"Anche stavolta non è servito un aereo, era tutto lì comodo e vicino, bastava osservare con occhi diversi e cogliere il giusto momento". L'alpinista Diego Dellai commenta la sua ultima scalata sul Civetta
Diego Dellai e Nicola Bertoldo hanno scalato "Viaggio in Patagonia" sulla Est del monte Civetta. La via, salita in due giorni (6 e 7 febbraio), offre l'occasione per riflettere sul valore dell'alpinismo di prossimità
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
"Quando le incognite sono tante ma si risolvono una dopo l'altra veloci e divertenti, quando le condizioni della parete sono magnifiche, quando il bivacco è comodo e si ha il tempo di mangiare con calma e dormire anche troppo, quando il nuovo giorno regala uno spettacolo unico. In questi momenti capiamo di aver fatto le scelte giuste e che qualcuno in un certo senso ci sta premiando. Mi sento fortunato e privilegiato, anche stavolta non è servito un aereo, era tutto lì comodo e vicino, bastava osservare con occhi diversi e cogliere il giusto momento".
Con queste parole, riportate nel suo profilo Instagram, la guida alpina Diego Dellai ha descritto l'ultima esperienza sulla parete est del Monte Civetta. La via, salita in due giorni (6 e 7 febbraio) insieme a Nicola Bertoldo, offre l'occasione per riflettere sul valore dell'alpinismo di prossimità.
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Negli ultimi decenni si è infatti istallata nella percezione comune la convinzione che la lontananza amplifichi il valore esperienziale del viaggio. Questa percezione ovviamente trova delle fondamenta concrete, perché la ragione principale che spinge il viaggiatore a levare le ancore, a partire, è il desiderio di vivere contesti diversi dal proprio (sia dal punto di vista culturale, sia da quello naturalistico-ambientale) e, naturalmente, più chilometri si percorrono e più diventa semplice respirare quell’atmosfera di alterità tanto inseguita.
Ma per fortuna non sempre è così: a volte, per stupirsi, è sufficiente curiosare tra i luoghi “di casa”, o comunque prossimi a casa, spesso trascurati proprio a causa del meccanismo percettivo appena descritto. Sono appunto troppo vicini per catturare la nostra attenzione. Dunque capita con crescente frequenza di conoscere nel dettaglio località molto distanti, e di sentirsi estranei a casa propria. È un peccato, perché conoscere è il primo passo per affezionarsi e affezionarsi è il primo passo per rispettare il territorio e le persone che lo abitano.
"Sia chiaro che il mio non era un criticare chi va dall'altra parte del mondo a fare una spedizione, esperienza che sicuramente vorrei fare almeno una volta nella vita - spiega Dellai a L'AltraMontagna - ma portare l'attenzione sullo spettacolo che ci circonda non lontano da casa. Un ambiente sempre poco considerato perché 'abituati a vederlo'. Di giornate in montagna ho la fortuna di farne tante, ma ogni volta, pur ripassando nello stesso posto, riesco a vedere cose nuove. Bellissimo!"