Upt, Salvatore Panetta e Paolo Castelli, i consiglieri che volevano fare gli assessori. Ma dopo il sindaco Andreatta li scarica pure Tiziano Mellarini
Non hanno mai digerito di essere stati esclusi dal rimpasto di giunta dell'autunno scorso. Nei giorni scorsi si sono astenuti sul documento di indirizzo del Prg. Il segretario dell'Upt: "Posizioni personali, non parlano a nome del partito, che in Comune è rappresentato dal Cantiere".
TRENTO. Paolo Castelli e Salvatore Panetta, i consiglieri comunali che tanto avevano detto e fatto l'autunno scorso mettendo a rischio la giunta comunale cittadina, sono di nuovo sulle barricate. A dire il vero le armi non le hanno mai deposte, lo smacco di non aver avuto accesso alle ambite poltrone da assessori è stato troppo grande per essere archiviato senza conseguenze.
Questi due sono rimasti a bocca asciutta. Hanno spinto al massimo durante tutto l'anno scorso per portare il sindaco sul bordo di un dirupo, per metterlo alle strette obbligandolo a modificare la sua squadra per fare spazio alle brame dei partiti che formano la coalizione.
Hanno tenuto in scacco tutta la città: ma sono stati messi all'angolo. Andreatta è riuscito a far quadrare il cerchio anche senza portarsi serpi in seno, senza cedere al ricatto, lasciando i due riottosi consiglieri fuori dalla giunta.
Diciamolo, hanno preso una sberla clamorosa, fino all'ultimo credevano di aver vinto la battaglia, ovvio che ancora covano le braci del rancore, che non perdono occasione per esprimere la loro arrabbiatura.
In Consiglio comunale uno di loro è spesso assente e i loro interventi in Aula sono una rarità.
E questi due sono iscritti all'Upt, sono quelli che vorrebbero arrogarsi la maggior vicinanza al segretario provinciale Tiziano Mellarini. Sono quelli che in città gli hanno portato acqua, voti, tessere per vincere il congresso. Sono quelli ortodossi che non hanno aderito al cantiere di Dellai.
Quindi c'è da pensare che anche con Mellarini siano un po' arrabbiati: “Ma come – penseranno – ti abbiamo sostenuto e adesso ci metti all'angolo anche tu”. E sono arrabbiati il doppio dopo il comunicato stampa arrivato qualche giorno fa.
Perché è successo questo. Il Consiglio comunale ha votato il “Documento di indirizzo” per il nuovo Piano regolatore. “L'Upt si è astenuto”, titolavano i giornali all'indomani, cosa che ha fatto trasalire Mellarini che ha preso carta e penna per scrivere un comunicato molto duro.
“I consiglieri Salvatore Panetta e Paolo Castelli hanno deciso di non approvare il documento di indirizzo di revisione del Prg presentato in Consiglio comunale dal Sindaco di Trento Andreatta – scrive il segretario – ma erroneamente è stata riportata la notizia che l’Unione per il Trentino si sarebbe quindi schierata contro il Sindaco e la Giunta”.
Una sottigliezza, per i non addetti ai lavori. Qualcosa di importante invece per gli equilibri della maggioranza. “Questa affermazione non corrisponde assolutamente al vero – spiega Mellarini – perché nell’amministrazione comunale, l’Unione per il Trentino svolge il suo ruolo politico all'interno del Cantiere Civico Democratico, da cui è rappresentata in tale sede”.
Questa è una dichiarazione che pesa molto: l'Upt in consiglio è rappresentato dal Cantiere, non certo dai due riottosi consiglieri. “Non esistono dicotomie perché l’Unione per il Trentino svolge la sua azione politica, per quanto concerne l’attività amministrativa comunale, all'interno del progetto Cantiere Civico Democratico”.
Insomma lo ribadisce, provocando – immaginiamo – un attacco di gastrite a Panetta e Castelli. Ché diaciamolo: non ne hanno fatta giusta neanche una. Prima tanto chiasso contro la giunta con lo scopo di ottenere la poltrona, e sono rimasti a bocca asciutta. Poi i continui distinguo e addirittura l'astensione sul Prg che provocano la loro sconfessione plateale, addirittura la reprimenda del segretario Mellarini.
Panetta e Castelli, quelli che volevano fare gli assessori a tutti i costi. Quelli che ormai in Consiglio comunale rappresentano solo se stessi, scaricati dal sindaco e ora anche dal segretario del partito che dice chiaramente: “La posizione dei consiglieri Salvatore Panetta e Paolo Castelli, certamente libera e legittima, è però da ascriversi a scelte di tipo personale che non rappresentano l'Upt ”.