo l'uscita, i rappresentanti di Sierra Leone e Samoa hanno espresso la loro frustrazione per i colloqui. “Abbiamo appena abbandonato la riunione - ha dichiarato il rappresentante di Samoa -. Siamo venuti a questa Cop per un accordo equo. Sentiamo che non siamo stati ascoltati e che c'è un accordo da fare. Non siamo stati consultati. Per questo siamo qui, ma siamo qui per negoziare. Siamo usciti perché al momento non ci sentiamo ascoltati”.
Il rappresentante della Sierra Leone ha aggiunto: “Siamo i Paesi che probabilmente sono i più colpiti dal cambiamento climatico. I nostri Paesi non hanno contribuito molto, ma siamo colpiti. Ecco perché siamo qui per negoziare a nome dei nostri Paesi. Abbiamo reso note le nostre esigenze e i nostri desideri. Siamo stati ignorati. Ecco perché siamo usciti”.
"Quello che è successo qui oggi è che la bussola morale del mondo, i Paesi più vulnerabili, hanno abbandonato i negoziati dopo non aver rispettato le promesse fatte di fornire finanziamenti per il clima - ha dichiarato Mohamed Adow di Power Shift -. Il mondo ricco si è rifiutato di onorare i propri obblighi. Di conseguenza, i Paesi meno sviluppati e l'Alleanza dei piccoli Stati insulari hanno abbandonato i negoziati e affermano di non potersi associare alla bozza presentata dalla presidenza".
Ciò che succederà nelle prossime ore sarà cruciale, intanto, ricordiamo che questi due importanti gruppi hanno abbandonato solo la riunione sulle finanze, e non l'intero negoziato. La partita è ancora in corso e una plenaria sembra essere convocata per le 20 ora locale.
Mentre i colloqui alla si protraggono ai tempi supplementari, vale la pena ricordare che secondo il regolamento interno della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, la corncie entro cui si svolgono le Cop, per prendere decisioni è necessaria la presenza di due terzi delle Parti e quindi inizia a concretizzarsi il rischio che, anche se c'è la volontà di continuare a parlare, molte parti prendano il volo per tornare a casa e che quelle che rimangono diventino troppo poche per raggiungere il quorum (che è quello che è sucesso un mese fa a Cop16 sulla biodiversità in Colombia).
Questo spazio è dedicato al racconto della Cop29, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si svolge dall'11 al 23 novembre 2024 a Baku, in Azerbaigian. Sofia Farina seguirà i negoziati sul posto per L'AltraMontagna, portando i lettori nel mondo dei negoziati climatici, guidandoli alla scoperta delle questioni più stringenti per i leader del pianeta (e non solo)