Dopo un lungo restauro il filatoio è tornato a nuova vita: "Un'attività di sviluppo economico e culturale della città". Ecco la storia dell'edificio del 700
Dopo un lungo periodo di restauro è stato inaugurato il filatoio Colle Masotti. Tracce permanenti e identitarie, che rivelano quella che è stata per secoli la vocazione industriale della città e che ha permesso il suo sviluppo economico ma anche culturale
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ROVERETO. E' stato inaugurato il filatoio Colle Masotti, l'edificio di fabbricazione settecentesca è stato restituito alla città dopo un lungo periodo di restauro. L’ampia facciata con le finestrelle quadrate poste una accanto alle altre a intervalli regolari rivela la sua originaria destinazione a opificio, una fisionomia che è un filo conduttore che accomuna gli esterni di molti edifici del centro storico di Rovereto. Tracce permanenti e identitarie, che rivelano quella che è stata per secoli la vocazione industriale della città e che ha permesso il suo sviluppo economico ma anche culturale.
Il filatoio si trova in vicolo Paiari, quartiere di Santa Maria, nel cuore del centro storico di Rovereto. Presenti all'inaugurazione la sindaca di Rovereto, Giulia Robol, e l'assessora alle attività culturali Micol Cossali.
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"Con questi interventi raddoppia lo spazio espositivo di questa magnifica azienda serica", spiega l’ingegner Andrea Frisinghelli, progettista e direttore lavori dell'intervento di completamento e appassionato di storia locale. "L’azienda risale agli anni Settanta del 700 e negli anni Trenta dell’Ottocento è stata riorganizzata con la sostituzione delle macchine a fuoco con quelle a vapore della filanda. La sua forma planimetrica con celle della misura di sette metri per sette è stata pensata apposta per contenere l’albero che con la gabbia aveva un diametro di cinque metri".
Restaurato con l’intero complesso Itea negli anni 2000, il filatoio è stata aperto per la prima volta al pubblico nel 2022 in occasione del Progetto seta. Nei suoi spazi venne ospitata una mostra dedicata all’edificio a cura del laboratorio di storia. E sempre nell’ambito del Progetto seta, con i fondi messi a disposizione dalla Comunità della Vallagarina, è stato possibile finanziare il completamento del restauro.
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In particolare sono stati realizzati la nuova scala di collegamento tra i due livelli della grande “navata” collocata lungo la parete nord-ovest e realizzata in carpenteria metallica, e il parapetto del soppalco. Ora lo spazio, perfettamente agibile, potrà essere impiegato per iniziative culturali e turistiche legate alla storia dell’industria serica a Rovereto e per valorizzare un patrimonio finora poco conosciuto e tutto da riscoprire.
"I macchinari dei filatoi sono tra i più complessi concepiti dall’uomo prima della rivoluzione industriale, sono stati studiati anche da Leonardo da Vinci – continua Frisinghelli - basti pensare che con una ruota idraulica riuscivano a lavorare tremila rocchetti contemporaneamente: erano impiegate una cinquantina di donne e 15 uomini. Si era nel periodo preindustriale ma il ciclo di produzione era già meccanizzato. Tutti i macchinari erano in legno, che variava nelle singole parti a seconda delle esigenze: l’albero centrale era in larice, le parti soggette a usura erano in legno di pero o di ulivo, molto più resistenti, quelle più flessibili di betulla".
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L’azienda Colle Masotti è l’unica a Rovereto che racchiude al suo interno l’intero ciclo di lavorazione dei filati. L’insieme dei fabbricati che la compongono risulta di estremo interesse poiché costituisce un esempio particolarmente significativo delle diverse tipologie edilizie che caratterizzavano l’industria serica della Vallagarina. I vari immobili sono distribuiti attorno ad un ampio cortile, una volta delimitato sul lato nord-ovest dalla roggia Paiari e dotato di un solo accesso carraio posto a sud-ovest.
Il filatoio, che delimita il cortile sul lato nord-ovest, ospitava le lavorazioni di filatura, binatura e torcitura. L’edificio di sei piani è a forma di parallelepipedo e misura circa 23 metri di lunghezza, 8,50 metri di larghezza e oltre 14 metri di altezza.
La struttura racchiudeva al proprio interno tre alberi con i relativi macchinari per la filatura e la torcitura. Il tutto era azionato da una ruota idraulica, mossa a propria volta dall’acqua della roggia che scorre all’interno dell’edificio al piano interrato.
Le gabbie fisse, poste attorno alle giostre girevoli, avevano un diametro di 4,80 metri, erano composte ciascuna da 18 montanti verticali, detti anche “colonnelli”, posti lungo la circonferenza a una distanza di 90 centimetri uno dall’altro.
Nel 1849 il filatoio Colle Masotti poteva contare su una ruota idraulica, 3 alberi, 30 valichi, 2160 fusi da filato, 1080 fusi da torto. La produzione dell’azienda era di 1000 libbre di trama e 8000 libbre di organzino.