Accordo storico tra Commissione europea e mondo agricolo: le coltivazioni che rispettano la natura sono il futuro dell'Europa
Si sono conclusi oggi i negoziati all'interno del tavolo di dialogo tra agricoltura e ambiente voluto dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Un accordo senza precedenti, che per la prima volta sembra mettere d'accordo tutti i portatori di interesse sul fatto che non possiamo prescindere dalla crisi ecologica in atto e che è necessaria una transizione verso un nuovo modo di fare agricoltura in Europa
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Lo scorso febbraio vi avevamo raccontato di come la cosiddetta protesta dei trattori, iniziata mesi prima, avesse fatto fare retromarcia all’Unione Europea su alcuni aspetti del Green Deal, con il ritiro della proposta di regolamento sui pesticidi e un nuovo rinvio della destinazione del 4% dei terreni a incolto per la salvaguardia della biodiversità.
Tuttavia, già a settembre dello scorso anno, proprio in seguito alle proteste dei trattori, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen aveva avviato un tavolo di "Dialogo strategico su agricoltura e ambiente" tra Commissione europea, mondo agricolo e associazioni ambientaliste. Nonostante il dietro-front di febbraio, il tavolo ha proseguito i lavori che, dopo sette mesi di intensi negoziati, si sono conclusi proprio oggi, con il raggiungimento di un consenso fondamentale per il futuro dell'agricoltura dell'Unione Europea.
Come si legge nel comunicato stampa pubblicato da BirdLife (associazione internazionale che si occupa della protezione degli uccelli e della salvaguardia dei loro habitat, tra i cui partner vi è la LIPU - Lega Italiana Protezione Uccelli), il tavolo, guidato dalla stessa von der Leyen, ha riunito 29 soggetti diversi, tra cui ONG ambientaliste come appunto BirdLife, sindacati di agricoltori come il Copa-Cogeca (organizzazione che rappresenta agricoltori e cooperative agricole in Europa) e rappresentanti dell'industria come EuroCommerce. Un importante sforzo di collaborazione tra diversi portatori di interessi, che segna un cambiamento significativo verso un sistema agricolo più sostenibile, resiliente ed equo nell'Unione Europea.
I principali risultati del tavolo di dialogo includono:
- il sostegno ad un'agricoltura che lavori per la natura, mantenendo e applicando pienamente la legislazione ambientale esistente (tra cui le direttive Uccelli e Habitat, la direttiva Nitrati e la direttiva quadro sulle acque);
- una sostanziale revisione del sostegno al reddito nell'ambito della prossima Politica Agricola Comune (PAC), in modo da limitare i sussidi agli agricoltori che hanno realmente bisogno di sostegno finanziario, piuttosto che sovvenzionare i proprietari terrieri più ricchi;
- il riconoscimento della necessità di politiche di consumo che sostengano la transizione verso diete a base vegetale, promuovendo sia la sostenibilità ambientale che la salute pubblica;
- l’aumento della spesa per l'ambiente, diretta a finanziare iniziative per la protezione e il ripristino degli ecosistemi europei, compresa la richiesta di istituire un fondo per sostenere l'attuazione della legge sul ripristino della natura (Nature Restoration Law);
- l’istituzione di un fondo per una transizione equa, che sostenga gli agricoltori e la più ampia catena di approvvigionamento nella rapida transizione verso la decarbonizzazione, la riduzione dell'uso delle risorse e l'allineamento con gli sforzi di ripristino della biodiversità.
Queste raccomandazioni saranno incorporate, come da impegno assunto precedentemente dalla Presidente, nel piano di lavoro della Commissione Europea, che sarà presentato entro i primi 100 giorni del nuovo mandato.
Il direttore di BirdLife Europe Ariel Brunner commenta così questo inaspettato - almeno da chi scrive - risultato:
“Questo accordo non è solo una pietra miliare, ma speriamo che cambi anche le carte in tavola. Dopo mesi di intense trattative, abbiamo finalmente raggiunto un punto di svolta in cui, nonostante i diversi interessi e politiche, si riconosce collettivamente che lo status quo non è un'opzione. La necessità di un cambiamento radicale non è mai stata così chiara e questo accordo segna un passo decisivo in tal senso. [...] L'attenzione al sostegno della redditività degli agricoltori che ne hanno effettivamente bisogno e ai diritti dei lavoratori agricoli che producono il nostro cibo, invia un messaggio forte: la transizione ecologica può e deve essere anche un'opportunità di equità sociale.
È incoraggiante vedere che anche la lobby degli agricoltori si è resa conto dei cambiamenti che devono avvenire. Abbiamo sempre saputo che questa era la strada giusta, ed è rincuorante vedere che altri si stanno svegliando a questa realtà. Questa è una vittoria per i nostri agricoltori, per il nostro ambiente e per il nostro futuro, se i politici avranno il coraggio e l'integrità di agire di conseguenza”.
Senza natura non ci può essere futuro per l’agricoltura, dicevamo a febbraio. Qualcuno, a Bruxelles (e non solo), deve averlo finalmente capito.