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'Smart drug' e psicofarmaci, ecco le nuove droghe che minacciano il Trentino. Levari: "L'attenzione è alta, nei Serd seguiamo circa 1300 persone"

Oggi la maggior parte delle persone che si rivolgono al Serd hanno problemi con l’eroina. Al secondo posto c’è la cocaina. Sono tre le strutture che si occupano di dipendenze e manca personale, Levari: "Siamo sotto organico, mancano tre medici"

Foto tratta da Fondazione Veronesi
Foto tratta da Fondazione Veronesi
Di Giuseppe Fin - 26 gennaio 2025 - 06:00

TRENTO. Eroina, cocaina, ma non solo. Sta prendendo sempre più piede anche in Trentino la cosiddetta 'smart drug', un mercato delle droghe moderne in costante ascesa. C'è l'abuso di psicofarmaci acquistati nel mercato nero, per strada, nelle piazze. Inoltre, c'è Internet, dove è possibile trovare queste sostanze a prezzi davvero bassi.

 

“Sono circa 1300 le persone che stiamo seguendo per dipendenze da sostanze stupefacenti. I tre Serd si trovano a Trento, Rovereto e Riva del Garda”, ha spiegato a Il Dolomiti Ermelinda Levari, direttrice dell'Unità operativa dipendenze

 

Ci sono italiani e stranieri. Le persone che chiedono aiuto e che vengono seguite dai Serd hanno un'età che va dai 30 ai 40 anni, ma non mancano anche i più giovani, fino ai 16 anni. “Abbiamo registrato un aumento dei casi a partire dal periodo del Covid – spiega Levari – e l'attenzione è particolarmente rivolta alle fasce giovanili.”

 

Oggi la droga per i giovani è spesso vista come una via di fuga. C'è una fetta sempre più grande di ragazzi e ragazze che non riescono a prendere in mano la propria vita. Non ci troviamo solo di fronte a una problematica sanitaria, ma anche a una questione educativa.

 

In Trentino non sono mancati i casi di smart drug che i Serd hanno registrato e affrontato. “Non è la problematica prevalente sul nostro territorio, almeno fra le persone che seguiamo, nonostante l'attenzione sia alta”, spiega la responsabile del Serd. “Portiamo avanti ricerche già dal 2012, anche in collaborazione con università estere. Le nuove droghe, in realtà, sono sostanze sintetizzate che vengono vendute anche via web. Sono molto pericolose, in grado di mimare gli effetti di altre sostanze già presenti, ma con conseguenze anche peggiori.”

 

Le “smart drug” sono anche chiamate “droghe furbe” perché spesso queste sostanze non sono perseguibili dalla legge, in quanto non presenti come tali o perché i loro principi attivi non sono contenuti nelle tabelle legislative delle leggi che proibiscono l’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope. Questo fino a quando non vengono trovate e analizzate per scoprirne gli effetti negativi. “La nostra attenzione – spiega Levari – è alta e collaboriamo continuamente con il laboratorio tossicologico dell'Azienda sanitaria per ricercare le nuove sostanze psicoattive anche su matrici biologiche.”

 

Gli effetti delle nuove droghe sono devastanti. “Provocano un effetto psicoattivo, una sensazione effimera di piacere, facilitano il contatto sociale in alcune situazioni. Ma i danni che creano sono tanti, soprattutto di tipo psichiatrico, come ansia e disturbi psicotici. Non mancano i gravi effetti sul cuore” chiarisce l'esperta. Purtroppo, trovarle è diventato facile e, a volte, bastano anche solo 10 euro per acquistarle nel web o nel dark web.

 

Nelle piazze della città si trovano però anche molti psicofarmaci. Già in passato, l'Associazione Famiglie Tossicodipendenti aveva lanciato l'allarme in questo senso. Si chiamano Rivotril, Suboxone e molti altri. Sono psicofarmaci, il primo a base di benzodiazepina, che di solito vengono utilizzati contro l'ansia o l'epilessia, ma associati all'alcol o ad altre sostanze, possono avere effetti simili all'eroina “Oggi, in Trentino, la sostanza maggiormente diffusa è l'eroina – spiega la responsabile del Serd – e poi c'è la cocaina, per la quale è stato creato un ambulatorio specifico in un progetto di trattamento avviato con l'Università di Trento.”

 

Anche all'Unità operativa dipendenze manca purtroppo personale. “Siamo sotto organico,” chiarisce Ermelinda Levari. “Ma è una situazione che stanno vivendo anche altre realtà. Questo significa riorganizzare il lavoro e cercare di fronteggiare le richieste. Di medici siamo sotto di 3 unità rispetto a quello che dovremmo essere.”

 

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