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Ciclovia del Garda, il Coordinamento per la tutela dell'ambiente accusa: 'A Ledro poca trasparenza, cittadini tenuti all'oscuro del progetto"

Il Coordinamento per la Tutela dell’Ambiente Alto Garda punta il dito sul tratto che attraverserà una parte del territorio del comune di Ledro e le tempistiche sui vari passaggi fatti dall'amministrazione

Di GF - 26 gennaio 2025 - 18:58

TRENTO. “Sempre meno trasparenza”, queste le parole usate dal Coordinamento per la Tutela dell’Ambiente Alto Garda e Ledro in merito al progetto della ciclovia del Garda.

 

In particolare, il dito viene puntato sul tratto che attraverserà una parte del territorio del comune di Ledro. Il Coordinamento spiega che questo tratto non è conforme all’attuale Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune, in quanto non prevede alcuna pista ciclopedonale sulle falesie ledrensi che si ergono tra la spiaggia dello Sperone e il Ponale, un tratto tecnicamente definito Unità Funzionale 2 dell’opera.

 

Ciò significa che sarebbe necessario che il Comune adottasse una variante ad hoc per inserirlo nella previsione urbanistica, affinché la Provincia possa proseguire con la progettazione.

 

“Ora, la procedura che il commissario straordinario Misdaris intende seguire è quella prevista dall’articolo 5, commi 2, 3 e 4, della Legge Provinciale n. 13 del 08.09.1997: riscontrata la difformità urbanistica, il progetto preliminare (Progetto di fattibilità Tecnico-Economica, PFTE) viene inviato al Comune, che deve pubblicarlo sul proprio albo telematico per informare i cittadini dell’avvio dell’iter. Lo stesso annuncio deve essere pubblicato anche dalla Provincia sulla stampa locale”, chiarisce il Coordinamento.

 

Per legge, l’annuncio deve rimanere esposto all’albo del Comune “per almeno 10 giorni”, dopodiché inizia il periodo di 30 giorni durante il quale i cittadini possono presentare osservazioni.

 

Cosa è successo? Il 18 gennaio 2025, il Coordinamento per la Tutela dell’Ambiente Alto Garda e Ledro segnala che è comparso su un quotidiano locale l’annuncio della Provincia. Tuttavia, il riscontro ha evidenziato che il Comune aveva già pubblicato l’annuncio sul proprio albo in data 13 gennaio, ben 5 giorni prima.

 

“Non solo – viene spiegato in una nota – sono stati ‘rosicchiati’ 5 giorni per la richiesta di accesso agli atti necessaria per ottenere il progetto e poterlo analizzare, ma la pubblicazione a mezzo stampa è avvenuta di sabato, sottraendo ulteriori due giorni (sabato e domenica) per la chiusura degli uffici comunali”.

 

Il Coordinamento denuncia che queste tempistiche sono state utilizzate per tenere "i cittadini all'oscuro del progetto", calpestando il principio di "partecipazione" alle scelte amministrative. Infatti, la procedura adottata non è quella di prassi per la formazione dei piani regolatori comunali, ma quella prevista dalla L.P. 13/1997, che consente alla Provincia di superare qualsiasi opposizione a un’opera provinciale da parte dei comuni e, di conseguenza, dei cittadini.

 

Per questo motivo, il Coordinamento per la Tutela dell’Ambiente Alto Garda e Ledro ha chiesto al Commissario di prorogare di almeno 5 giorni la scadenza per la presentazione delle osservazioni. Si attende una risposta nei prossimi giorni.

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