Il 2023 è ufficialmente l'anno più caldo mai registrato - lo conferma l'ultimo rapporto di Copernicus
Copernicus, il Servizio per il Cambiamento Climatico, ha confermato che l'anno appena concluso è ufficialmente, in termini di media globale, quello più caldo mai registrato. Il rapporto sugli highlight climatologici globali del 2023 mette l'accento sui nuovi record raggiunti in termini di temperatura media superficiale globale, temperatura media della superficie degli oceani e di concentrazioni in atmosfera di anidride carbonica e metano
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Poche ore fa è arrivata una notizia che non stupisce, ma che comunque è di fondamentale importanza: il 2023 è ufficialmente l’anno più caldo mai registrato. A darne conferma, con la classica conferenza stampa annuale sui Global Climate Highlights del 2023 è stato Copernicus Climate Change Service, il Servizio per il Cambiamento Climatico implementato dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF) per conto della Commissione europea con il finanziamento dell’UE. Il rapporto, molto atteso dagli esperti del settore, presenta una sintesi globale degli estremi climatici più rilevanti del 2023 e dei principali fattori che li determinano, come le concentrazioni di gas serra, El Niño e altre variazioni naturali, ed è il frutto del monitoraggio di diversi indicatori climatici chiave durante il corso dell’intero anno.
Carlo Buontempo, Direttore di Copernicus, ha commentato il nuovo rapporto con queste parole: “Gli eventi estremi che abbiamo osservato negli ultimi mesi testimoniano in modo drammatico quanto siamo lontani dal clima in cui si è sviluppata la nostra civiltà. Ciò ha profonde conseguenze per l'Accordo di Parigi e per tutti gli sforzi umani. Se vogliamo gestire con successo il nostro portafoglio di rischi climatici, dobbiamo urgentemente decarbonizzare la nostra economia, utilizzando i dati e le conoscenze sul clima per prepararci al futuro.”
I punti più importanti riguardano le temperature superficiali dell’aria a livello globale ed europeo e le temperature della superficie dell’oceano globali, le variabili che rappresentano in modo più chiaro ed evidente il cambiamento climatico in atto.
La lettura degli highlights relativi alla temperatura è sconsigliato per i più impressionabili, sembrano usciti da un film di fantascienza in cui gli esseri umani osservano una catastrofe nel suo compimento. Non solo il 2023 è, in termini di media globale, ufficialmente l’anno più caldo da quando abbiamo dati di temperatura, e cioè dal 1850, con una media globale di 14.98°C, che batte di 0.17°C il precedente record detenuto dal 2016, ma è anche molto probabile che la temperatura media nei 12 mesi che si concludono a Febbraio 2024 supereranno i fatidici 1.5°C rispetto alle medie pre-industriali. In altre parole, in un modo forse più facilmente comprensibile e vicino alla nostra esperienza quotidiana, ogni mese da giugno a dicembre del 2023 è stato più caldo del corrispondente mese dell'anno precedente.
Se facciamo uno zoom sul continente europeo scopriamo che il 2023 è stato il secondo anno (dopo il 2020) più caldo per l'Europa, con 1.02°C al di sopra della media del trentennio 1991-2020. Nel corso del 2023, le temperature in Europa sono state superiori alla media per 11 mesi: settembre è stato il più caldo nella storia dei dati, l'inverno e l’autunno sono secondi in classifica tra i più caldi mai registrati (dopo il 2020), mentre l’estate si attesta quinta.
Per quanto concerne le temperature della superficie del mare, queste sono rimaste persistentemente molto alte, complice l’inizio del El Niño a inizio luglio. Inoltre, temperature della superficie del mare senza precedenti sono state associate a ondate di calore marino in tutto il mondo, comprese parti del Mediterraneo.
Tra gli altri elementi evidenziati nel rapporto troviamo anche il record negativo di estensione del ghiaccio marino in Antartide (raggiunto a febbraio 2023) e quello “positivo” delle concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica e metano che hanno continuato ad aumentare raggiungendo rispettivamente i valori di 419 ppm e 1902 ppb. Eventi estremi come ondate di calore, inondazioni, siccità e incendi sono state osservati in tutto il globo e una particolare attenzione è dedicata proprio a questi ultimi, infatti si stima che le emissioni globali di carbonio stimate per gli incendi nel 2023 sono aumentate del 30% rispetto al 2022, soprattutto a causa degli incendi persistenti in Canada.