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Ambiente

I lavori per trasformare il Lago Bianco in un bacino per l'innevamento erano stati mal eseguiti: lo conferma la relazione per il ripristino (quasi integrale)

Abbiamo letto la variante di progetto che prevede lo stralcio delle opere di captazione e del nuovo pozzo con elettropompa che avrebbero portato le acque del lago agli impianti di innevamento di Santa Caterina Valfurva. Dai documenti viene confermata la preoccupazione dei comitato cittadini che nei mesi scorsi avevano denunciato l’abuso ambientale: i lavori erano stati fatti male e non avrebbero potuto servire allo scopo prefisso

di
Michele Argenta
28 ottobre | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Dopo il sopralluogo congiunto di Parco Nazionale dello Stelvio, Comune di Valfurva e  Regione Lombardia dello scorso agosto, è arrivato il piano di ripristino del Lago Bianco al Passo Gavia per riportarlo alla sua (quasi) integrità iniziale.

Abbiamo letto la variante di progetto che prevede lo stralcio delle opere di captazione e del nuovo pozzo con elettropompa che avrebbero portato le acque del lago agli impianti di innevamento di Santa Caterina Valfurva. Dai documenti viene confermata la preoccupazione dei comitato cittadini che nei mesi scorsi avevano denunciato l’abuso ambientale: i lavori erano stati fatti male e non avrebbero potuto servire allo scopo prefisso.

 

Cosa è successo fino ad oggi

Nel 2016 la Regione Lombardia ha approvato un progetto, reso definitivo nel 2018, per l'utilizzo delle acque del Lago Bianco, ultimo residuo di tundra artica sulle Alpi, per l'innevamento artificiale delle piste di Santa Caterina Valfurva. Il progetto prevedeva la posa di una tubazione interrata di circa 1600 metri e una presa più a valle per riportare l'acqua all'origine, situati nell'area protetta "Natura 2000" all'interno del Parco Regionale dello Stelvio. Nel luglio 2023, i lavori sono iniziati con le prime ruspe vicino al Lago Bianco, portando alcuni cittadini a mobilitarsi contro il progetto. L'11 ottobre il direttore del Parco ha sospeso il cantiere, ma la tubazione era già stata posata. Il 18 marzo 2024, la petizione contro i lavori è stata discussa alla Commissione Europea grazie all'intervento del Comitato Salviamo il Lago Bianco e dell'Eurodeputata Maria Angela Danzì. Il Commissario all’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, ha dichiarato che gli Stati membri sono responsabili di compensazione e ripristino, mentre la Commissione stava valutando le denunce dei cittadini per decidere eventuali azioni da intraprendere.

 

Ortografia con i lavori al Lago Bianco

 

Il piano di ripristino

Dalla relazione di variante di progetto un dettaglio emerge a conferma delle indagini e delle preoccupazioni espresse dal comitato durante i mesi di sopralluoghi al Passo Gavia. Due perforazioni sono state effettuate dal pozzetto verso il lago: la prima è stata interrotta prima di raggiungerlo, mentre la seconda, pur essendo stata pensata per raggiungere una profondità di 2,50 metri, si è fermata a pochi centimetri dal livello dell'acqua a circa 4 metri dalla riva. Quest'ultima opera non è stata eseguita a regola d'arte, compromettendo la sua funzione prevista.

La tubazione, visibile appena sotto la superficie del lago, non verrà totalmente smantellata ma verrà tagliata per il tratto sporgente sul lago e sigillata con un giunto multi joint (che verrà poi ri-seppellito). Questa operazione non significa, si spera, che nel futuro sarà già disponibile una predisposizione per la presa dell’acqua del Lago Bianco ma chiude definitivamente la possibilità di utilizzare le acque di un bacino naturale per scopi commerciali. Purtroppo il ripristino della zona all’interno del Parco Regionale, così come concordato dagli enti, non sarà totale e parte delle opere resteranno in loco anche se non visibili.

 

La colonizzazione vegetale e il monitoraggio

“L’area di intervento è situata in contesto di praterie alpine acidofile microterme dominate da Carex curvula, afferenti ai Caricion curvulae e ai Salicetalia herbaceae (habitat 6150), ampiamente diffuso in tutta la Valle del Gavia e, più in generale, in tutto il Parco dello Stelvio.” Nella relazione ambientale si può leggere come verrà trattata la ri-vegetazione delle aree modificate dagli scavi e dai lavori dell’ultimo anno. La movimentazione terra richiesta per il ripristino parziale dell’ambiente sarà esigua e, non essendoci specie alloctono o invasive in zona, la ricolonizzazione dell'area di cantiere sarà lasciata alle specie esistenti al Passo Gavia che come riportato nella relazione sono “la migliore garanzia di successo per l’inerbimento dell’area di intervento, nel rispetto dei delicati equilibri di aree soggette a difficili condizioni stazionali e alto valore naturalistico.”

Anche in questo ambito forse aver riflettuto a monte sugli eventuali impatti ambientali di un intervento del genere non avrebbe portato a questa situazione paradossale.

 

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