Riti arcaici millenari, storia, cultura e identità: alla scoperta delle Mascherate Arcaiche Dolomitiche
Il calendario delle Mascherate Arcaiche Dolomitiche vedrà ben 12 date e 18 mascherate portare allegria e colori nei paesi delle tre province dolomitiche di Belluno, Trento e Udine
BELLUNO. Si è aperto il 20 gennaio con la Mascherèda "Gotèrt e Nazio nun à rejon" a Penìa di Canazei, il calendario delle Mascherate Arcaiche Dolomitiche che da qui al martedì grasso, 4 marzo, vedrà ben 12 date e 18 mascherate portare allegria e colori nei paesi delle tre province dolomitiche di Belluno, Trento e Udine grazie al lavoro dei gruppi che mantengono vivi questi riti arcaici millenari che, con l’avvento del cristianesimo, sono stati condensati nel periodo del carnevale e rappresentano la cultura, la storia e l’identità dolomitica.
Domenica 26 gennaio è stata poi la volta di due mascherate rispettivamente a Padola di Comelico e Selva di Cadore entrambe in provincia di Belluno. La prima ha visto sfilare tra “li parturi”, gli spazi tra un’abitazione e l’altra del paese di Padola, i Matazin, li Matazeri e i Paiazi, riprendendo un corteo che da 10 anni non aveva luogo secondo la scaletta storica mentre a Selva si sono potuti vedere il Matazín con il Laché, il Re dal Bosc, che rappresenta la natura e l’arrivo della primavera, il “Tarnazón”, un uomo alto 3 metri, le maschere del Bél e del Búrt e in coda alla sfilata la “mascora de la Farina”.
Nonostante il maltempo, entrambe le mascherate hanno attirato numerosi partecipanti e curiosi, molti dei quali esterni ai paesi, in un clima di festa, di balli, di musica e di colori che hanno coinvolto tutti in una giornata davvero piacevole e sentita.
Si continua domenica prossima 2 febbraio con la Gnaga di Fornesighe di Val di Zoldo che prende il nome dalla vecchia che solitamente porta in spalla una gerla con all’interno un coscritto come rappresentazione di un ideale passaggio di consegne tra la vecchia e la nuova generazione o il passaggio dall'inverno alla primavera.
Nel caso di Fornesighe al posto del coscritto troviamo il pupo. A preannunciare l’arrivo della Gnaga e del corteo si vedrà il Matazin che qui è rappresentato da una sorta di arlecchino seguito dal Compare e dalla Comare, dal Nuiz e dalla Nuiza, ovvero gli sposi, dalla Nena col Popo, che rappresenta la nutrice, dall'Ampezana, donna distinta presente nel corteo trasferitasi in seguito a matrimonio dalla valle d’Ampezzo a Zoldo, dal Coco, che si occuperà della questua chiedendo le offerte al pubblico, dall'Om Selvarech e dai Sonador che accompagnano con la musica. La giornata prevede la possibilità di gustare piatti tipici della tradizione dalle 12.00, aspettando il corteo delle maschere arcaiche che sfilerà a partire dalle 14.00 per poi lasciare spazio alla premiazione dei partecipanti al 33° concorso dei volti lignei di montagna alle 16.30.
Il fine settimana successivo sarà la volta di un’altra mascherata a Penìa di Canazei, sempre preannunciata dal Bufon, il Laché e i Marascons, che si terrà sabato 8 febbraio, il 9 febbraio avrà luogo a Dosoledo la Mascherata di Santa Plonia e poi ancora il 16 febbraio la domenica dei poveri a Sappada, sabato 22 febbraio la “Mascoràda da Laste” e la mascherata di Timau di Paluzza in Carnia, domenica 23 febbraio gli “Olt da Riva” a Rivamonte Agordino e la domenica dei contadini a Sappada, il 27 febbraio verrà riproposta la la Mascherèda "Gotèrt e Nazio nun à rejon" a Penìa, passando poi il primo marzo al “Zahrar Voschankh” di Sauris e alla “Mascoréda di Sottoguda”, il 2 marzo si terrà a Canale d’Agordo la “Zinghenesta” e a Sappada la domenica dei signori per poi concludere il 4 marzo con l’ultimo di carnevale a Dosoledo e la Mascherèda “La tieja del ors” sempre a Penìa in Val di Fassa.
Il calendario è stato uno dei primi risultati della collaborazione che è nata a gennaio 2024 tra i vari gruppi che tuttora nelle vallate si occupano delle mascherate arcaiche e che si sono confrontati nei mesi con incontri periodici coordinati dal Museo Maschere Dolomitiche di Gianluigi Secco, dal quale è anche partita la volontà di creare questa collaborazione. Un altro risultato è stato il Forum delle Mascherate Arcaiche Dolomitiche che ha visto l’11 gennaio scorso un primo evento pubblico di presentazione della rete e di racconto delle mascherate arcaiche al vasto pubblico con una conferenza, fatta al Cinema Italia di Belluno, e poi una sfilata in piazza che è diventata un’autentica festa di popolo.
Tra gli obiettivi che la rete si è data vi è anche la candidatura delle Mascherate Arcaiche Dolomitiche come patrimonio immateriale Unesco in quanto pratica vivente e tramandata che rappresenta la cultura e la storia di un territorio ma anche pone l’attenzione sulla comunità e sull’avere un riscontro socio-economico che dia futuro alle comunità stesse.