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Alpinismo

A 93 anni con gli sci d'alpinismo sulla cima Durand (2092 metri). La storia di Mauro Manfredi 

Mauro Manfredi, di 93 anni, ieri è stato fotografato da Giacomo Olivero a fianco alla croce di vetta di cima Durand (2092 metri). È sempre interessante, oltre che stimolante, intercettare questi frammenti di umanità, perché la storia è un susseguirsi infinito di frammenti, più o meno grandi, più o meno evidenti, ma a loro modo tutti dotati di eguale importanza e dignità

di
Pietro Lacasella
17 marzo | 14:43
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Gli orizzonti alpinistici di Alpi e Appennini, per non parlare di quelli delle catene montuose extraeuropee, spingono a guardare in alto, sempre più in alto, in un susseguirsi di quote, gradi e dislivelli che se da un lato suggestiona, dall'altro rischia di farsi unica immagine di un alpinismo che, al suo interno, contiene anche esperienze di carattere più minuto, ma non per questo meno rilevanti. Almeno sotto l'aspetto umano, perché evidenziano il legame, forte e inscindibile, che si può creare tra persone, territorio e un determinato modo di vederlo. Di interpretarlo.

 

Sì perché alla fine l'alpinismo non è altro che uno dei tanti modi di leggere la montagna; di tessere un legame con valli, pareti e cime. Si forma così una trama che a volte, quando il fisico lo permette, può resistere negli anni. È il caso di Mauro Manfredi, di 93 anni, che ieri è stato fotografato da Giacomo Olivero a fianco alla croce di vetta di cima Durand (2092 metri).

 


 

Manfredi è nato a Cuneo nel 1931. Ha coperto il ruolo di presidente della Sezione di Cuneo del Club Alpino Italiano ed è stato coordinatore dell’associazione Le Alpi del Sole. Alla professione di medico dentista, ha affiancato la passione per l'alpinismo, praticato sul campo, ma anche attraverso la scrittura. Diverse pubblicazioni portano la sua firma. Tra queste possiamo ricordare:

 

"80 anni sulle mie montagne (Fusta Editore), "Norvegia mon amour" (2019), "Avanti le baiadere!" (2018), "Montagna senza tempo" (2017), "Miscredente in buona fede" (2016), "Gli inconsapevoli" (2014), "Il cerchio bianco" (2011), "Balilla imperfetto" (2009), "Chi fuor li maggior tui? Storie di ordinaria famiglia" (2008).

 

È sempre interessante, oltre che stimolante, intercettare questi frammenti di umanità, perché la storia è un susseguirsi infinito di frammenti, più o meno grandi, più o meno evidenti, ma a loro modo tutti dotati di eguale importanza e dignità.

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