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Soldi pubblici ai sindacati, Cia: "Ecco perché sono solo delle comparse", Pomini (Cisl): "Non ci vendiamo per quaranta denari"

Botta e risposta tra il consigliere di Agire e i sindacati. Cia: "L'ente pubblico può adempiere a quel compito e le parti sociali si sono imborghesite". Ianeselli (Cgil): "I patronati rivestono un ruolo importante di coesione sociale". Alotti (Uil): "Purtroppo non sono poche le volte che ci vedono in disaccordo con il governo locale"

Di Luca Andreazza - 16 marzo 2017 - 19:27

TRENTO. I finanziamenti pubblici assegnati alle associazioni sindacali trentine arrivano a quasi tre milioni di euro. Le cifre vengono snocciolate dall'assessore Alessandro Olivi in risposta all'interrogazione del consigliere Claudio Cia e la maggior parte della somma è rappresentata dai contributi regionali ai patronati. La spartizione delle risorse vede primeggiare il patronato Acli con 943.860 euro, seguito da Inca-Cgil a 606.705 euro, quindi 254.210 euro a Epaca, 226.132 euro a Inas-Cisl e 171.464 per Ital-Uil. Ancora 143.087 Inapa, 126.493 50&più Enasco, 80.741 Inac, 71.821 Enapa. Senza dimenticare 66.821 Acai, 12.199 Anmil, 11.126 Itaco e 334 Labor. Altri 53.144 euro di finanziamenti vengono poi erogati dal servizio Europa per la compilazione, l'aggiornamento e la trasmissione in via telematica delle dichiarazioni sostitutive Icef. I servizi Icef al comparto scuola ricevono un sostegno per 14.053 euro, mentre i finanziamenti per corsi e incentivi all'assunzione di Agenzia del lavoro arrivano a 5.831 euro.

 

"I sindacati dei lavoratori - dice Claudio Cia - rivestono nella nostra società un ruolo importante, in quanto hanno lo scopo fondamentale di tutelare i lavoratori. Ricevono però dei contributi pubblici, attraverso il patronato, per diverse attività di assistenza e consulenza mirata al conseguimento di prestazioni previdenziali, sanitarie e di carattere socio-assistenziale, incluse quelle in materia di emigrazione e immigrazione. Attività che potrebbe fare direttamente l'ente provinciale, visto che l'utenza, quando si rivolge a questi servizi deve pagare comunque qualcosa".

 

"Non si tratta di finanziamenti - spiega Walter Alotti, segretario di Uil - ma di rimborsi per prestazioni di welfare: un impegno, a beneficio di tutta la cittadinanza, per tutti quei servizi che non sono organizzati direttamente dalla Provincia. Una razionalizzazione che comporta un enorme risparmio per l'ente pubblico. I finanziamenti sono inoltre erogati sulla base delle pratiche", mentre "Se queste convenzioni non fossero attive - risponde Lorenzo Pomini, segretario della Cisl del Trentino - lo Stato si troverebbe a dover assumere 80.000 dipendenti a livello nazionale. Questi rapporti sono legati da convenzioni molto chiare e le associazioni sindacali chiedono eventuali aiuti a norma di legge".

 

Questo modello porta vantaggi a tre livelli: "La puntuale erogazione del servizio - aggiunge Franco Ianeselli, segretario della Cgil - sportelli diffusi sul territorio e il fondamentale ruolo degli operatori. Un ruolo del quale vado orgoglioso per la mole di dati e di lavoro che trattano. I patronati e i caf hanno inoltre un importante ruolo di coesione sociale: arricchisce il tessuto trentino.

 

"Questi finanziamenti sono regolati in massima trasparenza - prosegue Ianeselli - quindi ognuno può trarre le proprie conclusioni. Le associazioni possono anche rinunciare a questo compito, ma consiglio a Claudio Cia di guardare il film 'Io, Daniel Blake' perché quello sarebbe il risultato: un continuo rimbalzo burocratico e code agli uffici provinciali".

 

La risposta del consigliere non si fa attendere: "Franco Ianeselli - ribatte - potrebbe guardarsi 'Bambi' così si rilassa. I sindacati sono lo specchio del centrosinistra italiana, si sono dimenticati degli ultimi. Anzi si ricordano degli ultimi quando servono voti e tessere, ma poi ascoltano i padroni. Insomma si sono imborghesiti". Contributi e finanziamenti che "infiacchiscono - riflette - l'azione dei sindacati che spesso si mostrano clementi nei confronti dell'azione di governo. Non tirano più fuori le unghie, come nel caso della Cooperazione e della questione Sait oppure riguardo quanto circonda l'ente pubblico. Sono diventati delle comparse: prendono posizione di facciata con sceneggiate e bandiere, ma poi non vanno oltre".

 

I confederati non si sottraggono alla risposta: "La Uil - commenta Alotti - segue una propria linea politica e spesso si trova a contrastare il governo provinciale, come nel caso delle società partecipate, delle discussioni in merito alla manovra di bilancio oppure sulla questione dell'agevolazione fiscale dell'addizionale Irpef, che vede una marcia indietro dell'amministrazione. La Provincia potrebbe fare molto di più nelle politiche abitative, investendo nell'edilizia sociale. Siamo critici anche sulla sanità e sulle liste d'attesta. Non manchiamo di sottolineare le criticità delle minoranze. Purtroppo non sono poche le volte che ci vedono in disaccordo con il governo locale. Certamente, rispetto alle altre realtà nazionali, esiste maggiore concertazione e dialogo, ma spesso non manchiamo di sottolineare le mancanze dell'amministrazione in pubblico oppure ai tavoli di confronto".

 

Un'azione che non sarebbe sufficiente secondo il leader di Agire: "Ribadisco che probabilmente il fatto di ricevere i contributi - evidenzia - porta le parti sociali ad ammorbidirsi e ad accontentare il proprio committente. Ricevo tante segnalazioni da lavoratori e dipendenti pubblici che sottolineano come il sindacato non si comporti più in quanto tale".

 

"Se fosse vero ci saremo venduti per 40 denari - contrattacca Pomini - ma non contrabbandiamo il nostro ruolo: dialoghiamo per trovare le intese, altrimenti non mancano lotte intense e bracci di ferro. Se si parla di spessore politico di Cia, ci si riferisce a millimetri. I patronati e i caf pagano personale, utenze, aprono fidi e ricevono i contributi in ritardo. Il consigliere potrebbe aprire un caf e vedere come funziona. Non voglio essere populista e non voglio pensare male, ma mi incuriosisce la tempistica dell'interrogazione rispetto alla discussione in Consiglio regionale del disegno di legge delle Acli, tristemente andato a vuoto".

 

Un capitolo quello del disegno di legge per chiedere maggiore sobrietà alla politica naufragato mercoledì 15 marzo in Consiglio regionale: "L'interrogazione - risponde Cia - è precedente la proposta, che ha visto il mio voto favorevole. Nel mio piccolo sto già cercando di attuarlo: ho già rinunciato a polizze e rimborsi di ogni sorta. L'esito negativo è una brutta pagina della politica trentina. Comunque - conclude provocando - se i tre milioni non sono abbastanza, non posso fare molto, ma mille euro posso aggiungerli al loro cachet".

 

 

 

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