In Trentino il contrasto alle discriminazioni e al bullismo omofobico saranno facoltativi. "I genitori potranno giustificare i figli e tenerli a casa"
Venerdì prossimo la Giunta adotterà le linee guida "suggerite" dal consigliere dell'opposizione Rodolfo Borga. Arcigay: "Uno schifo, e il Partito Democratico è ridicolo"
TRENTO. Succede così quando la politica è ridotta alla pura amministrazione del presente, quando piuttosto che difendere le idee si preferisce barattarle, piegando i principi a seconda dell'opportunità. Per non avere troppi problemi, per accontentare tutti portando a casa capre e cavoli, mogli ubriache e botti piene.
La giunta di Ugo Rossi, e nella giunta l'assessora alle Pari opportunità Sara Ferrari (Pd), donna laicissima che poche volte però ha battuto i pugni sul tavolo in difesa di qualche principio sacrosanto, ha deciso di appaltare all'esterno la questione etica, quella educativa e quella concernete il contrasto al bullismo, all'omofobia, agli sputi e i pugni che gonfiano la faccia a quei ragazzini che i ragazzacci additano con la parola frocio.
Vediamo cos'è successo. Tutti ricordano la legge contro l'omofobia che dopo 7000 firme raccolte attraverso l'iniziativa popolare, dopo giorni e giorni di ostruzionismo che hanno immobilizzato il Consiglio provinciale, dopo i tentennamenti della maggioranza che non voleva saperne di questa brutta gatta da pelare, fu ridotta a mozione che impegnava la giunta a mettere in atto strumenti educatici contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. “Il minimo sindacale dei diritti civili”, osservavano i promotori.
Alcuni poi ricorderanno l'ordine del giorno a firma di Rodolfo Borga (il barricadero consigliere che non fa passare in Consiglio nessun accenno a questioni che riguardano diritti umani e civili, parità di genere et similia). Un ordine del giorno sulla Buona Scuola accettato da Ugo Rossi in persona per sciogliere l'ostruzionismo, votato da tutta la maggioranza, anche dal Pd, che diceva paro paro: “Le famiglie devono essere informate quando ai loro figli si parla di questioni che riguardano l'orientamento sessuale, l'identità di genere e il contrasto alle discriminazioni omofobiche. E i genitori, se lo vorranno, potranno tenere a casa i propri figli”.
“Già questo è vergognoso – commenta Paolo Zanella di Arcigay – che poi questa indecente idea per cui il contrasto alla discriminazione diventa facoltativo sia stata votata da tutta la maggioranza, compresi i consiglieri del Partito Democratico, è un vero e proprio schifo”.
Ma la cosa che più risulta “vergognosa” è la corsa a scrivere a tutti i presidi da parte del governatore Ugo Rossi, incidentalmente assessore all'istruzione, per avvertirli di stare attenti, che un ordine del giorno dice queste cose. “Dice qualcosa di abominevole a cui si sono adeguati anche in giunta – ribadisce Zanella – e Rossi l'ha inviato alle scuole, ha inviato il testo di un consigliere di minoranza ai dirigenti scolastici, Cosa mai sentita prima”.
“Mi chiedo perché non sia stato così solerte anche nel mandare la mozione contro le discriminazioni, quella che in 7000 cittadini avrebbero voluto che diventasse legge”. Ma c'è qualcosa di “ancor più vergognoso”.
Le linee guida che la giunta discuterà venerdì mattina, che saranno licenziate e diverranno vincolanti per tutte le scuole del Trentino. Sarà scritto nero su bianco: “Prima di parlare di contrasto alle discriminazioni, di orientamento sessuale e identità di genere si dovranno sentire i genitori che potranno tenere a casa i figli”.
E succede così che in Trentino quando si cercherà di spiegare che si è tutti uguali indipendentemente dal sesso, dalla razza e dall'orientamento sessuale qualcuno potrà tapparsi le orecchi e cantare una canzoncina per non sentire queste cose che al consigliere Borga non piacciono per niente. Succederà che quando un ragazzo scriverà sul muro che il suo compagno di banco fa pom***i bisognerà chiedere il permesso ai genitori per parlarne in classe e dire che questo è un atto di bullismo.
Succederà che in Trentino, unico caso in Italia, quando il presidente della Repubblica invierà il testo del suo discorso in occasione della Giornata contro l'omofobia, durante la lettura alcuni dei presenti potranno uscire dall'aula e dichiararsi assenti, con la firma dei genitori.
Perché sono i genitori, solo i genitori, che possono insegnare queste cose. Lo dice Borga, lo pensa anche Ugo Rossi. Alla scuola tocca solo insegnare a leggere, a scrivere e far di conto. Sono le famiglie, che sono tutte belle, tutte unite e capaci di trasmettere i valori ai propri figli che dovranno parlare dei diritti, dell'educazione, del rispetto per ciascuno.
“Una vergogna, altre parole non ce ne sono. Una sconfitta per la politica soprattutto. Per quello straccio di sinistra che non riesce a contare nemmeno un po', che si fa dettare la linea politica dalla minoranza. Sono ridicoli”, chiude Zanella.