Il lockdown ha cambiato le abitudini di gioco? Lo dice il questionario della CNR
I due mesi appena trascorsi, caratterizzati dalla quarantena, hanno registrato due tendenze: la prima è la crescita del gioco online
TRENTO. Rimasto l’unica forma di intrattenimento a disposizione, il gioco online ha spiccato il volo, aumentando il suo bacino, pur senza spiccare il volo a livello di fatturato. La seconda, invece, riguarda la migrazione degli utenti dal settore fisico all’online. Cosa che ha forse prodotto dei cambiamenti collaterali nelle abitudini dei giocatori. Ha fatto il punto sulla questione Sabrina Molinaro, membro dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, tramite un questionario sul gioco online. Questo, molto breve, è stato chiesto a gran voce dai tanti che, giorno dopo giorno, hanno chiesto lumi sulle politiche di contenimento applicate al mondo del gioco d’azzardo, per il grave disagio sociosanitario del momento. Quel che è emerso è che il coronavirus ha modificato almeno in parte la maggioranza delle “precedenti” abitudini quotidiane (qui il Focus de ilTempo).
Il questionario si è basato anche sulle limitazioni che da marzo hanno riguardato il gioco. Le immediate reazioni del lockdown parlano di un notevole calo per il gioco fisico a fronte di un innalzamento del gioco online, trainato da casinò e poker online. Giocoforza, il settore dell’azzardo, tanto in Italia quanto nel mondo, ha preso sempre più piede. Come ha sottolineato la Molinaro, il gioco viene da un ventennio di crescita e trasformazione: è passato dai 19 miliardi del 2000 agli oltre 110 del 2010. Dati di una crescita evidente tanto più per il gioco online che ha fatto passi da gigante in soli cinque anni: le entrate cinque anni fa erano il 19% della raccolta; oggi, dopo i dati del 2019, il 33%. I grandi protagonisti di questa ribalta sono stati i casinò online italiani sicuri. Molinaro ha però chiarito che le preoccupazioni del momento sono tutte rivolte al gioco illegale.
Ma in che modo sono allora cambiati i comportamenti da gioco? A questo proposito è intervenuta Simona Neri, responsabile Anci Toscana per il contrasto al Gap (Gioco d’azzardo patologico). La Neri ha fatto luce sul questionario, da lei considerato necessario poiché dai dati emersi sarà possibile far luce su un aspetto sociologico di fondamentale importanza, quello cioè legato alle evoluzioni delle abitudini di gioco. Secondo il suo parere i dati porteranno anche risposte sull’andamento del comparto in un momento di crisi assoluta. La Neri non ha dubbi a riguardo: nel 2008 dopo la crisi economica si verificò una “corsa” all’azzardo. Può succedere lo stesso in un momento di crisi forse maggiore? Sì e no, dal momento che la certezza ad oggi è il vantaggio che il gioco online si è assicurato, venendo scelto anche dai più fedeli e ligi sostenitori del gioco fisico.
La Neri ha anche sottolineato come in Toscana, ormai da anni, Anci e FederSanità lavorino senza sosta e in sinergia per far fronte ai disagi del gioco d’azzardo. Per riuscirvi, è necessario, secondo lei “capire le abitudini di gioco durante il lockdown, se queste abbiano avuto la forza di modificare certe dinamiche interne, proprie del comparto”.