VIDEO. Il piccolo Mattia realizza il suo secondo sogno. Dopo aver ricevuto la borraccia da Pogacar al Giro, lo sloveno lo accoglie al Tour e la "griffa" con la sua firma
Il giovane ciclista di Cassola, protagonista del meraviglioso siparietto con il fuoriclasse sloveno (che ha fatto il giro del mondo sui media e sui social), l'aveva detto: in occasione della partenza della Grande Boucle dall'Italia avrebbe provato ad incontrare il suo idolo per farsi autografare il prezioso cimelio. Detto e fatto
FIRENZE. Dal Monte Grappa a Firenze: l'agognata firma è arrivata. Anzi doppia, sia sul cappellino che su quella borraccia conservata ormai come un cimelio sul comodino.
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Il piccolo Mattia, il 12enne salito agli onori delle cronache mondiali per aver rincorso (a bordo strada, in condizione di sicurezza) Pogacar durante il passaggio sul Monte Grappa allo scorso Giro d'Italia e aver chiesto (e ricevuto) la borraccia alla maglia rosa, che si apprestava a vincere la tappa di Bassano del Grappa dopo l'ennesimo "numero da circo" della sua straordinaria corsa rosa, ha realizzato il suo secondo sogno (QUI ARTICOLO).
L'aveva detto il giovane ciclista di Cassola che corre per il Cycle Team 2000 Cassola: dopo aver ricevuto, tra l'incredulità e il plauso generale la borraccia dal suo idolo, il ciclista più forte del momento, destinato ad entrare nella storia di questo sport, avrebbe fatto di tutto per ottenere l'autografo del fenomeno di Komenda proprio sul preziosissimo cimelio.
L'occasione avrebbe potuto essere la partenza del Tour de France dall'Italia e... detto e fatto. Venerdì 28 giugno, alla vigilia della partenza della Grande Boucle, Mattia ha incontrato il suo idolo nel parterre della corsa, all'ombra della cupola del Brunelleschi.
Una stretta di mano, la firma sul cappellino - donatogli dallo stesso Pogacar - e poi ecco l'autografo più atteso, quello sulla borraccia che, da allora, è rimasta intonsa, visto che la barretta energetica è ancora attaccata alla struttura in plastica.
Sul viso di Mattia l'espressione era un misto tra gioia e incredulità. E lo sloveno, favoritissimo per il successo al Tour, si dimostra ancora una volta il numero 1. Anche quando non è in bicicletta.