I ''capitani coraggiosi'' al Festival dello sport: “Un successo costruito giorno per giorno. Ora la sfida sarà riconfermarsi” Tita e Banti, il momento magico della vela olimpica
Il campione olimpico trentino per la vela, Ruggero Tita, è stato il protagonista dell’incontro al Muse, nel quale si è parlato delle nuove prospettive della tecnologia a favore dello sport, della sicurezza e della salute. Oggi lo sport è tra i principali terreni di ricerca e l’ingegneria è una disciplina fondamentale
TRENTO. Una giornata targata Ruggero Tita. Al Festival dello sport di Trento, nella cornice del palazzo della Regione, protagonisti il trentino e Caterina Banti, i “capitani coraggiosi” protagonisti del momento magico della vela olimpica nazionale a Tokyo 2020 culminato nel grandino più alto del podio (Qui articolo). Si è collegata in video collegamento Alessandra Sensini, la vincitrice di quella che fino all'agosto scorso era stata l'ultima medaglia d'oro per la vela tricolore a Sydney 2000.
"Nel momento della vittoria non c’era nessuno. Eravamo da soli, non c’era pubblico, non c’erano tifosi, un’Olimpiade vissuta in modo riservata", spiega Tita mentre Banti aggiunge: "Una grande soddisfazione, a completamento di un intenso percorso fatto assieme".
Il successo non è arrivato per caso. È frutto di un lunghissimo impegno. "Un’Olimpiade non si costruisce in pochi mesi, è una dedizione totale per quattro anni, nel nostro caso addirittura cinque. Il mio tentativo è fare ogni giorno un passo in avanti rispetto a chi nel resto del mondo si stava allenando per batterci. Poi c’è la regata vincente, una gara in crescendo in cui abbiamo preso la testa fin dall’inizio e poi preso punti di vantaggio ogni giorno".
Entrambi laureati, Banti in studi islamici e Tita in ingegneria informatica, sono interpreti delle ultime evoluzioni delle discipline a vela. Ora in avanti la sfida più difficile, rimettersi in gioco verso le prossime competizioni. “Riconfermarsi è molto più difficile - dicono i campioni olimpici -. Siamo consci di questa difficoltà ma è anche da stimolo in più per andare avanti".
La prima medaglia d'oro nella storia nelle Olimpiadi estive è stato anche protagonista di un incontro al Muse per parlare delle nuove prospettive della tecnologia a favore dello sport, della sicurezza e della salute. Oggi, lo sport è tra i principali terreni di ricerca e l’ingegneria è una disciplina fondamentale.
Il neo campione ha affrontato il tema di come la vela si sia evoluta esponenzialmente e negli ultimi tempi abbia raggiunto livelli di altissima tecnologia sebbene con step intermedi: dalle barche dislocanti, poi evolute con scafi lunghi e stretti, fino alle barche plananti con scafi più corti e più larghi per raggiungere velocità più alte. Un'evoluzione che riguarda anche la salute e la sicurezza sull'acqua.
Lo studio della protezione dell’atleta è tra i filoni che vengono maggiormente sviluppati dalle nuove tecnologie e da aziende come Dainese, una realtà fondata nel 1972 e che negli anni ha sviluppato molta innovazione partendo dal mondo moto, ma evolvendosi nel tempo in altre discipline come lo sci, la mtb, l’equitazione e la vela, con soluzioni protettive pensate per la coppa America. Dainese si ispira da sempre alla natura, prendendo spunto dalle sue forme e dalla conformazione di alcuni animali che si auto proteggono.
Il direttore responsabile Racing Dainese, Marco Pastore, ha spiegato come lo sviluppo di tutte le tecnologie portate sul mercato da Dainese siano partite dai piloti e ha presentato alcuni degli strumenti di protezione e la loro evoluzione negli anni, fino allo sviluppo di concept per il futuro in ambito di sicurezza.
L’esperienza di Ruggero Tita è stata ripresa da Paolo Gregori, direttore ProM Facility, che ha illustrato la collaborazione del centro prototipi di Trentino sviluppo nella progettazione di alcune componenti montate sulle imbarcazioni del campione olimpico (Qui articolo).
L’attività di ProM è basata sulla prototipazione, la progettazione in modo integrato tra meccanica, meccatronica e software; Ciro Malacarne dell’Area tecnica ha illustrato alcuni casi applicativi che hanno a che fare con la medicina, lo sport e il corpo umano come “macchina meccatronica”. A questo proposito, Andrea Zignoli dell’Università di Trento ha presentato la progettazione e la produzione di un modello anatomico realistico di un ginocchio umano per la ricerca in biomeccanica.