Dal lago alla medaglia d'oro alle Olimpiadi, Tita a Il Dolomiti: ''La vela è stile di vita. Sono un ragazzo di montagna ma in Trentino condizioni ideali per i più giovani''
Un timoniere dal talento unico e cristallino, il velista si è confermato tra i migliori interpreti della disciplina e Tita non ha mai nascosto l'ambizione di vincere le Olimpiadi: "Ancora non ho realizzato la vittoria ma questo risultato ci ripaga di tante rinunce, di sacrifici, di giornate difficili, di momenti complicati"
TOKYO (Giappone). "La felicità è tantissima, ma è ancora difficile realizzare il valore di questa vittoria: ci abbiamo messo anima, cuore e corpo". Così a Il Dolomiti Ruggero Tita, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020 insieme a Caterina Banti, ormai a poche ore dal rientro in Trentino dopo il grandissimo successo nipponico. "Abbiamo visto in Italia un movimento eccezionale, quasi inaspettato. Ritornare è una grandissima emozione, sono contento di riabbracciare familiari e amici".
Originario di Rovereto, vive a Civezzano e dopo aver praticato diversi sport tra hockey e sci, si è avvicinato quasi per caso alla vela al lago di Caldonazzo. Un timoniere dal talento unico e cristallino, il velista si è confermato tra i migliori interpreti della disciplina. Diversi i successi alle spalle, ma il trentino non si è mai accontentato. L'asticella si è alzata di regata in regata e Tita non ha mai nascosto l'ambizione di arrivare a questo risultato.
Un ragazzino di montagna che ha iniziato sul lago e non sul mare, ora si trova sul tetto del mondo a 29 anni dopo aver puntato dritto a Tokyo con alle spalle l'esperienza di Rio de Janeiro conclusa in quattordicesima posizione e una serie di titoli europei e mondiali. Un percorso iniziato a 8 anni tra le onde di Caldonazzo fino a salire sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi.
La coppia Tita-Banti si è presentata in grandissima forma a questo appuntamento. Una manifestazione preparata nei minimi dettagli con sopralluoghi sui campi di regata in periodo olimpico per raccogliere e analizzare i dati sulle condizioni che si sarebbero potute trovare nel corso di queste Giochi. Talento puro e messa a punto dei mezzi alla perfezione. Anche con un anno di ritardo per la necessità di spostare la kermesse dodici mesi dopo a causa dell'emergenza Covid.
"Siamo stati per un mese a Tokyo nel 2018 e nel 2019. Abbiamo creduto e cercato fin dall'inizio a questo risultato. E' stato un grandissimo lavoro di squadra - dice Tita - una condivisione eccezionale degli obiettivi. In questa medaglia c'è moltissimo anche di Mauro Zamichele, il boat builder, e dell'allenatore Gabriele Bruni che ci hanno permesso di raggiungere questo livello. Poi non dimentichiamo le Fiamme Gialle che ci hanno supportato in tutto e per tutto per metterci a disposizione i mezzi migliori e arrivare a questo appuntamento a livelli così alti. Ringrazio anche per l'appoggio Trentino Marketing: mi sento un fiero e orgoglioso ambasciatore del territorio".
Ore di allenamento in acqua, quelle in palestra e una nutrizione ferrea per scrivere la storia della disciplina e riportare in Italia una medaglia nella vela, assente da 21 anni con la vittoria di Alessandra Sensini con la tavola a Sydeny in Australia. E poi tanta tanta testa per gestire le pressioni, le aspettative e i riflettori di un successo costruito pazientemente passo a passo durante la settimana e culminato nella medal race.
"La programmazione è fondamentale - aggiunge la medaglia d'oro - cerco di arrivare preparato in anticipo per essere tranquillo e potermi concentrare sulla tattica e sulla strategia. Nelle ore prima mi isolo e chiudo per pensare alla regata, consulto le previsioni meteo e studio il vento. Mi immagino la gara".
Ormai anche i mental coach sono parte di un atleta e spesso lavorano dietro le quinte per dare serenità, tranquillità e sicurezza a un atleta di punta. "E' un aspetto fondamentale e devo ringraziare Daniela Canelli, psicologa di Rovereto. Una grandissima professionista sempre disponibile per ogni necessità - evidenzia Tita - soprattutto se si pensa che sono sempre in giro per il mondo. Ma questo risultato ci ripaga di tante rinunce, di sacrifici, di giornate difficili, di momenti complicati: questo sport è uno stile di vita che porta via moltissimo tempo perché è una disciplina complessa: terminati gli allenamenti non ci si toglie la divisa, ma ci si deve prendere cura delle imbarcazione tra gli spostamenti, le manutenzioni, le riparazioni e così via. Ringrazio i miei genitori (Mauro Tita e Mirta Alberti, ndr) per il supporto incondizionato: spesso le persone vedono solo i risvolti positivi e le vittorie, ma la carriera è composta anche da delusioni e periodo tristi. Mi hanno sempre appoggiato e aiutato".
Duro, forte, maniacale nella preparazione e testardo. Emblema è la vicenda del cambio di equipaggio con la salita a bordo di Caterina Banti. Una soluzione inizialmente non appoggiata dalla Federazione, ma gli attriti sono stati risolti piuttosto velocemente perché hanno parlato i risultati e un'alchimia unica che si è concretizzata nella medaglia d'oro.
"Le difficoltà sono durate effettivamente poco - ricorda Tita - ma ci siamo resi fin da subito conto che eravamo ideali per questo progetto: sono subito stati raggiunti risultati incredibili e poi la Federvela ci ha appoggiato incondizionatamente. Ma il fatto di ritrovarci inizialmente da soli contro tutti ha ulteriormente cementificato l'intesa e la voglia di arrivare a questo obiettivo".
Adesso si può stringere in pugno il metallo più prezioso per un atleta. Un oro raggiunto tramite un equilibrio tra staff tecnico che ha seguito l'evoluzione della coppia e tantissimo lavoro. Un percorso davvero lungo e magari qualche giovane può oggi ambire a seguire le orme di Tita.
"La speranza - continua il velista - è quella che i giovani possano avvicinarsi a questa disciplina spesso sottovalutata: i laghi trentini sono perfetti e invidiati per scoprire questo sport. L'associazione velica e i circoli organizzano corsi praticamente gratuiti e con forti agevolazioni per avviare la pratica della vela. Qui non c'è il mare ma comunque si trovano le condizioni davvero ideali per iniziare a scoprire questo mondo".
E dopo questo incredibile successo da dove riparti? Quale l'appuntamento più caldo? "Gareggio in singolo al campionato mondiale Moth a Malcesine sul lago di Garda dal 2 al 7 settembre. Il livello sarà altissimo perché ci sono 6 ori olimpici e tantissime medaglie. Il livello sarà altissimo, estremamente competitivo. L'obiettivo è quello di divertirmi e ottenere un buon risultato: la messa a punto dell'imbarcazione con l'azienda Marine di Arco è quasi completa". Un appuntamento di festa per salutare, vedere in azione, festeggiare ancora una volta e praticamente in casa Ruggero Tita, medaglia d'oro olimpica a Tokyo.