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Ambiente

Il Commissario Ue per il clima definisce la bozza dell'accordo sulla finanza “squilibrata, inattuabile e inaccettabile”. I negoziati continuano tra sconforto e speranza

Stamattina è stata pubblicata la bozza del testo negoziale con il nuovo obiettivo per la finanza climatica, obiettivo di Cop29, la Conferenza per il Clima delle Nazioni Unite che si avvia alla sua conclusione. Il testo ha creato scompiglio nelle sale di Cop29, tra i rappresentanti della società civile e tra i membri delle delegazioni nazionali, il racconto da Baku

di
Diario da Cop29
21 novembre | 14:00

La giornata di ieri si era chiusa con la frustrazione generale per una prima versione del documento finale, quello sul nuovo obiettivo per la finanza climatica globale, che tardava ad arrivare: andate pure a dormire, hanno detto ai giornalisti, che non arriverò prima di domani mattina. E in effetti, così è stato: stamattina abbiamo fatto colazione con caffè e testo negoziale, dieci pagine che costituiscono la prima bozza di un documento che per essere approvato dovrà riuscire a mettere d’accordo tutte le parti (idealmente nei prossimi due giorni, ma chissà).

 

Il testo pubblicato ha creato scompiglio nelle sale di Cop29, tra i rappresentanti della società civile e tra i membri delle delegazioni nazionali.

 

"È come andare da un medico eccellente, che ti dice qual è il problema ma si rifiuta di darti la medicina per curarlo: è quello che sta succedendo. Non c'è azione per il clima senza finanziamenti - ha commentato stamattina Omar Elmawi, Africa Climate Movement Building Space -. Sarebbe divertente se questo non stesse accadendo nel mondo, ma le persone più colpite sono quelle del Sud globale e - non lo diciamo quanto dovremmo - sono la maggioranza del mondo: oltre 6 miliardi di persone. È davvero sbagliato che il Nord globale, le persone che hanno contribuito in modo significativo al problema, vengano qui negli ultimi 10 giorni e abbiano discussioni che non portano a nulla”. Le sue parole sono molto utili per comprendere la drammaticità e la tensione di questo momento: “Siamo infuriati. Siamo mortificati, ma non siamo senza speranza. Sappiamo che noi siamo molti e loro sono pochi. Sappiamo che mancano ancora due giorni alla fine e promettiamo loro che vedranno tutta la forza del Sud globale in questi corridoi. In Africa, abbiamo un detto che dice che quando una mandria di mucche è lenta, quelli che la rallentano sono quelli davanti, ma quelli che vengono uccisi sono quelli dietro. Il Sud globale è composto da oltre 130 Paesi che sono in fondo”.

 

Il testo, nella sua versione attuale, presenta ancora diversi interrogativi, molteplicità di opzioni e soprattutto una “X” al posto di un numero che definisca le finanze che ci impegneremo a mobilitare.

 

“La parte cruciale del testo è quella che definisce il nuovo obiettivo, ma al momento ci sono scritte due opzioni - spiega Eleonora Cogo, esperta di finanza climatica e parte del Think thank italiano sui temi del cambiamento climatico Ecco -. Un’opzione riflette la posizione dei paesi in via di sviluppo, con le loro richieste che ammontano a 1.3 trilioni di dollari all’anno e una seconda che rispecchia la posizione dei paesi sviluppati, ed è quella in cui manca un numero”. Il problema principale, spiega Cogo, è che si tratta di posizioni completamente divergenti e manca un tentativo di trovare un punto d’incontro”.

 

“Il segnaposto “X” per il finanziamento del clima è una testimonianza dell'inettitudine delle nazioni ricche e delle economie emergenti che non riescono a trovare una soluzione praticabile per tutti - ha commentato Oscar Soria, direttore del thinktank Common Initiative - Si tratta di un'ambiguità pericolosa: l'inazione rischia di trasformare la “X” nel simbolo dell'estinzione per le persone più vulnerabili del mondo”.

 

La Cop funziona così: dopo la pubblicazione della bozza di testo, che è il risultato dei negoziati portati avanti dalle persone addette alla tematica specifica all’interno della delegazione, ci si riunisce nell’assemblea plenaria, dove si raccolgono commenti e opinioni sulla versione attuale dalle “parti”, e quindi dai paesi e dalle organizzazioni che siedono alla “riunione di condominio più grande del mondo”. Poi, a porte chiuse, ripartono le consultazioni bilaterali e si scrive una nuova versione del documento, che viene poi discussa in plenaria. Si continua così fino a quando non si approda a una versione che mette d’accordo tutti (o, per essere precisi, a cui non si oppone nessuno).

 

Nella stanza enorme ed elegante dedicata a questo scopo (e adornata da immagini di panorami montani del paese ospitante) possono entrare anche gli observer, che sono gli osservatori della società civile, e i rappresentanti della stampa.

 

La plenaria è stata chiamata “Kurultai” dalla presidenza, che è una parola che indica il concilio politico militare dell’aristocrazia mongola. A tale riunione partecipavano i khan, i capi dei clan, i generali e i comandanti, con l’obiettivo di prendere decisioni su questioni belligeranti ed elezioni tramite una votazione democratica.

 

Assistere alla plenaria è un momento emozionante e carico di tensione, c’è grande attesa per i commenti dei delegati. Stamattina, il primo a prendere la parola è stato Wopke Hoekstra, il commissario dell’Unione Europea per il Cambiamento Climatico. Il suo intervento è stato duro ed è iniziato con la promessa che non avrebbe “indorato la pillola” e in effetti poi ha definito il testo “squilibrato, inattuabile e inaccettabile”, aprendo la strada a una lunga serie di commenti negativi.

 

La strada per la versione definitiva del testo sembra ancora lunga e richiederà “un grande spirito di compromesso”. La presidenza (che è anche alla guida del negoziato) però continua a mostrarsi fiduciosa e rassicura: “La prossima iterazione - che sarà rilasciata stasera - sarà più breve e conterrà numeri basati sulla nostra visione delle possibili zone di atterraggio del consenso”.

 

Chiudo con le parole che ho sentito oggi pronunciare a Juan Carlos Monterrey Gomez, rappresentante di Panama e del gruppo G-zero, un gruppo di paesi carbon neutral nato proprio a Cop29 che comporende Bhutan, Madagascar, Panama e Suriname: "Il testo attuale non si muove verso una visione ma verso l'estinzione".

l'autore
Diario da Cop29

Questo spazio è dedicato al racconto della Cop29, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si svolge dall'11 al 23 novembre 2024 a Baku, in Azerbaigian. Sofia Farina seguirà i negoziati sul posto per L'AltraMontagna, portando i lettori nel mondo dei negoziati climatici, guidandoli alla scoperta delle questioni più stringenti per i leader del pianeta (e non solo)

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