Abitare, servizi diurni e lavoro: così ''La Rete'' aiuta le persone con fragilità ad integrarsi. Il Rotary Club Trento incontra la cooperativa sociale
Al Grand Hotel Trento l'incontro. La Cooperativa offre anche servizi di educativa territoriale, rivolti in particolare a giovani e famiglie in situazioni di disagio, per favorire l’integrazione e il superamento delle difficoltà. Un elemento distintivo della Cooperativa è la capacità di creare reti di collaborazione con Enti Pubblici, aziende e altre realtà del Terzo Settore
TRENTO. Davvero coinvolgente l’incontro che il Rotary Club Trento, presieduto da Fabio Bernardi, ha effettuato al Grand Hotel Trento qualche giorno fa con Mauro Tommasini, Direttore della Cooperativa Sociale “La Rete” (vedi: https://la-rete.mailchimpsites.com/) ed Eleonora Damaggio, Responsabile Area Servizi Diurni e Volontariato. Il Direttore Tommasini ha evidenziato come la Cooperativa Sociale La Rete, con sede a Trento, sia un punto di riferimento per l’inclusione sociale e la solidarietà sul territorio.
La Rete si distingue per il suo impegno nel fornire servizi personalizzati a persone in situazioni di fragilità, contribuendo così a costruire una comunità più accogliente e solidale. Attraverso un approccio integrato e personalizzato, la Rete aiuta i propri utenti a sviluppare autonomia, competenze e una maggiore qualità di vita. Uno dei progetti di punta è la gestione di Centri Diurni dedicati a persone con disabilità, dove vengono offerti percorsi educativi, attività creative e laboratori pratici. Questi spazi non solo garantiscono supporto quotidiano, ma promuovono anche relazioni sociali ed il benessere personale.
La Cooperativa offre inoltre servizi di educativa territoriale, rivolti in particolare a giovani e famiglie in situazioni di disagio, per favorire l’integrazione e il superamento delle difficoltà. Un elemento distintivo della Cooperativa è la capacità di creare reti di collaborazione con Enti Pubblici, aziende e altre realtà del Terzo Settore. Questo approccio permette di rispondere in modo efficace ai bisogni del territorio e di attivare risorse condivise per progetti innovativi. Grazie alla sua visione orientata all’inclusione ed al rispetto delle diversità, La Rete è oggi un esempio virtuoso di Cooperazione Sociale, capace di trasformare le fragilità in opportunità di crescita per l’intera Comunità.
Tommasini ha così affermato: “Ringraziamo per questa opportunità di confronto e condivisione. La Rete, in sintesi, fondata nel 1988 come Cooperativa Sociale, è nata con l’intento di sostenere famiglie con figli con disabilità, creando un legame tra famiglie, operatori e volontari, per generare soluzioni condivise. Oggi rappresentiamo una realtà ‘multistakeholder’(ndr: con una base sociale “trasversale”), con un Consiglio di Amministrazione ed un’Assemblea composta da familiari, operatori e volontari. L’approccio della Rete si fonda su tre pilastri: unicità, relazione e inclusione. Ogni persona è unica e merita di essere valorizzata nella sua identità; le relazioni autentiche sono essenziali per condividere esperienze significative; l’inclusione promuove una cittadinanza attiva, rifiutandosi di confinare le persone con disabilità in spazi separati''.
''Siamo - ha proseguito Tommasini - organizzati in due macro aree: l’abitare e i servizi diurni. Nell’ambito dell’abitare, offriamo appartamenti personalizzati per le persone con disabilità, progettati sulla base delle loro esigenze e desideri, inclusi percorsi di “Prove di Volo” per sviluppare l’autonomia abitativa. Nei servizi diurni proponiamo attività sportive, artistiche, educative e di tempo libero. L’arte e la creatività, il trekking e lo sport, le competenze digitali e la scrittura creativa sono solo alcuni esempi di attività che arricchiscono le giornate dei partecipanti. Altro elemento cruciale è il lavoro. Lavorare significa costruire identità e dignità. Progetti come “Tutti nello stesso campo” permettono alle persone con disabilità di coltivare erbe aromatiche e trasformarle in prodotti artigianali, trovando nel lavoro un’occasione per sentirsi parte della comunità. Inoltre, il programma “Custodi di Comunità” dimostra che le persone con disabilità non solo ricevono aiuto, ma possono anche offrirlo''.
Come? ''Attraverso attività come la pulizia delle strade - ha completato il direttore della cooperativa - l’assistenza agli anziani e la cura degli spazi pubblici, i partecipanti diventano risorse preziose per la Comunità. Questa visione ribalta il paradigma tradizionale, sottolineando che tutti, indipendentemente dalle proprie fragilità, possono contribuire al bene collettivo. La nostra filosofia privilegia l’uso di spazi condivisi, come piscine comunali, teatri e scuole, per favorire l’inclusione e sensibilizzare la società. Crediamo fermamente che l’handicap sia una costruzione sociale, un ostacolo creato da barriere culturali e architettoniche che dobbiamo smantellare. Abbiamo costruito in oltre 30 anni una rete forte e resiliente, che include professionisti, volontari, famiglie e aziende. Con oltre 250 volontari attivi e 22.000 ore di volontariato annuali la Rete rappresenta un esempio di come una comunità possa unirsi per affrontare sfide comuni''.
In chiusura Tommasini ha ricordato che la disabilità non è una scelta né un limite insuperabile ma una condizione che può essere affrontata collettivamente. ''Invitiamo tutti a unirsi a noi, anche solo per poche ore, per vivere un’esperienza trasformativa. La solidarietà e la partecipazione non sono solo atti di generosità, ma il fondamento di una società più equa e inclusiva. Grazie per il sostegno e per aver condiviso con noi questa visione''.
Riguardo a quanto detto, Alessandro Passardi, presidente della “Commissione Progetti” del RC Trento, ha lanciato l'idea che ognuno dei soci potrebbe, a seconda delle proprie disponibilità di tempo, mettersi “personalmente” al servizio dell'associazione, ritagliando così uno spazio di intervento da dedicare attivamente a loro, promuovendo così una vera e propria azione diretta di volontariato, come stanno hanno già fatto il presidente Fabio Bernardi ed altri soci.
Attivare quindi in pieno il concetto di “Service” così come è negli obiettivi del Rotary.