Capriolo, cervo, daino, come riconoscere queste tre specie?
Camminando in montagna può capitare di incontrare animali come caprioli, cervi e daini, e forse non tutti siamo in grado di distinguerli tra loro. Scopriamo allora insieme le caratteristiche che ci permettono di riconoscerli
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Durante un’uscita nelle terre alte, oltre al fascino di camminare tra boschi, immersi nel silenzio e nella tranquillità di questi luoghi, vi sarà sicuramente capitato di sperare in un incontro con qualche animale selvatico.
In questi ambienti vivono numerose specie, di molte non conosciamo il nome, altre, capita facilmente di confonderle: come per capriolo, cervo e daino. Cosa dobbiamo osservare per riconoscerle?
Di colore e aspetto simile, a volte non è facile capire quale delle tre specie si ha davanti. Capriolo, cervo e daino sono degli ungulati, un gruppo di mammiferi caratterizzato dall’appoggio del proprio peso corporeo sulla punta delle dita, la quale è ricoperta da robuste unghie, gli zoccoli.
Come possiamo riconoscerle? Ci sono alcune caratteristiche da osservare che ci aiutano.
- La dimensione.
Mettendo a confronto le tre specie, si può notare che hanno diverse dimensioni sia di altezza che peso. L’altezza dei quadrupedi è generalmente misurata da terra al garrese, cioè la zona più alta del dorso, punto di incontro tra collo e scapole. Il capriolo è il più piccolo con un’altezza comprese tra i 65-75 centimetri e un peso di 22-30 chili. Il daino è più grande, in media l’altezza al garrese è di 70-95 centimetri e il peso che varai tra i 50 e i 110 chili, raggiunti dai maschi adulti. Infine il cervo, è la specie con le dimensioni maggiori, 115-130 centimetri di altezza e un peso tra i 160 e i 220 chili.
- Il palco.
Una caratteristica da osservare solo nei maschi, sono i palchi, le appendici ramificate che si trovano sul capo. Non è corretto chiamarle corna poiché i palchi sono formati da tessuto osseo e, nelle fasi iniziali della crescita, sono ricoperti da uno strato vellutato che li nutre e li protegge. Inoltre vengono persi annualmente, verso la fine dell’inverno, per poi ricrescere in primavera (mentre le corna sono appendici permanenti). La differenza tra le tre specie riguarda sia le dimensione che la forma del palco. Nel capriolo è piccolo e ramificato in massimo tre punte; nel cervo è molto grande, con dimensioni che raggiungono 85-100 centimetri, presenta un numero di ramificazioni che cresce in base all’età dell’animale e un peso che varia dai 3 ai 6 chili. Infine, il daino ha dei caratteristici palchi larghi e piatti che possono raggiungere gli 80 centimetri di lunghezza.
- Il manto.
Il colore della pelliccia varia tra estate e inverno, ma ogni specie ha delle colorazioni tipiche. Il capriolo ha il manto di color rossiccio in estate e grigiastro in inverno. Il cervo rossiccio-grigio in estate e bruno in inverno. Il daino è bruno-rossiccio, maculato di bianco sul dorso e sui fianchi in estate, mentre è notevolmente più scuro e senza le macchie, in inverno. Anche i piccoli di cervo, fino ai tre-quattro mesi, hanno il mantello con delle macchie bianche, che gli permettono una buona mimetizzazione, ma vengono perse con la crescita.
- Lo specchio anale.
Anche se avvistiamo queste specie solo posteriormente possiamo riconoscerle osservando lo specchio anale, cioè la parte di pelo che cresce nella zona della coda. Nel capriolo è di colore bianco candido, giallastro nel cervo e con la coda nera e un bordo a semi-luna nero nel daino.
Oltre alle precedenti caratteristiche c’è da sottolineare la diversità degli habitat frequentati e l’alimentazione di queste specie.
In particolare capriolo e cervo si possono osservare nelle aree montane, mentre il daino raggiunge al massimo le zone collinari. Quest’ultimo predilige, infatti, aree con macchia mediterranea e boschi misti ma frequenta comunemente anche aree costiere con pinete e zone agricole con pascoli. Il capriolo frequenta boschi di latifoglie, preferibilmente con numerose radure e arbusti mentre il cervo vive in ampi boschi misti, frequentando anche pascoli e radure.
Per quanto riguarda l’alimentazione il capriolo è un brucatore selettivo, seleziona con attenzione erbe facilmente digeribili e altamente nutrienti, come i giovani germogli delle piante.
Il cervo è un pascolatore intermedio ma con comportamento da brucatore selettivo: preferisce l’estremità del germoglio della pianta ma, in caso di necessità, soprattutto in inverno, si adatta a quello che trova, nutrendosi anche di licheni e corteccia.
Il daino, infine, è un pascolatore intermedio che tende ad adattarsi senza problemi, mangiando un po’ di tutto, ma in quantità maggiori perché gli alimenti non sono sempre nutrienti.
E il cerbiatto? Scientificamente parlando non è una specie. Con il termine cerbiatto può essere chiamato il piccolo cervo, ma non si tratta di un altra specie.
Osservando queste caratteristiche, la prossima volta che incontri una di queste tre specie, potrai facilmente riconoscerla.